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680

The Quest of the Commercialist

Elon Musk e Mark Zuckerberg si sfidano a combattimento. Il fediverso mostra i primi segni di problemi. Che cos'è l'intelligenza secondo il fondatore di DeepMind. Queste e molte altre le notizie tech commentate nella puntata di questa settimana.

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Digitalia #680 - The Quest of the Commercialist

Digitalia #680 - The Quest of the Commercialist

Dallo studio distribuito di Gump Media Production. Notizie di tecnologia, questa è Digitalia. Forse torna a Celebrity Deathmatch anche se questa volta dal vive con 2C o della Silicon Valley il fè diverso mostra un suo problema strutturale e poi intelligenza artificiale non, lavori usuranti e molto altro in scaletta per un'ora e mezza dedicata alla notizia, quella digitale all'italiana. Dallo studio distribuito di Milano Città Studi Francesco Facconi. Dallo studio cittadino di Avellino Massimo De Santo. E dallo studio di Milano Isola Michele Di Maio. Buonasera cari amici, buonasera Michele, buonasera Max. Ciao Franz. Buonasera. Buonasera per chi ci ascolta in diretta e buon ciao per tutti quelli che ci ascoltano in qualsiasi momento, sapete che siamo Time Fluid, diciamolo un po' che non utilizzavamo questa parola ma Time Fluid mi piace un sacco. Bello Time Fluid, io invece vorrei di nuovo chiedere a Michele ma perché nel saluto poi metti la velocità doppia? Perché il mio cervello non va alla stessa velocità della mia bocca e quindi non ci sono io. Quando poi c'è l'ansia della mia bocca. Si ricorda che c'è un altro studio e dice "Isola" e lo butto lì. Mi ha proprio dello studio di Milano. Ora capisco tutto, ora capisco tutto. Infatti, infatti. L'avete visto Black Mirror? Dai partiamo con qualcosa di. Si, si, si, le prime. ho visto, sono arrivato alla terza puntata. "Johnny's so full". Quella è la puntata che sta. la prima. Sta effettivamente facendo parlare un po' tutti per questo tema. Come riusciamo a riassumere senza spoilerare troppo? Dai. Praticamente è possibile. Praticamente stanno parlando sempre tutti di questo quindi. Si, ci abbiamo già spoilerato tutti. Che sia un grande spoiler, no? Questa proiezione dell'idea che l'intelligenza artificiale generativa possa arrivare fino al punto di addirittura non solo generare contenuti in streaming ma. Generare generatori di contenuti in streaming. Ma addirittura appunto sostituirsi anche agli utenti, no? Creare un qualcosa che è una specie di effetto specchio per cui viene generato lo streaming e viene generato anche il fruitore dello streaming. Però non male come tentativo di no spoiler, di si no, si no spoiler. Dai. Ma dai, chi guarda Black Mirror non lo guarda per l'effetto thriller, no? In realtà leggevo. va beh adesso poi andiamo fuori direzione. Però, ad esempio, la seconda puntata che è più thriller di quanto abbia invece a pigli tecnologici, sai, una da Black Mirror. Infatti era meno Black Mirrorosa, passate il termine del. Ma in realtà il produttore, il regista si è difeso dicendo che in realtà Black Mirror non è necessariamente uno show sulla tecnologia, non se ne era ancora accorto nessuno che non lo fosse, ma quanto più sull'umanità e sulle cose magari non belle dell'umanità tra cui la tecnologia. Quindi non è uno show che mette in video quelle notizie che leggiamo su Digitalia qualche mese prima. No. Esatto. No, in teoria no, però tornando alla prima puntata, sì, se ne sta parlando tantissimo proprio perché l'intelligenza artificiale usata per la generazione di contenuti video è portata alle estreme conseguenze quando ognuno di noi, credo lo possiamo dire, facciamo così, se qualcuno non vuole sentire ulteriori spoiler va al prossimo capitolo. Oh, ecco sì, si da uno spoiler alerto. Adesso prendete il telefono, aprite la vostra applicazione, sto perdendo tempo per farvi darvi questo portiere. Schiacciate prossimo capitolo. Schiacciate prossimo capitolo e comunque spoiler. E poi dopo venite a sentire, dopo che avete visto la puntata. Oppure fate così e comunque, oppure mettete in pausa, andate a vedere la puntata. Comunque è portato appunto alle estreme conseguenze quando questo computer quantistico genera un ulteriore livello e poi si scoprirà che sono svariati i livelli di simulazione in cui in ognuno c'è un diverso attore che fa il protagonista e che soprattutto ogni serie è fatta sulla base della persona che sta guardando, sulla vita della persona che sta guardando. Un po' Inception, un po' Abate Cruento, queste sono più o meno le due unità di letture. E chi coglie entrambe le citazioni grandissimo. Personaggio discutibile di un brutto sogno. Bravissimo. E come personaggi discutibili e qua fine spoiler perché siamo già nel capitolo successivo bentornati a tutti gli ascoltatori che hanno saltato. Personaggi discutibili sono i nuovi eroi di, vi ricordate Celebrity Deathmatch? Quello sciocco, i pupazzetti di MPD dove i personaggi famosi si tiravano le mazzate. Qui la realtà ha superato di gran lunga la fantasia. Allora diciamo subito i protagonisti, anzi i ragazzi protagonisti e poi questa parola avrà un senso di avanti sono Marchetto e Elonone, Elon Musk, Mark Zuckerberg. Io avrei detto Eloncino. Eloncino da Marte, non male. Se le sono date di santa ragione sui loro social, tra l'altro uno scrivendo su Twitter l'altro rispondendo su Instagram, quindi queste mezze letture che se uno non riusciva a unire i puntini erano abbastanza complesse, dicendo ce le diamo di santa ragione. Ma dai, non è così, perché la stai mettendo giù come se fossero due cacciarosi? Si sono sfidati a singolar tenzone, come nelle migliori tradizioni di un tempo. Eloncino ha detto a un certo punto a Marchettello, come l'avevi chiamato? Marchetto, Marchitiello, queste cose qua. Gli ha detto "senti, sai che c'è di nuovo? Avrei gran piacere e gran gioia nel poggiare la mia mano le giadra sulle tue guance mollandoti un po' di ceffoni". E Marchetto che ha fatto "dite dimmi dove". E lui era esposto all'Ottagio e alla Las Vegas. "Ti aspetto fuori". Che poi in realtà, adesso leggevo un po' sull'articolo di The Verge, si faceva notare come magari Elon avesse la superiorità dal punto di vista della stanza. Fisico. Della stanza, assolutamente fisico. Ma in realtà Marchetto se fa jiu jitsu e picchia, lui è abbastanza, è bello pompato. Poi ha fatto stamarfish challenge, che pare sia una cosa da crossfitter pro. Poi tipo Goku con la tuta appesantita, così diventa ancora più forte per sconfiggere Majin Bu. Però scusate. Cosa? No no, dico però scusate, proprio la meraviglia delle meraviglie quando è intervenuta la mamma. La mamma. Infatti che poi hanno copiato noi italiani. Cioè perché, cos'è, uno o due settimane fa abbiamo evitato di citare "chiamo la mamma, chiamo l'avvocato" che era il meme. Io ancora non l'ho capito quel meme, giuro che sono abbastanza disconnesso. Meglio così, poi te lo racconterò, ma devi capirlo. Quando sarà il momento lo capirai. "Chiamo la mamma, chiamo l'avvocato". Bene, Elon ha chiamato la mamma o la mamma ha detto "ci penso io". Ma noi, è intervenuta la mamma. E ha detto "questo combattimento non sa da fare". Testuali parole, questa tenzone, non sa da fare. Ragazzi fatti bravi, non si incita alla violenza, non si danno i cattivi esempi. Anche se ci hanno, come dire, ci speravano perché han detto "qua in biglietti di pay per view per riuscire a vedere una roba del genere abbiamo sfondato il budget dell'anno". Ah certo, certo. Dai, è un'operazione di PR fantastica. Elon che tira la sedia in testa Mark, Mark che si butta. Tipo wrestling, io me ne immagino una roba cacciarona. Anzi, mi immagino loro due che stanno in mezzo al ring e ruotano e si guardano e ruotano, muovono pugni e ruotano e non si bicchiano, così per mezz'ora. Ma secondo voi l'hanno fatta apposta? Perché io non ci credo. Faccio veramente una grande difficoltà. Dipende che intendi apposta cosa, sia più specifico. Esatto, c'è una teoria dietro. Allora questa escalation di violenza, diciamo, di sfida singolar tenzone del tipo "mi piacerebbe davvero farti il muso nero e quell'altro, quando vuoi ti aspetto fuori, dimmi dove". Secondo me se la so costruita. Magari non l'hanno progettata a tavolino? Sì, esatto. Però hanno visto succedere questa grande escalation di pubblicità? Ebbene così. Secondo me da una parte c'è Elon che è abituato a questo tono. Quindi comunque se tu gli scrivi "ciao Elon, come va?" lui ti risponde "ti meno, vieni qua". Cioè è abbastanza nei suoi tweet tipici. Quello che ha fatto strano è la risposta di Zuckerberg, che non ce l'aspettiamo così intanto diretto nella risposta. Però c'è un bellissimo articolo del Washington Post che si intitola "L'elonizzazione di Mark Zuckerberg". E pare in effetti che ci sia proprio un tentativo anche della divisione marketing di meta eccetera di rendersi simpatico. Certo uno che si deve ripulire l'immagine accettando la sfida a picchiarsi nel vicolo è divertente come storia. Ehi ragazzi, quando uno è disperato, effettivamente poi come dire, noi con Digitalia non aiutiamo molto l'immagine di Mark, anzi credo che conta tantissimo. Secondo te dopo avergli mollato un ceffone tremendo ad Elon, Mark cosa direbbe? "I'm sorry". Io aspettavo l'intervento del regista pronto. "Non abbiamo gli effetti stasera, non c'è il