Blurry
Logo Digitalia

Prossima diretta
Lunedì 29 Aprile alle 20:50

716

Il mutuo di Neil Young

L’Europa approva AI Act. Spotify ostaggio di Apple. La legge USA anti-TikTok. Tim Berners Lee e i 35 anni di World Wide Web. Queste e molte altre le notizie tech commentate nella puntata di questa settimana.

Digitalia.fm
Digitalia #716 - Il mutuo di Neil Young

Digitalia #716 - Il mutuo di Neil Young

Settimana del diciotto marzo duemila ventiquattro, la legge USA contro TikTok, Berners-Lee e la riscosta del web, Spotify, Nostalgio di Apple, ma anche Neil Young, Emulatori, Texas, queste e molte altre escalette per un'ora e mezza dedicata alla notizia, quella digitale all'italiana. Dall'imistudio Liguria 1 di Sanremo, qui è Franco Solerio. Dallo studio di Milano Isola, Vicale Di Maio. E dallo studio di Milano Città Studi, Francesco Facconi. Buongiorno a tutti e cari amici digitaliani, bentornati all'ascolto di Digitalia, bentornati, buonasera anche ai miei due colleghi, oramai siete sempre voi, siete il biondo e il nero, siete gli Staschiacci del podcast in italiano praticamente. Adesso non ho mai visto Staschiacci quindi non posso dire, quindi tu sei. Non hai mai visto Staschiacci. Allora metti subito una pausa in questa registrazione. Staschiacci. La serie ovviamente originale anni '70 e non il film. Cos'era? C'era Ben Stiller nel remake? Direi di sì. Owen Wilson forse. Esatto, esatto, credo di sì. No no, la serie originale era roba, era roba, tanta roba, tantissima roba. C'era Snoop Dogg anche nel film rivisitato, moderno, che non era male perché era molto a tono con il personaggio dell'informatore, non mi ricordo neanche come si chiamava, lo Snitch. Bene, allora, che dite, cominciamo con le notizie della settimana. Direi che la più, per iniziare, anche se è blanda, secondo me, AIACT, la legge sull'intelligenza artificiale europea è passata. E legge? Non mi sembra ci siano modifiche rilevanti rispetto a quando ne avevamo parlato, ne avevamo anche trovato un paio di criticità, ma Michele come al solito ha detto "eh no perché non è ancora legge, non è stata approvata, si è sbagliato" invece adesso è stata approvata. Beh, beh, beh, ancora è quasi approvata. Cosa manca? La firma di Pertini? No, no, no, allora, è passata al primo giro fondamentale che adesso io poi mi confondo per tutti questi questi giri europei. Abbiamo fatto educazione civica in un'altra epoca noi. Esatto, nei quali c'era la Jugoslavia, l'Urss, l'Urss, esatto. Però fondamentalmente il Parlamento europeo o qualcosa di simile, adesso aiuta, sì il Parlamento europeo. Il 13 marzo. Ha approvato. Ora questa, diciamo che è il passaggio più importante, mancherebbero tecnicamente ancora la revisione da parte del linguaggio e da parte degli avvocati. Lo spell check, il grammar check. Che ci siano cose scritte giuste che non siano reinterpretabili e poi il conce. qua mi aiuta Michele perché educazione civica su questo a zero. L'ultima approvazione, non più del Parlamento a questo punto, dell'altra cosa europea. C'è l'europea. In cui in teorie erano già d'accordo prima, quindi dovrebbe essere passata perché il grosso è fatto. Però, come il GDPR, questa è una legge che non deve essere vagliata e promulgata dai singoli stati. Il GDPR nel 2018, la stessa cosa, si tratta poi di fare un lavoro. Anche perché hanno visto che oramai con l'esperienza delle spiagge e dei tassisti hanno detto aspettiamo che gli stati membri approvino. Per attività. Vabbè fanno un po' di cassa nel frattempo. In realtà si tratta soltanto poi di andare a raffinare le leggi. Ad esempio il codice della privacy è stato modificato per non andare contro il GDPR. Quindi appunto non c'è bisogno che venga poi promulgata una legge separata dai singoli stati. Ci sono comunque degli altri step perché poi alcune cose da subito entrano nel vivo. Ad esempio verranno proibiti da subito, anzi tra sei mesi, dopo sei mesi, dopo l'ultima ratifica, i sistemi di intelligenza artificiale vietati tipo quelli che sfruttano… Quelli critici. Esatto. I sistemi biometrici, il tracciamento delle persone. Sì, la filosofia della legge è proprio di catalogare i rischi e le implementazioni di questi algoritmi in base al rischio e fare tre o quattro classi di rischio. Una che è vietata da subito, l'altra che è vietata un po' più avanti, quell'altra che deve… Invitatina. Invitatina, devi chiedere l'autorizzazione eccetera. Insomma maggiori garanzie man mano che ci si muove verso implementazioni sempre più teoricamente lesive dei diritti. Anche se ci sono le criticità come quella che sistemi biometrici di polizia non possono essere impiegati tranne in caso di presunti crimini gravi e roba del genere. E terrorismo. E terrorismo certo. I bambini ci manca quello però. Ma era implicito da qualche parte. I bambini terroristi. Si sa, il bambino che compra lecca lecca al supermercato in contanti va sorvegliato perché pagando in contanti potrebbe essere lì a riciclare del denaro dei terroristi e quindi… Certo. E' il solito modo per… Lì in mezzo a questo puri è finita questa roba della commissione che apre un procedimento formale contro Aliexpress. Esatto. Siamo ancora… Adesso torniamo nell'ambito del DSA. Ok. Digital Service Act ed è stata appunto aperta una… Aliexpress non credo, non mi sembra che fosse un gatekeeper. Si, si. Siamo