doc". Come no, cos'è che dice Mark? "I'm sorry". Era rimasto un po' scosso. Un po' lento di riflessi. Esatto, perché prima Elon gli ha tirato un pugno. Sicuramente l'immagine di Zuckerberg, anche perché credo che si è costruita attorno all'immagine di meta e in particolare di Facebook, oggi l'immagine di Facebook è quella del social network dei vecchi, del noioso. E quindi ne è risentito negli anni anche l'immagine di Zuckerberg. Nel suo articolo fa anche l'esempio di cui avevamo parlato già ai tempi di Marketto che girava con la bandiera americana facendo uno sport acquatico, che non mi ricordo qual era. Se avessimo qua il doc ce l'avrebbe già elencato. Infatti stavo pensando la stessa cosa. È stato in chat, quindi tra poco, il tempo del lag, arriva la correzione. Anche quello faceva parte di quel tipo di darsi un tono. E appunto il Jiu Jitsu ne abbiamo parlato prima, spesso sui social ne parla. Il fatto che abbia fatto un torneo qualche mese scorso, se non ricordo male, delle medaglie che ha vinto. Anche quelle sono tutti momenti di comunicazione per andare a riparametrare la sua immagine. Ma neanche umanizzare, ma di renderla più elonica, nel senso di trasformare Zuckerberg in una persona, anzi farlo tornare ad essere un innovatore. E questo credo che la sua immagine, la sua parte sportiva faccia parte di questo. Quindi innovare vuol dire prendersi a botte con gli altri cioto della serie non vale? Quello proprio non lo so. Diventare il più grande essere odiato del mondo. Comunque secondo me hanno fatto una genialata perché se davvero vanno nella gabbia, ci speriamo tutti. Purtroppo mamma Elon ha detto che non si fa. Comunque abbiamo proprio i miliardari che ci meritiamo. Esattamente. Esatto, ma fra l'altro il miliardario, tu prima dicevi se si sono messi d'accordo il buon miliardario, e ci meritiamo Elon, anzi Eloncino ormai come l'abbiamo ribattezzato, si è anche messo in amicizia non solo contro Mark Zuckerberg, ma ha iniziato a sostenere teorie di un altro personaggio che ultimamente è molto amato su internet e nel mondo in generale che è la J. . Rowling. E ha iniziato a dire cose tipo "cisgender" è una parola che non dovremmo usare, diventa una parola negativa su internet perché presume che ci siano altre cose oltre al cisgender. Comunque è arrivata la correzione puntuale, wakefalling, da un utente anonimo. È molto esperto di queste cose, quindi ci ha corretto subito. Per tornare invece al discorso del cis, quello più serio, esatto, quindi innanzitutto cosa vuol dire cis? Cis è, chiamalo, l'opposto di trans, quindi nella teoria di gender, nel momento in cui tu ti rivedi nella tua sessualità fisica, sei una persona cis. Nel momento in cui il fisico e la tua sessualità non matchano, in quel caso sei trans. Cis negli ultimi anni con l'aumento delle conversazioni sul tema è diventata una parola, innanzitutto improvvisamente, che si è usata tantissimo, è entrata nel vocabolario magari non di tutti, però comunque abbastanza comune. Ed è effettivamente poi utilizzata in alcuni ambiti anche per, come dire, nei momenti di confronto più acceso, quasi come un'accusa o comunque un noi contro voi, loro contro gli altri. Quindi dai ragione alla mamma di Harry Potter. No, no, no. Ma come dicevi tu giustamente, Musk e J. . Rowling sono entrati, sono nello stesso campo quando si tratta di questi temi, oramai, Musk. Diciamolo politico. Sì, esatto, che poi è assolutamente politico ancora prima che sociale o ancora di più, ancora che meno accademico. Io assolutamente non sono d'accordo, anche perché come dice giustamente l'articolo, promuovere la rimozione di questo termine vuol dire non ammetterne anche il contrario, l'opposto, ossia trans. Non puoi fare una discussione senza utilizzare i due termini e quindi partire dal presupposto che sia sbagliato. Sinceramente non sono d'accordo. Allora, questa è una tematica molto delicata ovviamente. L'articolo che stiamo commentando e che abbiamo messo in scaletta è un articolo che ha una chiara polarizzazione, no, al punto di vista di una persona appartenente alla comunità LGBT+, la quale dice che secondo lui, o lei, o quello che è, c'è questo sfruttamento da parte di due personaggi molto famosi, appartenenti a due mondi molto diversi, quello della creatività dell'art della Rawlings e quello dell'imprenditoria digitale di Musk, che comunque tutti e due secondo lui questo discorso che fanno su trans e su gis è un discorso che in qualche maniera diventa non inclusivo, diventa appunto di promozione della separazione, eccetera. Io accetto il punto di vista ma non lo condivido perché onestamente non credo che sia un problema di terminologie, no. Mi sta bene il discorso generale di un'apertura mentale, di accettare punti di vista molto differenti su questa che è una delle tematiche più delicate, della relazione tra la persona, essere umano e la sua fisicità, il suo appunto, il suo sesso, il suo essere di un genere piuttosto che di un altro, però fissarsi sul fatto che bisogna coniare il termine cisgender in contrapposizione con transgender, secondo me anche lì nell'articolo. - Non è coniare. - E' coniare perché viene coniato esattamente in risposta a questo discorso del transgender. Vuoi sottolineare che esiste appunto una contrapposizione trans cis, mentre invece va benissimo il fatto che esiste gender e poi c'è transgender. - E' come dire. - Da un punto di vista personale. - Uno è moro e l'altro è biondo. Poi il discorso del cis, adesso non sto guardando più o meno su Wikipedia quando è nato, però come dire non lo stanno. come dire non lo si sta coniando adesso, fa parte all'interno dei gender studies, è una tassonomia, quindi. però una cosa. - Non lo so, questo merita un approfondimento, può essere. io dico un'altra cosa, in quell'articolo c'è una stigmatizzazione eccessiva di questi ragionamenti, mentre invece il problema è un altro. Il problema vero è che queste persone che hanno una rilevanza sociale molto importante stanno facendo un discorso divisivo, stanno facendo un discorso che crea una spaccatura e una non inclusione e allora di questo dobbiamo parlare e magari metterlo a tema. Che poi questo ruoto intorno a cis o trans, la verità non mi sembra rilevante. - Probabilmente provo a rispondere ragionando su quello che è la tua domanda aperta che facevi. Ok, la parola cisgender di fine a se stessa probabilmente non è così importante per questa definizione, cerco di riportare, ma il non permetterla, cioè portarla a parola quasi d'odio, nel senso dire che non va bene in modo tale che qualsiasi altra parola che però lei è legata diventi una parola d'odio, rischia effettivamente di ridurre in difficoltà le minoranze. In questo senso, soprattutto per chi controlla un social network come Loncino, può essere un qualcosa che apre. - Sono persone che hanno una rilevanza particolare, la loro voce non è una voce banale né trascurabile, però in verità, ripeto, dico anche la mia ignoranza, non ho avuto accesso, non ho avuto il tempo di leggere effettivamente quello che la Rawlings e Musk hanno effettivamente detto, noto solo che il tono dell'articolo che abbiamo letto era fortemente polarizzato. - Sì, vabbè, è messo in bc, è la rete. - E io dirò che capisco, figurati, purché sia dichiarato, per quel che è, fortemente polarizzato, da una persona che mi piaceva il suo ragionamento inclusivo, per dire "mettiamo a tema il fatto che ci sia una società che in qualche maniera non fa di questa cosa un'ennesima divisione tra bianchi e neri, tra tutte le cose che nel tempo hanno generato minoranze, persecuzioni o cose di questo tipo, questo non si discute, almeno dal mio punto di vista. E Loncino sicuramente detiene un potere comunicativo, l'abbiamo visto prima, stavamo noi per primi a dire che se si sfidasse in arena a Goldsukenberg attirerebbe sicuramente una platea planetaria, e quindi da questo punto di vista bisogna che stiamo molto attenti alle cose che dice, non è che ci sembra che lo stia facendo. - Ah no, quello è sicuro. - Quindi, finora abbiamo parlato di Elon Musk, i due capostipiti dei due principali social network, dall'altra parte della barricata c'è il Fediverso, però sono usciti due articoli interessanti questa settimana che pongono due diversi problemi sul Fediverso, non so se tu Michele vuoi farci un piccolo riassunto? - Sì, allora, il primo è un… l'altro di chi è il primo articolo? No, no, no, di Parker Anderson, che è uno sviluppatore, che ha messo in piedi insieme un po' di pensieri interessanti sullo stato del Fediverso, quando diciamo in un momento in cui la famosa transumanza da Twitter a Mastodon diciamo che si è quanto meno credo stabilizzata. - Rallentata, sì. - Esatto, rallentata, probabilmente anche stabilizzata, e mette insieme dei punti interessanti su quelli che invece sono i problemi di Mastodon in generale del Fediverso come piattaforma, quindi problemi principalmente strutturali. Ad esempio, lui parla, il primo punto che fa, circa l'autenticazione, e come dire, non è chiaro per l'utente ad esempio dove può utilizzare il suo account. Se io faccio un account su Mastodon. , lo posso utilizzare per loggarmi su Mastodon. ocial? No. Però questo può non essere chiaro per l'utente che non approfondisce. - Esatto, perché in realtà è un tornare da questo punto di vista a quello che noi chiamiamo Fediverso, è l'email come concetto. Io se avevo un email su Gmail non potevo andare su Outlook. om a loggarmi, erano due federazioni diverse, due servizi diversi che però si parlano insieme. - E però si scambiano i messaggi. - In effetti l'email viene considerato come fra i padri del Fediverso, come probabilmente quello che ha mostrato uno dei potenziali problemi, che è uno dei problemi reali che stiamo avvenendo ora, più grandi, ovvero che la teoria è che ognuno avrà il suo serverino con i suoi interessi, con le sue nicchie che si autosostiene, invece sono tutti su Mastodon. o Mastodon. ocial. - Vabbè, sì, sicuramente tanti sono lì. - C'è l'effetto massa critica, è quello il problema del Fediverso. - Anzi, c'è il contrario, perché tu la massa critica in teoria la potresti raggiungere anche se ognuno è sul proprio serverino, ma quantomeno su un'istanza più piccola, che soltanto nel momento in cui si federano tu puoi raggiungere la massa critica. Se invece c'è un problema anche se vuoi di marketing, tu fai l'esea correttamente all'esempio della mail. Se io mi faccio un account su Gmail non mi viene in mente di andare su hotmail. om e provare a loggarmi con le mie credenziali di Gmail e credo che questo non succeda per la stragrande maggior parte delle persone. Ma qual è la differenza? La differenza è nel marketing, ossia che Gmail e Hotmail fanno parte di aziende diverse, che sono comunicati in maniera diversa, con loghi diversi, nella testa delle persone sono prodotti molto diversi. Per il fai diverso non è tanto così. Oggi se tu vai sul home page di un'istanza e poi vai su un'altra non ci sono grosse differenze. Se stai attento magari il logo, ovviamente l'url, il nome dell'istanza sono diverse, ma dal punto di vista estetico sono le stesse. Io stesso mi trovo in difficoltà, ad esempio, quando arrivo sul profilo di una persona che magari voglio seguire sul fai diverso e per seguirla il pulsante di default, il pulsante segui, ti rimanda alla schermata di login del suo server, dove si trova quella persona. Quindi io cosa devo fare? Ci sono delle estensioni che fanno questo. L: Però perché sei molto avanzato, cioè già è avanzato chi usa il fai diverso, oggi è molto avanzato chi lo fa in questo modo. S: Esattamente, mentre invece tu ti devi andare a prendere l'url del profilo, andarlo a mettere sulla tua istanza, l'istanza poi trova quella persona e tu la puoi seguire se ovviamente le istanze sono federate. Però è complesso. F: È complesso, sì. Prima ho detto erroneamente "massa critica", perché intendivo piuttosto il fatto che c'è un'accumulazione legata poi alla semplicità d'uso che ti viene dal fatto che se poi tu trovi tutti quelli che ti interessano su una singola istanza, si comincia ad accumulare la tua frequenza a quell'istanza e non ti viene proprio in mente, come dicevi tu di andare da un'altra parte. E' oggettivamente molto più macchinoso. S: Io ad esempio, e comunque oramai uso giornalmente applicazioni del fai diverso, io ancora non ho capito come si fa ad esempio a far parlare Lemmy con Mastodon. Sono sicuro che c'è un modo, non ho approfondito tantissimo, però non è una cosa immediata quando dovrebbe essere uno dei vantaggi del fai diverso, ossia quello di avere una certa interpolazione tra le varie applicazioni del fai diverso, perché Mastodon e appunto Lemmy vivono in questo senso. L: Mi tiro utente molto avanzato Michele, mi spiace. S: No, se non fai parlare Lemmy con Mastodon vuol dire che è proprio… L: No, no, no, one on one proprio. Sì, sì. L: A primo paretesi, Lemmy si è riempito intanto che c'è la trasmansa da Reddit o invece no? S: Bah, temo di no. E' più pieno rispetto a quanto lo era due settimane fa, c'è qualche subreddit, a parte che quasi tutte le subreddit sono uscite dallo show, però almeno quelle che seguo io sono veramente poche quelle che vedo ancora bloccate. Qualcuna si è fatta anche la versione su Lemmy, però ecco la trasmansa è molto più lenta rispetto a Mastodon. L: E poi c'è invece John Gruber che invece fa un post in cui si parla di un pezzo di cui abbiamo saltato quando parlavamo dello scontro tra Elon Cino e Marchetto, ossia che gli speculatori dicono ci potesse essere sotto anche il fatto che Mark Zuckerberg ha detto che Instagram, una versione prossima di Instagram potrebbe integrare qualcosa di simile a Twitter, sempre la grande innovatività di questo progetto. E questa versione di Twitter potrebbe vivere anche questa nel fai diverso, comunque si dovrebbe poter parlare col fai diverso. Come spesso succede quando ci sono queste notizie interpretate dagli attivisti dell'Open, gli attivisti del fai diverso, ci sono anche quelli un po' più integralisti che hanno fatto un vero e proprio patto, non so se c'è qualche rituale col sangue. L: Il fai di pacto. L'hanno fatto per cosa questo patto? E l'hanno fatto per dire "io amministratore dell'istanza del fai diverso giuro che giammai non mi aprirò mai alla versione". L: Intorno col cappuccio tutti gli altri gestori dei fai diversi, insomma tutta una serie di cose. Se avete visto Isoi Shot potete immaginare la scena. Come era? Fidelio la parola segreta di Isoi Shot. La prima parola segreta, bravissimo. F: Ma non si dicono queste cose, è spoilerato. L: Oggi il puntatore è andato in prescrizione. E morto il regista è andato in prescrizione direi. F: Eh vabbè, così sia. L: E quindi John Gruber poi dice "no ragazzi, non c'è bisogno che state così sulle vostre, in realtà questa è qualcosa. Se è una cosa open è giusto che sia open. Se partiamo da questi presupposti e iniziamo a chiuderci, quando è una cosa che potrebbe poi giovare a tutti quanti, ecco forse non c'è necessario". F: La lista di quelli che hanno sottofirmato il patto è lunghetta e quindi insomma la ragione è questa. Siamo aperti ma neanche poi troppo. L: Ma non troppo. F: Eh ma ragazzi, chi oggi gestisce le istanze di Mastodon spesso viene da quel background lì. Sono quelli che scrivono Microsoft col dollaro al posto della S. L: Microzzotto. F: Microzzotto, esatto. Giusto o sbagliato l'ideologia è quella. Però è un po' presto, non è manco uscito. Diamo il beneficio del dubbio. L: A proverte di Fedeverso ci trovate come Digitali FM, Kiocella, Mastodon. t, Michele Di Emet, Livello Segreto. t, Silom Prof, Mastodon. t e MDS Olle, il mio solito dangle, Livello Segreto. t. Questi sono i nostri riferimenti su Mastodon, ci trovate anche su Twitter, su Blue Sky e penso un po' ovunque, cercateci con i nostri nomi, cognomi sul Fedeverso social del momento, ci trovate di sicuro. Scriveteci anche qualcosina, sia sul canale diretto di Digitalia che il nostro, ci fa sempre piacere leggere quello che ci volete raccontare. Intanto vi raccontiamo noi qualcosa invece di… la colonna l'ho intitolata "Lavori reali nel digitale", il primo articolo postato dal post fra l'altro, dall'internazionale, scusami Michele, l'hai mandato tu? M: Esatto, dall'Essenziale che è la versione italiana dell'internazionale, della stessa redazione. Ci descrive il titolo è "Le politiche di Amazon nei territori svantaggiati" e prima ancora di leggere ho detto "adesso aprirò questo bell'articolone sul terzo mondo, sul Burundi dove questi… e invece è Rovigo. L: La provincia di Rovigo. E in particolare lo stabilimento Amazon di Castelgujielmo, che salutiamo. Il Castelgujielmenzi. M: No, Gujielmini, perché? L: Gujielmini? M: Gujielmini, va bene. L: Non ne conosco. Allora, il racconto in realtà è estendibile probabilmente a quasi tutte le iniziative di questo tipo di Amazon, ma non solo. Amazon ha un po' il vizio di creare delle cattedrali nel deserto dal punto di vista della logistica. In location, che comunque gli conviene perché sono vicino a strade e autostrade, snodi di collegamento, le vende anche come attività di rivalutazione del territorio. Assumiamo migliaia e migliaia di giovani a contratto di età a tempo indeterminato ed effettivamente, qui si parla di cifre importanti, 1. 00 posti di lavoro in una provincia svantaggiata o comunque non sviluppata come può essere quella di Rovigo, sono tanti che possono fare la differenza. M: 1. 00 indeterminati più una lunga serie di stagionali, eccetera, che si rieva addirittura a 3. 00 persone in quei stabilimenti. L: Esatto, perché i 1. 00 sono soltanto un lato della medaglia. Quando c'è il Prime Day, quando ci sono i saldi natalizi, la manodopera sale, può salire di molto, in maniera importante, quasi a raddoppiare e ovviamente in quel caso devono prendere dei lavoratori stagionali a contratto a tempo determinato. M: Però, detta così finora, dov'è il negativo? L: Il negativo è innanzitutto l'ipocrisia di Amazon che te la vende… M: Perché è un'ipocrisia come l'abbiamo raccontato finora? L: Perché va un po' ad approfittarne il punto dell'articolo, è che Amazon poi ne approfitta perché nel momento in cui deve creare queste cattedrali del deserto si rivolge a amministrazioni comunali che non hanno potere contrattuali nei loro confronti e quindi poi crea dei problemi strutturali. Oggi 1. 00 persone si spostano verso questo stabilimento ogni giorno, crea problemi nelle infrastrutture, proprio nelle strade che non riescono a supportare queste persone. Nel senso, prima crei i mezzi di trasporto, le strade, su quelle strade passano i dipendenti, passano i camion pieni, quindi è tutto un ecosistema che richiede una modifica in zone in cui i paesi hanno 400 persone, 400 abitanti e anche quello. Queste persone devono abitare da qualche parte e come ben si sa quando c'è un aumento della domanda aumentano anche gli affitti. Questa non è sempre positiva. Non di pari passo, è spesso non di pari passo. Il mio punto è ok, ma in che senso poi questa da parte di Amazon è una politica diversa da qualunque tipo di azienda che fa un investimento su un territorio? Ovviamente lo fa per dei motivi ben precisi, di convenienza, di localizzazione eccetera eccetera. Allora c'è una. Sto facendo un po' l'abrogato del diavolo. No no, è chiaro. È corretto il ragionamento e Amazon fa la sua parte. È giusto che Amazon in una società capitalistica si comporti così. Sono probabilmente le amministrazioni comunali che quando si trovano Amazon che bussa alla porta devono chiedere delle garanzie diverse, degli investimenti diversi, vuole spostare 1500 persone. Devono pure le rincore. Devono una rete di autobus. Il problema è che c'è una specie di canto delle sirene sul fatto io ti porto l'occupazione e nessuno si fa carico di fare un piano d'impatto di questo cambiamento. L'occupazione è portata così in questo modo con soltanto un'attenzione alle esigenze magari ragionevolmente corrette dell'azienda che sceglie la tecnologia, il modo in cui funzionano le cose eccetera eccetera e che non si fa un bilanciamento dei costi sociali, ambientali, territoriali. Ed è proprio quel discorso più importante perché è qualcosa di cui avevamo commentato probabilmente leggendo gli stabilimenti negli Stati Uniti che mi ricordo l'articolo che si intitolava "Amazon sta finendo le persone" ed è quello che sembra essere la direzione che uno stabilimento come quello di Castelguglielmo stia prendendo ovvero il fatto di usare tantissimi precari, tante persone che non resistono più di un tot di mesi e di fatto poi Amazon inizia con questo bacino che però non è enorme, che richiede magari trasferimenti, spostamenti di persone che magari lavorano tre mesi, sei mesi e poi allarghi, prendi un po' di più ma dopo un po' questo spazio finirà. Quindi cosa succederà col magazzino? E sembra un po' un momento predatorio in un certo senso, queste sono le parole poi in parte dell'articolo dell'internazionale che dice che parla proprio di uno sfruttamento della manodopera precaria e intercambiabile. E la parola intercambiabile che in un aspetto sociale e umano fa un po' di. Però guarda come l'abbiamo detto prima, l'altra faccia della medaglia appunto, se io ti ho assunto 1500 persone davvero, se i numeri sono giusti no? 1500 persone le ho assunte a tempo indeterminato. Quindi io l'investimento stabile in qualche maniera l'ho fatto. Che poi ci sia una situazione di picco nella quale c'è bisogno di assumere personale a tempo determinato perché il picco comincia e poi finisce, anche questo, e non è che poi sia sbagliato in sé. Il problema è sempre quello di prima, che costo ha tutto questo? Noi vediamo solo il vantaggio e poi l'articolo invita a riflettere sul fatto che questo vantaggio nella lungo periodo magari ha un costo ambientale, sociale, strutturale che invece è insostenibile. Però non è un problema di Amazon, non è un problema della tecnologia digitale, è un problema del sistema industriale e del meccanismo capitalistico. E ancora più forse di come sono fatte le leggi sul lavoro. Poi c'è uno dei punti che ha colpito più, che è verso la fine, è il caso di questo Massimo Straccini, 58enne, che pur di lavorare, cito dall'articolo, si era visto costretto a vivere in un camper con la moglie all'esterno dello stabilimento. Allo scadere del suo primo contratto Amazon ha deciso di non rinnovarlo. Va bene, caso, come dire, chiamiamolo caso isolato, anche se come abbiamo detto l'articolo fa degli esempi, degli impatti che ha avuto sul prezzo degli affitti, la presenza del magazzino. Questo è un altro punto fortissimo. A me ha fatto venire in mente quello che ho visto due mesi fa in California, dove le persone con un lavoro vivevano in mezzo alla strada perché comunque non guadagnavano abbastanza da potersi permettere di vivere a una distanza sufficientemente bassa dal posto di lavoro. Vedi le tendopoli di persone che la mattina si svegliano, fanno colazione come tutti noi, però invece di farlo in una casa lo fanno in una tenda. Sì, ma non c'è bisogno nemmeno di andare in California, perché ne parlavamo prima, su Milano, se gli affitti su Milano sono a 1000 euro per un monolocale, più le spese, lo stipendio medio non ti consente. È un po' lo stesso discorso degli studenti universitari con le tende. E infatti in Politecnico hanno fatto la protesta. L'impatto sociale delle scelte che fai, dico sociale per cercare di mantenere uno sguardo il più ampio possibile, è una cosa che non eravamo molto abituati a valutare, almeno non eravamo abituati a valutarla rispetto all'avvento delle tecnologie digitali che sembravano la meraviglia dell'universo. Sì, che poi in realtà niente di nuovo in parte, perché quando chiudevano un stabilimento della Fiat, le famiglie andavano in mezzo alla strada, le aziende che lavoravano con quello stabilimento facevano andare altre persone in mezzo alla strada. Però è la velocità con cui Amazon, adesso non ho più l'articolo sotto mano, ha aperto 20 stabilimenti del genere soltanto in Italia, quasi tutti in area di saggiate. A Milano non lo apre a Segrate ma lo apre in un comune con una più alta disoccupazione e non lo fa per bontà d'animo. Per un calcolo sull'impostazione. Citare Segrate, anche perché Segrate per i non milanesi è anche uno snodo di interscambio autostradale ferroviario, quindi sarebbe probabilmente il posto ideale per fare logistica a Milano, uno dei. Non sceglierle quello ma scegliere un posto invece meno servito da quel punto di vista, conferma almeno un po' di queste teorie. Ma infatti l'altro articolo che tu hai messo in questa colonna dedicata ai lavori reali nel digitale porta in luce che cosa? Il fatto che anche tutti i grandi discorsi che oggi si fanno, l'impatto disruptive dell'intelligenza artificiale, generativa eccetera eccetera, poi alla fine comunque non nasconde. Porta con sé tutta una serie di attività ripetitive, di attività che in qualche maniera sono comunque legate a una fatica umana molto noiosa e in cui comunque dell'essere umano non si può fare a meno. Anche qua c'è una valutazione di quello che succede, i risultati stupefacenti che ci abbiamo abituati adesso in questi ultimi mesi a prendere in considerazione da questo tipo di tecnologie, quello che ci aspettiamo da queste tecnologie. Diciamo, se siamo fatti bene il conto di come vengono ottenuti è uno dei punti critici secondo me da dibattere proprio per evitare di ripetere degli errori che sono stati fatti nel passato. A parte questo articolo super interessante del The Verge con il New York Magazine che fa un approfondimento ulteriore. Vi ricordate quella notizia dei Kenioti che etichettavano le foto per l'intelligenza artificiale? Ecco qui c'è un articolo molto ben strutturato che consiglio a tutti di leggere. Un long form, decisamente long form. Però è giusto che lo sia perché ci sono delle interviste a varie persone che lavorano, che fanno questo lavoro. Spiega bene come funziona, cosa fa davvero un etichettatore, quanto guadagna, quali sono le prospettive. Insomma, veramente tanti spunti. Molto bene. Chiusa l'articolo che ci ha diciato Frank all'ultimo minuto, molti di questi poi a loro volta usano l'intelligenza artificiale per il loro lavoro. Ci sorridiamo dietro ma in realtà è un problema ben più importante perché poi i risultati sono quello che sono. Qui è nella linea del black mirror, l'inseption. Esattamente. Infatti l'articolo di The Verge dice anche quello, perché l'intelligenza artificiale generativa è diventata così brava? Perché si è capito che serve un forte aiuto dell'essere umano per allenarla. Oggi ovviamente quando devi prendere tanti esseri umani paghi tanti soldini e una delle cose che stanno già cercando di fare queste aziende è cercare di capire come non assumere così tante persone. Come lo fai andando appunto a prendere altre intelligenze artificiali che facciano questo lavoro o li aiutino a fare questo lavoro. Quindi siamo già a Uber che cerca di togliere di mezzo gli esercizi. La cosa ricorsiva su se stessa. Esatto, però con una velocità importante. Allora, nuova colonna. Io qua mi aspetto che andiamo avanti fino a mezzanotte, mezzanotte e mezza a parlarne perché è un argomentone veramente micidiale. La notizia è che il Mustafa Suleyman, cofondatore di DeepMind, ha trovato un modo per definire che cos'è questa. Ha proposto. Certo, infatti è da lì che… Però secondo lui il test di Turing, che tutti ben conosciamo, il fatto di comunicare con un'intelligenza artificiale e non riconoscerla dall'altro capo di un terminale, non è sufficiente. Ormai il chat GPT ce l'ha dimostrato che noi riusciamo ad avere qualche dubbio. Secondo lui il metodo per dimostrare che un AI è intelligenza e quindi definire cos'è l'intelligenza è il moltiplicare denaro. Il test che ha proposto è diamo 100. 00 dollari a un'intelligenza artificiale che deve da sola con il minimo aiuto possibile umano, asterisco appunto solamente mano balanza che carica il camion, trasformarlo in un milione di dollari. Aiuto anche. Prego, andiamo. Che dire, voglio dire, è un certo tipo di intelligenza, indubbiamente, forse il bocconiano che è tra noi può darci un punto di vista più raffinato su questo. La discussione seria è appunto un test di Turing del 1950 se non vado errato e la previsione di Turing era che entro 50 anni sarebbe stato superato, sarebbe stato sicuramente… in realtà come sapete l'articolo di Turing ha una riflessione ben più profonda di quella che poi siamo abituati a fare sul test, ma è piuttosto proprio una domanda fondamentale su "possono le macchine pensare?". I 50 anni sono passati e intorno agli anni 2000 si è fatta una lunga discussione dicendo "ma no, ma vedi, ancora non l'abbiamo superato, c'erano i primi tentativi, Alice, eccetera, eccetera, eccetera" e poi adesso siamo al 2023 e il CIATGBT ci ha messo di fronte a nuove sfide. Io su sta cosa dei 100 mila dollari o euro, di trasformare in un milione di euro mi piace, se posso provare, se posso partecipare alla sfida come addestratore anche junior e ottenere un profitto. Tra l'altro 10 euro tenere da 100, 100 da 1000 e così via. Facile così, no? Che ci vuole? Che ci vuole, arriva a 100 mila per poi andare al milione, è fantastico. Beh ma allora ci sono state ovviamente il capitalismo, il turbo capitalismo aveva già adocchiato l'opportunità. Ricordo oramai, siamo parlati di qualche mese fa, soprattutto quando è uscita la nuova versione di GPT, GPT4, un po' di persone hanno provato, poi in realtà non sono neanche andato a vedere come era finita, un po' di persone avevano provato a, come dire, a dialogare con questi strumenti per farsi mettere in piedi un business, ovviamente un e-commerce. Quindi si chiedeva "ok GPT, io ho 10 mila dollari, come faccio a moltiplicarli?" E allora GPT ti dava una serie di consigli, di business, vendi strumenti, vendi spazzolini di bambù. E allora ci sono state tante persone che hanno provato a fare questo, a mettere insieme anche dei siti veri e propri, con dei loghi ovviamente generati da altre intelligenze generative e poi non so com'è finita. C'era gente che voleva investire in queste aziende. Ed è così che hanno fatto i soldi, perché i soldi li hanno fatti con le persone che hanno deciso di investire. E hanno fatto, e hanno investito. In quanto. Eh certo. L'insalata di patate del 2023, diciamoci, vi ricordate l'insalata di patate su Kickstarter? Uno dei primi progetti Kickstarter che ha sfondato qualsiasi cifra immaginabile. "Voglio fare un'insalata di patate". Ecco, è lo stesso effetto. Il primo che si inventa l'insalata di patate è ovvio che qualcosa fa, perché siamo fatti così, ci viene voglia di partecipare. Da lì invece il definire, ecco io più che l'azione, che sappiamo che qualcuno ci riuscirà probabilmente e non saremo noi, purtroppo, ma definire questa come prova dell'intelligenza umana. Ecco, questo mi. Eh sì, quella è la cosa che chiaramente non è che ci piace tanto. Un computer voglia fare soldi. Questa è l'intelligenza umana. Sì, vabbè ragazzi, stiamo parlando così. Il costo di qualsiasi cosa, attenzione. Il costo di, appunto, fare paperclip, fare mollette all'infinito. Anche qui un'altra citazione tipica. Siamo in un momento predatorio, soprattutto quando le tecnologie promettono così tanto e sono così agli albori. Siamo sicuramente in un momento predatorio e pieno di persone, così dobbiamo imparare credo a convincerci. Poi se è così facile fare un milione di dollari partendo da un investimento di 10. 00 dollari, ecco, o saremo tutti milionari e quindi non saremo più milionari perché comprare poi un chilo di pane costerà ancora di più di quello che costerà oggi. Oppure forse non andrà così. Noi l'abbiamo un po' banalizzata. È chiaro che diciamo, secondo me, un po' l'impostazione era anche in qualche maniera provocatoria per avviare un discorso su questi strumenti di valutazione di che cosa significhi l'intelligenza e il significato dell'intelligenza artificiale che è ovviamente uno dei temi che in questo momento interessa a tutti tantissimo, che torna e così via. Però la proposta poi del cofondatore di DeepMind ovviamente era ben pensata in maniera ingegneristica perché se io ti sfido a questo tipo di risultato vuol dire che tu sei in grado di costruire una catena di ragionamento complesso, devi individuare. praticamente io sto dicendo ti do 100 mila dollari o 100 mila euro e tu trovi un modo per investirli bene avendo la cortezza di individuare un'idea imprenditoriale interessante, di tirar su un business plan eccetera. C'è tutta una serie di task in cui se sviluppati in maniera autonoma dal sistema lui dice "ok, è una prova molto più sofisticata del semplice test di Turing" che ormai sembra essere comunque in qualche maniera messo in discussione da questi ultimissimi risultati. Che quello poi sia una. ci risiamo, secondo me la domanda vera è. ma l'intelligenza umana ancora speriamo ha una definizione complessa, non data ancora in maniera integrale perché a mille facce può essere. Esatto, il punto è proprio quello, penso che come definizione di prova di intelligenza umana mi sembra veramente minimale e anche un po' come dire. Degradante. Esatto, degradante nei confronti della spesa della razza umana, non siamo tutti così perlomeno, poi detto da un milionario della stessa. No, qua esce una bellissima barzelletta, prendi un ingegnere, un'intelligenza artificiale, un matematico, come di solito quella serie di barzellette in cui ci sono tre personaggi che rappresentano tre archetipi a cui gli fai qualcosa, e qua dici "prendi un ingegnere, un'intelligenza artificiale, un chimico, un filosofo e dagli 100 mila dollari e vedi ci penso e semmacheri mi viene una bella barzelletta". Ah, non c'è, io pensavo ci fosse una barzelletta, non sei partito con me. C'erano le varianti, hai capito? Allora poi il posto di trasmissione lo chiediamo a Ciarpiti e vediamo cosa viene fuori. Lo sai che è una bella idea questa? La facciamo di sicuro, dai, in posto di trasmissione. Segnatela che questo è esattamente il post, anzi seguiteci in diretta che chissà cosa ne viene fuori. Nel frattempo ringraziamo, è giunto il momento, i nostri produttori esecutivi. Ah, questo è un colpo basso. I produttori esecutivi è il nostro modello di business e di sussistenza, distribuiamo digitalia gratis, ma siccome lavoriamo sodo tutta la settimana per arrivare con le notizie e produrre la puntata, chiediamo una retribuzione, un nobolo incambio. Decidono i nostri ascoltatori, decidete voi quanto, quando, l'entità, l'importante è che lo facciate. Potete farlo in tutti i modi, Paypal, Satisfay, Bitcoin, Bonifico, ci sono un sacco di sistemi, in più adesso c'è anche il Value for Value, grazie alle app che lo supportano, potete fare streaming di Satoshi e ci arrivano direttamente. Noi in cambio continuiamo a lavorare per voi e come bonus vi ringraziamo nelle note della puntata e in diretta. Come farò ora Max, sei pronto? Hai davanti a te il foglio? Sempre, sempre, l'ho detto in colpo basso perché gli stavo prendendo appunti per la barzelletta e invece con grande piacere vado a salutare e a ringraziare i nostri produttori esecutivi della puntata 6. . cominciando appunto dai più innovativi, quelli che usano il Value for Value che per questa puntata sono, aspettate che mi devo mettere gli occhiali che ormai la vecchiaia incalza, Fiorenzo Pilla con 2445 Satoshi, Capitan Harlock con 531, Nicola Gabriele D 2474, Nicola Fort con 3595, Daxda con 487 e Anonymous con 1699. Grazie. Passiamo ai Perpetual Executive Producers della puntata, di tutte le puntate altrimenti che Perpetual sarebbero, che sono Manuel Zavatta e Davide Tinti con una donazione singola perpetua da 1€ e Nicola Gabriele D con una donazione singola perpetua da 2,01 centesimi di euro. Grazie, grazie mille. Donazioni singole, Dei di Luca Cipollone 1€, Alex Pagnotta 2€, Marco Mandia, il terribile Marco con il suo codice Mandia che questa volta fa una donazione da 2,49 centesimi di euro. Ancora una donazione singola da 3€ e poi la zona dei donatori ricorrenti da 3€ al mese che per questa puntata sono Alberto Guffaro, Andrea Bottaro, Fabio Filisetti, Marco Traverso, Simone Magnaschi, Fabio Zappa, l'Igea Technology di Desposito Antonio, Gianluca Canucci, Paola Bellini, Valerio Bendotti, Matteo Sandri, Giuseppe Marino, Giulio Magnifico, Mattia Lanzoni, Paola Danieli e Luca Di Stefano. Grazie, grazie a tutti. Grazie anche a Edoardo Zini che è saltato nel frattempo, ma ringraziamo pure lui. Prego. Ah, mi scuso. Donazione singola da 3,21 centesimi di euro di Davide Bellia, donazione singola da 5€ di Danilo T, donazioni ricorretti da 5€ al mese di Carlotta Cubeddu, Andrea De Lise, Enrico De Anna, Massimo Pollastri, Alessandro Lago, Roberto Basile, Antonio Manna, Paolo Massignan, Antonio Gargiulo, Flavio Castro, Douglas Whiting e Massimiliano Dardi. Grazie, grazie a tutti. Donazione ricorrente da 10€ al mese che inaugura la sezione Grandi Produttori da parte di Marcello Marigliano, seguito da un bonifico ricorrente da 10€ al mese, anche questo dal titolo di Grande Produttore, a Fabrizio Mere. Grazie a tutti, grazie di cuore. Mi raccomando su Digitali FM trovate tutte le indicazioni. Fatelo, noi lavoriamo qui per voi. Dai, un momento divertente a parlare di regolamentazioni. Chi è che mi racconta? Leggi regole, dai. Un momento divertente. Loro avevano detto cose serie, adesso parliamo del regolamento dell'intelligenza artificiale della comunità europea e ci dobbiamo divertire. Ci divertiamo con questa esclusiva inchiesta del Time che mette in luce quelli che sono stati i movimenti di OpenAI in particolare sul tema della legislazione europea di cui abbiamo parlato settimana scorsa. Da una parte Altman era lì che diceva "no, regolateci, ve lo sto chiedendo io, per favore, dateci una regolata". Ma in realtà da sotto era lì a fare attività di lobbying nelle istituzioni europee per fare in modo che la legislazione fosse il meno rischiosa possibile per la sua azienda. Quindi il sottotesto era "sì, regolateci, ma regolateci come diciamo noi". "Prateci la regolata per favore, vi ho già scritto anche il testo, basta che dite sì". "Basta che lo firmate". "Fatemi fare un po' l'avvocato del diavolo". No, è abbastanza normale che succeda questo, ti pare? Va bene, Max, però come dire. Aspetta, non mi fai finire di fare l'avvocato del diavolo, non fa proprio come un altro personaggio di questa. Cioè, dico, esprimo il pensiero, poi magari è sbagliato e avrai tutte le ragioni di contestarmi. Il pensiero è "ok, che cosa vi aspettavate dal CEO di questa azienda che ha fatto la sua fortuna negli ultimi tre mesi con questa. ". È chiaro che, appunto, come succede spesso, dice "prima che ci regolino come dicono loro, fammi andare a chiedere che ci regolino e fammi dare dei suggerimenti su come secondo me ci dovrebbero regolare". Poi, una cosa è questo, e secondo me questo è corretto. Anzi. Un'altra cosa è spacciarlo, cioè se tu questo non lo dici, lo fai di nascosto, e poi analizzando, usando i suggerimenti che dai, si vede che ti apri delle scorciatoie per la tua azienda, per il tipo di cose che fai tu, magari addirittura ponendo le condizioni per un trattamento "privilegiato", allora quella è un'altra cosa. Ecco, a rigor di cronaca non è questo il caso, o perlomeno che si sappia non è quello che è uscito. È uscito che, appunto, come dicevi tu Max, ha portato dei suggerimenti, delle idee, chiaramente idee a vantaggio, dei punti di vista rispetto al lavoro che OpenAI fa, li ha portati per evitare che venissero travisate certi metodi, certi ragionamenti all'interno di questo… Sì, il punto che mi ha colpito è un po' questo fatto, che è uno di quei punti un po' delicati, no? Cioè che c'è stata una spinta, innanzitutto ad esentare alcune tipologie di aziende, alcune tipologie in particolare… Lei ha i generativi? No, non proprio così, ma insomma, diciamo, questo discorso delle aziende che danno un contributo metodologico rispetto a eccetera, eccetera, eccetera, quindi questo aspetto qui va esaminato un po' bene per capire fino a che punto siamo nel legittimo, anche di chi onestamente dà un contributo reale, essendo tra i pochi che ha esperienza di quello che effettivamente dietro questa tecnologia ci sta, e chi invece sta cercando di costruire una strada privilegiata spacciandola per un comportamento etico. Allora, faccio un passo indietro, io sono al 100% d'accordo con te, in quello che dici, quello che è il gioco delle parti, no, l'azienda capitalistica che fa il suo lavoro, mi va benissimo e sono al 100% d'accordo, però innanzitutto non credo che questa sia la percezione necessariamente di tutte le persone, nel senso che ci sono tante persone che pensano che queste aziende, che sono belle, belle e fighe, debbano essere, come dire, anche controllate il bene possibile, perché a un certo punto le loro innovazioni, le loro tecnologie ci faranno diventare tutti degli esseri umani migliori. E' il pensiero americano tipicamente. Esatto, che è il tipico pensiero americano, anche se poi vedremo che si stanno facendo due ragionamenti anche loro su quello che è la legislazione, se necessaria. La seconda è che ovviamente va bene questo gioco delle parti, delle aziende, però una cosa che va meno bene, credo che Altman da una difacciata dica determinate cose, dall'altra però che produca un paper di raccomandazione e lo metta appunto nelle caselle postali della comunità europea, quando se vogliamo far partire un discorso nella maniera più trasparente possibile, forse questo discorso doveva essere fatto alla luce del sole, non andando a dare dei documenti non divulgabili alle istituzioni europee. Perché poi, quello che dice dei temi di cui parla questo documento è appunto quello di non andare a categorizzare come critiche le intelligenze artificiali generative, che quindi dovrebbero avere, cosa che poi tra l'altro è stata, infatti uno dei grossi punti interrogativi di questo articolo è qual è il collegamento tra l'attività di lobbying, di open AI che va bene e fa parte del gioco delle parti, però quanto ha influito sui ragionamenti della versione finale della legislazione europea e che appunto che rapporto c'è stato davvero tra le due entità? È giusto farsi queste domande, ci mancherebbe. Poi mi è piaciuta la parola non divulgabile. Una cosa un po' delicata è stata questa sottolineatura appunto del fatto che in sé la tecnologia delle intelligenze artificiali generative non è nella sezione "Cose critiche pericolosissime", che però ci sono degli scenari di applicazione nei quali lo diventa. Questa cosa indubbiamente si muove un po' sul filo dell'ambiguità. È un punto un po' delicato, perché alla fine è chiaro che se no tu rischi di fare delle moratorie che non hanno significato pratico. Ho capito che la cosa vi ha sconvolto? No, no, no, è corretto. Ti ripeto, è sempre una questione di trasparenza. Magari è davvero questa la scelta più giusta, però perché questa tecnologia rivoluzionerà le nostre vite, domani avremo bisogno di lavorare la metà pur essendo pagati il doppio. Però è giusto che si capisca come si è scompetti. Anzi, è giusto che si capisca come e perché si è arrivata a questa conclusione e che ci sia poi soprattutto accountability nel momento in cui le cose non dovessero andare come sperato. Nel frattempo in Italia, perché qua abbiamo parlato di Europa, la nostra Camera ha approvato un decreto legge che estende la moratoria nei confronti del riconoscimento facciale. Quindi l'estende fino al 2025, quindi abbiamo altri due anni, per i quali fondamentalmente sarà vietata l'installazione di sistemi di riconoscimento facciale all'interno di telecamere a circuiti chiusi. In generale comunque un uso di tecnologia AI, abbastanza, perdonatemi, banalotta che ormai abbiamo da parecchio tempo anche sulle telecamere casalinghe, per quello che c'è effettivamente come rischio, il controllo di massa, il controllo biometrico, uno Stato alla 1984 se vogliamo. Tutto giusto nel contenuto, però l'Italia è il paese del milleproroghe, quindi di due anni in due anni, fra vent'anni staremo ancora a dire "è stato prorogato per altri due anni". Nel senso che appunto bisognerebbe prendere una posizione definitiva rispetto a questa cosa. Io ho visto la proroga come un tentativo di fermare la situazione attuale in attesa che appunto l'AI Act che ormai sta arrivando sempre più vicino a diventare legge, diventi effettivamente legge. Quindi dare il tempo all'Europa di creare un framework comune con cui poi queste proroghe diventino effettivamente realtà. Se fossimo in un altro paese ti avrei dato ragione, però in Italia non lo so. Ma comunque dai, una volta tanto il garante della privacy, questa è un'azione importante. Decisamente, perché l'uso di usi e misusi soprattutto ne abbiamo visti in questi anni parecchi, ricordate il comune dei cosi, alcuni di Como, una serie di altri. Per cui benvenga, poi avevamo due puntate fa parlato della polizia che ha questi nuovi sistemi che dovrebbero tenere il cassetto spento. Menomale. Io devo dirti che non è così purtroppo. Ho testimonianze dirette di usi "allegri". Allegri è sbagliato perché poi il problema qui secondo me è che ovviamente sono strumenti molto potenti, molto pericolosi, dipende sempre da come vengono utilizzati e che garanzie ci sono contro l'utilizzo improprio. E non è banale. No, decisamente no. Però credere che poi tutte queste telecamere che stanno in giro, c'è un'unica salvaguardia in Italia, stavo dicendo, credere che tutte queste telecamere che stanno in giro non vengono mai usate in maniera impro. Eh, ingenuo. In ingegneria, in tecnologia, in tutto il mondo, abbiamo una grande salvaguardia e cioè che moltissimi di questi sistemi di fatto non funzionano. E questa è l'unica speranza che abbiamo nella tecnologia. Il mancata manutenzione. Di regolamentazioni nei Stati Uniti, tirerei corto, semplicemente stanno facendo un po' quello che è successo in Europa, lo stanno rifacendo adesso anche lì, un po' cercano di parlare, chiedere regolamenti, intanto proporre soluzioni, vedremo come va, diciamo che è un copione già visto. Invece Max, ci hai postato questo articolo del Corriere della Sera che a me ha inquietato. Sono giunto a copio. È veramente uno di quegli articoli che, come dire, alla fine ci sono rimasto un pochino, sin titolo Interessi di Interazionale e Etica, Valori e Solidarietà. Non so se vuoi raccontarci qualcosa. Allora, guarda, in realtà l'ho messo un po' simbolicamente perché lo sappiamo, lo diciamo da tempo, ormai appunto mentre quando è cominciata Digitalia veramente c'era una bassissima attenzione dal punto di vista dello sviluppo di queste tematiche digitali in generale, eccetera, da parte dei media generalisti e dei grandi giornali, invece per esempio devo dirti Corriere della Sera praticamente un giorno sì e un giorno no, in queste sezioni del giornale dove si ospitano delle riflessioni, ospita appunto degli articoli che si propongono di fare delle grandi riflessioni sulle macro tematiche di cui stiamo parlando. Questo sin titolo Intelligenza Artificiale, Etica, Valori e Solidarietà e anch'io l'ho trovato un po' inquietante perché è un coacervo di banalità su una tematica fondamentale perché alla fine sostanzialmente dice "sì è vero c'è questi grandi rischi però in tutti i grandi rischi c'è sempre un'opportunità e speriamo che magari questa sia l'occasione con questa tecnologia per rimettere al centro l'umano". Io avevo messo questo articolo e l'avevo segnalato proprio per riflettere un po' insieme perché da un lato tu come fai a dire, come si fa a dire che è sbagliato questo approccio? Va benissimo, figuriamoci. Dall'altro lato è appunto un tema poco argomentato sulla base di cosa? Della presunzione di innocenza dell'umanità? Ma l'umanità ha dimostrato molto ampiamente che lasciata come dire evolvere liberamente si fa tutto quello che si può fare, il contrario di tutto. Quindi un discorso serio sul recupero del valore della persona umana deve entrare molto di più nel merito, deve andare ad affrontare davvero. E' un po' come il discorso. Scusatemi, mi riaggancio a quello che dicevamo prima. Se Altman viene e si fa il giro di tutti e però poi alla fine dice "sì regolamentateci però ricondamentateci sugli usi futuri e non mette proprio a tema gli usi contemporanei dell'intelligenza artificiale perché poi l'intelligenza artificiale è una sigla che nasconde, che contiene tutta una serie di tecnologie ampiamente utilizzate oggi in tanti sistemi e in tanti ambiti cui stiamo sfiorando solamente la superficie, se fai così sei un po' approssimativo e probabilmente davvero vuoi nascondere degli intenti lobbistici non trasparenti e in questo stesso contesto sì un articolo così va benissimo però poi dopo ti lascia un po' con un senso di disorientamento. Non so se è la stessa cosa che volevi dire tu, che ti aveva inquietato da quale punto di vista. Ma allora il passaggio sicuramente tutto quello che hai detto mi ha colpito molto, il passaggio più importante è l'incertezza che un po' questo mondo ma in realtà pare essere diventato parte comunque della nostra vita perlomeno di come la leggiamo poi sui giornali o dai vari commentatori, l'incertezza su quello che può essere un futuro, cioè come la tecnologia oggi ci stia creando più che reali opportunità, reali certezze, ci stia creando una sensazione di incertezza su quello che sia il nostro domani, l'intelligenza artificiale che ci distruggerà tutti, avremo ancora il nostro lavoro eccetera eccetera eccetera, cioè un sacco di dubbi e come tutti questi valori poi facciano parte della discussione e questo porti a un aspetto di attenzione, di dubbio anche nei confronti della tecnologia. No, ripeto onestamente l'articolo a me invece non è questo il punto onestamente che mi ha particolarmente disorientato, anche perché non lo trovo vero, tu oggi hai la percezione che tutti si stanno ponendo questa grande domanda su come sarà il futuro, ma non mi sembra. Allora ci tengo a dire proprio due cose veloci su questo articolo che anche io ci avevo solo lato max, il primo è che è stato scritto da un tributarista, nel senso che sono andato a cercare. E salutiamo i tributaristi che ci sono. E va bene, figuriamoci. Stefano Simontachi è un tributarista. Ci mancherebbe che dia la sua opinione, va bene. Sì, non so se sul primo quotidiano, sapete non voglio ripetermi, però sul primo quotidiano nazionale che ospita l'opinione di un tributarista sull'intelligenza artificiale non lo so se ecco era la migliore opinione che avevamo in giro, forse sì. L'articolo mi sembra una cozzaia di benaltrismo in cui si dice "eh però l'etica, eh però i valori", che però non credo che siano queste le domande che ci sta ponendo la sfida dell'intelligenza artificiale, sono domande che ci possiamo porre oggi come ce le potevamo porre dieci anni fa sui social network o 40 anni fa su quella che era la tendenza culturale e sulla televisione, non lo so, cose del genere. Quindi sì, l'ho trovato un po' vacuo. Sì, è quello che dicevo io. Infatti era un po' una riflessione sul fatto che queste tematiche sono diventate un po' come dire l'argomento del giorno per cui, diciamo anche sui giornali appunto come il Corriere della Sera, giornali che hanno comunque una rilevanza, una grande tiratura nazionale, si riempe un po' di una discussione a volte un po' vaga. Esatto, un po' sempre per fare… Per questo bisogna invece dare sempre più importanza al lavoro che si fa su Digitalia, scusate un po' di auto celebrazione. Giusto, è giusto. Un po' di tributarismo su noi stessi. Allora, cambiamo capitolo, cambiamo argomento, siamo tutti e tre gamer noi, quindi ci piacciono i videogiochi e giugno è il periodo in cui si va alle tre, all'E3. Quest'anno no, ormai forse… Si va alle tre! Si va alle tre, anche alle quattro. L'E3 non c'è stato quest'anno, c'è stata la Summer Game Fest 2023, una specie di versione ridotta, rifatta, un po' denegata, un po' da receneri ma non ufficiale. E effettivamente ci si sta chiedendo, non so se avete seguito un po' la polemica, se questo E3 abbia senso ancora. Ma anche lì è sempre il capitalismo, cioè se c'è bisogno dell'E3 è perché le aziende lo trovano un momento di valore per comunicare. Io me lo ricordo vent'anni fa quando il numero del The Games Machine, che probabilmente aspettavo di più di tutto l'anno, era quello di luglio agosto perché c'era la copertura dell'E3 che c'era stato a giugno, ai tempi quando c'era questo giornalismo asincrono con un mese di ritardo e tu sfogliavi le pagine con tutti i boxettini. E c'era tutto all'E3. Esatto, era bellissimo e vedevi tutti i giochi a cui avresti giocato nel corso dell'anno successivo e aveva un senso. Oggi la comunicazione è cambiata tantissimo, Nintendo c'ha il suo momento di comunicazione, Sony il suo, Microsoft il suo e quindi anche oramai anche i piccoli sviluppatori indie riescono a trovare spazio grazie magari a degli influencer, dei micro-influencer o comunque utilizzando altre strategie trovano spazio. Se non c'è bisogno va bene non farlo e secondo me questa nostalgia non la capisco. Era l'ultima grande fiera se non mi sbaglio perché CES l'abbiamo visto, c'è ancora ma l'abbiamo visto un po' scendere nel corso degli anni. Grandi altre fiere, adesso di questa importanza, di questa volontà di attendere il numero della rivista relativa che usciva il mese dopo non ce ne sono più in questo settore. Si è mosso tutto. E' appunto quello che dice Michele, una trasformazione proprio della sincera verità con le piattaforme di streaming, con tutta l'attività di comunicazione che vengono effettuate dai singoli produttori, dalle singole case costruttrici. L'idea di una grande fiera dove svelare quello che succederà è un po' ovviamente passata di moda, il Covid ci ha messo il suo, è saltata un'edizione, è saltata due, è saltata tre. Alla fine se ho capito bene tutti i grandi produttori hanno detto "no ma noi a quattro non ci veniamo proprio, non c'è bisogno". Ci manca, ci manca più che l'Itria in sé, da videogiocatore ci manca questo grande bagno di novità tutte assieme, un po' in competizione tra di loro. Di promesse per il futuro. Questo ci manca perché ormai vai su YouTube, i prossimi giochi, ti vedi 25 minuti di trailer. Il Summer Game Fest che è stata questa manifestazione più o meno parallela, alternativa chiamiamola, io sto guardando i titoli che sono usciti, Final Fantasy 7, usciti, dichiarati, poi lanciati, Mortal Kombat, Fortnite, sono titoli di cui ho sentito parlare tantissimo. È quello che dici tu, non c'è più il momento, ti vomito addosso un sacco di novità, è un continuo parlarne quindi perde anche un po'. Sono tutti lì che aspettano, non c'è più, questa è la verità. Però io ho una domanda, ma Lara, quando torna Tomb Raider? Eh che abbiamo anche lì visto tutti, mamma mia ci manca tanto Lara. Ho visto Unreal Engine 5, un nuovo Lara, ma non si sa quando, come, dove, vabbè. Lara, se ci ascolti ti aspettiamo. E invece il gioco che ha colpito di più, il buon Franco che ci ha condiviso questo articolo che ha in gadget, è EVE Online che ha una nuova modalità. Ma noi sappiamo che il doc con EVE Online è proprio fatto. Eh ma attenzione, la modalità nuova si chiama la modalità Microsoft Excel, cioè integra direttamente il modo di poter collegare le statistiche di gioco a un foglio Excel, importare e esportare tutti i dati eccetera eccetera. Siamo arrivati veramente a un qualcosa di… Eh però in un gioco come EVE Online dove l'economia che muove il mondo fa tanto, quale strumento migliore se non Excel è quello di sfruttare al meglio ancora. Torniamo al discorso del capitalismo anche nei videogiochi e Excel è il braccio armato. Se fosse un fantasy sarebbe The Quest of the Commercialist. Però esatto, dopo aver visto i campionati del mondo di Excel, adesso vediamo anche i videogiochi basati su Excel. Prima c'erano i videogiochi dentro Excel nascosti, cos'è che era il flessibile? Adesso abbiamo il videogioco che si fa con Excel. So che ci sono tanti fan di Excel in giro per il mondo. Io non so voi ma ai tempi di Fanville io ce l'avevo il mio file Excel per calcolare i proventi da ogni coltivazione. Siamo riusciti a farti fare outing su questo, bravissimo. Ci voleva EVE Online. Ma tu il tempo per fare altre cose dove lo trovi? No ma Fanville stiamo parlando di quando credo era l'università. Come è finito l'università a questo punto la domanda è questa. Creando business plan su Fanville. Ho capito, va bene. Ci andiamo a Vallisari. Ci andreste a Vallisari? Simpatica isoletta finlandese. Adesso raccontiamo ai nostri ascoltatori simpatica isola finlandese che ha un articolo dice vietato in realtà poi si capisce meglio sconsigliato l'uso dei cellulari cioè vuole essere la prima isola senza cellulari. L'idea è venite qua in Finlandia. Mettete il cellulare in una busta. Mettete il cellulare in una busta anche se prende di tutto il 5G, 6G. Antenne perfette però dicono tu lo spegnete non fate le foto non fate le storie su Instagram. Complimenti all'agenzia pubblicitaria che si è inventata questa campagna. L'isola senza cellulari. Esatto. Il cellulare si può usare benissimo se uno vuole lo può spegnere sia a Vallisari o se va a Santorini o se va alle Canarie. Ma pure se viene a Verlino nella mia casa di campagna io vi consiglio di spegnere il cellulare. Esatto ma infatti la cosa che mi ha colpito dal titolo che dice l'isola senza cellulari e poi in realtà non c'è né un divieto né un. è una troata turistica. Né un'essenza tecnologica. Secondo me esatto ci vorrebbe invece una bella isola dove non ci sono antenne. Da quel punto sarebbe interessante che scatta completamente la tentazione. Non c'è antenne e caricatori USB. Non mi ricordo quale film è che comincia così e finisce molto male su quell'isola. Sarà stato un horror decisamente. Penso di sì. La prima cosa che succede nel film horror è che a un certo punto sparisce il campo del cellulare e già lì tutti quanti gli spettatori hanno un brivido lungo la schiena e capiscono che sta per succedere qualcosa per cui il cellulare ti servirebbe senz'altro. Però ecco è interessante vedere come l'idea di obbligarci a stare su un'isola senza cellulari, non deserta fra l'altro, cioè un'isola normalissima, a noi richiami subito scene horror. Questa è l'idea in nostro inconscio. "No non posso instagrammare, aiuto, non posso mastodonare". Ecco mastodonare. Di che vogliamo parlare? Andiamo verso la conclusione. Volevo chiedervi se avevate ancora un articolo che vi piaceva, un argomento che volevamo prendere. Facciamo follow up su Paul McCartney che ha detto che non è vero che verrà utilizzata l'intelligenza artificiale. Speculazioni su cui abbiamo commentato settimana scorsa. Ha detto "in realtà non posso dire molto ma non c'è niente di artificiale o creato sinteticamente, tutto è tutto vero e ci suoniamo sopra con dei strumenti veri". Questo non vuol dire che sarà una bella canzone. Ha detto "ho preso il plugin che fa pulizia dei riverberi che c'erano e quello lì sarà il machine learning". Va bene, glielo concediamo un ascolto. Anche due conoscendoci. E quindi arriviamo al momento tanto tanto atteso da tutti i grandi e i piccini, i Gingilli del giorno. Signore e signori, i Gingilli del giorno. I Gingilli del giorno sono i regali dei digitaliani per i digitaliani. Le voci digitali a fine trasmissione selezionano per voi qualcosa di hardware, software, letteratura, qualsiasi cosa che abbia sicuramente una tematica digitaliana ma che abbia colpito uno di noi tre in maniera importante, colpendoci con la curiosità, stravolgendo la nostra esistenza o qualche sfumatura nel mezzo. Max, prego a te l'onore di aprire questa sessione. Senz'altro, anche se io questa sera voglio fare l'avvocato del diavolo. Ma se il gingillo è un gingillo e quindi una cosa gingillosa non è che per forza deve averci sconvolto l'esistenza. Deve essere molto interessante come la vecchia citazione e io trovo molto interessante questo Gingilibro che come sapete è un po' il filone profondo di queste 680 puntate digitali da parte di Silent Proff, cioè la costruzione di una ricca biblioteca digitaliana. C'è un libro, visto che la tematica del semestre è questa, dell'esplosione dell'intelligenza artificiale, che in italiano è stato tradotto ed è disponibile col titolo "Né intelligente né artificiale" e in realtà questa è una traduzione di Atlas of AI che guarda da un punto di vista molto diverso dal solito, cioè guarda Atlas perché l'Atlanta dell'intelligenza artificiale fa una discussione molto approfondita, molto documentata sull'impatto ambientale dell'intelligenza artificiale, su cosa è necessario per far funzionare questi algoritmi e questi sistemi così potenti in termini proprio della necessità di generare energia elettrica, di dove vengono localizzati i grandi cluster e così via. Quindi accompagna il discorso sulle applicazioni con una valutazione dell'impatto ambientale molto ben scritto, l'autrice si chiama Kate Crawford, "Né intelligente né artificiale", io però ve lo raccomando nella versione inglese perché sicuramente per chi può e chi vuole leggere direttamente in lingua originale questo è uno di quei casi in cui il libro è scritto in maniera molto bella, scorrevole e da un punto di vista davvero nuovo su quelle che sono le problematiche dell'intelligenza artificiale. Grazie mille Max, molto molto interessante, lo aggiungeremo alla nostra libreria e biblioteca digitaliana. Michele. Allora abbiamo parlato dei limiti di Massodon, un buon, se insomma non vi sconfinfera molto, l'interfaccia di default, ce ne sono varie non ufficiali, una di queste che trovo molto interessante si chiama ELK, la troviate su fedefed. om, e un po' riprende sicuramente l'interfaccia del sito, quello con l'uccellino, quello blu, non so se ve lo ricordate, andando a mettere l'accento sulla scoperta, perché c'è la sezione esplora particolarmente avanzata, in cui appunto si possono trovare nuove persone da seguire, nuovi hashtag da seguire. È utilizzabile con qualsiasi account, non importa su quale federazione, su quale istanza voi abbiate l'account, fate il login col vostro e automaticamente sarete trasportati sulla vostra timeline. È ovviamente un'interfaccia web, quindi la trovate a questo sito, ma è utilizzabile anche con una discreta soddisfazione anche da mobile, elk. edefed. om. Fantastico, grazie mille, abbiamo parlato bene di Fedeverso, è giusto avere un nuovo giocattolo fedeversoso, abbiamo parlato bene anche di AI, il mio gingillo è molto AIoso, ogni tanto ci sentite parlare di longtiform, articoli lunghi, ma quando hanno il tempo di leggerli? No, noi abbiamo il tempo di leggerli, ce lo prendiamo, ma a volte uno ha voglia di riassumere un po' le cose e ChatGPT ci viene in aiuto con un'estensione per Chrome che si chiama "ChatGPT Summarize Everything" o "Riassunti di siti web e video di YouTube ChatGPT", lo trovate sul Chrome Web Store gratuitamente, che non fa altro che prendere la pagina che state leggendo e farla riassumere a ChatGPT chiedendogli di fare un riassunto, possibilmente nella vostra lingua, e tirare fuori un elenco puntato di fatti, quindi i punti salienti del pezzo che sta leggendo, a volte aggiunge in fondo "Mi è capitato un commento", e questa è la parte più interessante e curiosa che salta fuori, e le fonti, che molto spesso sono lo stesso articolo che ha appena letto giustamente, li fa molto bene, in generale sono molto precisi, è molto comodo, ogni tanto, come sempre, è giusto saperlo, fa delle allucinazioni, ad esempio l'ho provato sul pezzo che raccontava della lite fra, anzi della mamma di Elon, e a un certo punto ha detto che la mamma di Elon ha convinto i suoi due figli a non fare a botte, e ha detto "Ma da quando Mark Zuckerberg è figlio della mamma di Elon?" C'è qualcosa che non sappiamo, qualcosa che non sapevamo, ma lo sappiamo, lo sapete bene tutti che si chiamano gli abbagli delle intelligenze artificiali generative, per il resto comunque è molto molto comodo, quando c'è qualcosa a leggere e non c'è tempo, si vuole avere sottomano il riassunto, c'ha GPT, riassunti, siti web e video YouTube. LM: Chiaramente troverete tutti i link direttamente nelle note dell'episodio, episodio 680, sul sito www. igitalia. om/680. A questo punto arriviamo ai saluti finali, Max siamo a un'ora e mezza, precisa precisa, come abbiamo detto all'interno, un'ora e mezza di notizie digitali, e ci siamo. Come da promessa iniziali. Bravissimo, che raccomandazioni dobbiamo fare ai nostri ascoltatori? Beh intanto se vi abbiamo incuriosito, potete trovare gli articoli, potete magari andare a approfondire, andare a leggerli, soprattutto qualcuno potrebbe stimolare discussioni ulteriori. Provate a far ascoltare Digitalia ai vostri amici, portate orecchiette fresche, ci fa sempre piacere ricevere stelline, contributi, commenti sulle varie piattaforme, ho sentito direi forse anche Spotify, quindi insomma trovate il modo di farci le varie vostre messaggi, ci fa sempre molto molto molto piacere. Per il resto direi che per questa sera è tutto, dallo studio di scorta di Milano Città Studi un saluto, una buona settimana da Francesco Facconi. Dallo studio cittadino di Avellino un abbraccio da Massimo De Santo. E dallo studio di Milano Isola un ciao da Michele Di Maio. Ci sentiamo la settimana prossima con una nuova puntata di Digitalia.

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