parlando di comunque un… Era uno dei pochi non americani, diciamo, ai fini pratici. Però si era considerato un gatekeeper essendo un marketplace di grandi dimensioni. Esatto. E tra le varie cose che venivano smerciate, probabilmente vengono ancora smerciate su Aliexpress comunque ci sono medicine, medicine contraffatte e vabbè in generale quello di cui viene accusato appunto è il non aver fatto abbastanza per far uscire dal suo mercato tutte quelle che sono alcune cose vietatine come appunto le medicine contraffatte. No bueno. Visto che siamo transitati in argomento DSA/DMA, rimaniamo in Europa e andiamo avanti con quello. La notizia degli ultimi giorni è che Spotify denuncia un comportamento scorretto. Che novità. Da parte di Apple, Spotify ha preparato e mandato per approvazione ad Apple, per l'app store, la nuova versione della sua applicazione, quella con lo steering, cioè quella con la proposta, l'avviso ai suoi utenti, guarda che se vai sul sito puoi pagare così e far l'abbonamento direttamente lì pagando di meno. Apple l'ha tenuta lì, quindici giorni non l'ha ancora approvata. Spotify dice di solito Apple ci approva tutto in una giornata, stavolta. Non solo di solito. Per scusate ragazzi, dove le approvano in Europa le applicazioni? In Irlanda, sapete che è l'Apple in Irlanda? In cosa c'è stato questo discorso? San Patrizio, ma mica si lavora la settimana in San Patrizio, poi devono c'è il dopo sbornia. E' solo una questione di tempistica, è solo sfortuna quella di Spotify, non c'è della mala fede. Di solito Apple si freggia addirittura dopo aver passato i primi anni di vita dell'App Store con problematiche del genere di tempi lunghi di recensione. Se è fatta freggio, lo stesso Phil Schiller era andato sul palco dicendo "ora abbiamo assunto un mucchio di revisori, oramai è raro che un'applicazione ci metta più di 24 ore per essere approvata, questa è la media, questa è la cosa". E qui evidentemente si stalla qualcosa. Altri sviluppatori hanno testimoniato che, e anche anonimamente dipendenti Apple, che lasciare nel limbo dell'approvazione è uno dei metodi di Apple per scoraggiare un certo tipo di applicazioni che sono magari borderline per quelle che riguardano i regolamenti scritti, ma che ad Apple proprio non piacciono. Ma dite che è un lasciare nel limbo o che ai vari livelli, perché poi dai primi approvatori su, ai loro manager e così via, non ci sia nessuno che voglia prendersi la briga di rischiare? Non c'è nessuno. Perché siamo, come dire, appunto in settori grigi, quindi a provare questa cosa di spotify. Francesco, la roba che finisce sui giornali, la roba che finisce sulle prime pagine di The Verge, di Arts Technic eccetera, non si ferma al manager a metà della graduatoria o al vice president che decide, ma arriva direttamente sulla scrivania di Tim Cook. Tutto quello che fa prima pagina, specialmente in questo momento, questo tipo di argomenti. Il fatto di rimanere lì nel limbo è o volontà di lasciare lì a rosolare per vedere l'Europa come si muove o indecisione, che ho letto è uno dei tratti di personalità più criticati dentro a Apple di Tim Cook. Dicono che appunto uno dei difetti maggiori che ha è che tante volte non prende decisioni, preferisce lasciare le cose lì che rosolino e che non vadano avanti piuttosto che prendere una decisione netta. E effettivamente, anche per quello che abbiamo visto da fuori tante volte, è sempre stato quello che ha evitato i conflitti, allontanato dall'azienda le persone che portavano conflitti. E' uno che vuole vivere tranquillo, è uno che non vuole casini, è uno che pensa che la strada migliore per la sua azienda sia una strada di non conflittualità, tranquillità, niente… Però ovviamente qui rischiano comunque perché non decidere certamente finisce sul banco di chi ha appena fatto una legge che non devono comportarsi da prepotenti e quindi qualche cosa succede. In effetti non conflittualità in questo periodo è tutto tranne che Apple è in un momento estremamente conflittuale, perlomeno con l'Europa, con i grandi Ubisoft, Spotify… Ma lì c'è questo atteggiamento loro che va oltre, loro credono di… loro non pensano di essere prepotenti, loro pensano di avere diritto, cioè hanno il punto di vista del padre padrone. Questo ambiente l'ho creato io senza quello che ha creato Apple, non ci sarebbe l'App Store, non ci sarebbero le app, non ci sarebbe tutto questo. E quindi siamo noi che facciamo un piacere agli sviluppatori. Quando presentano al WWDC tutte le volte la presentazione inizia con "Apple ha distribuito n miliardi agli sviluppatori delle applicazioni", non "gli sviluppatori delle applicazioni hanno guadagnato n miliardi di cui noi ci siamo ciucciati il 30%", dico "noi abbiamo dato agli sviluppatori n miliardi". Loro si vedono sempre al centro di questo mondo. E' uscita… E manco, tra l'altro la slide dopo che spesso nascono, e manco mai dicono grazie ai sviluppatori perché dovrebbero, anzi grazie a Apple che ci hanno dato questi soldi. E' quello il concetto. Oggi immaginiamo che non esista lo store e che non esista nessuna app tranne quelle sviluppate da Apple. Quanto varrebbe di meno Apple? Quanto varrebbe di meno il mercato dell'iPhone? Quanto no? Allora io ricordo che c'era Windows Phone che non aveva applicazioni sul suo store. Ha avuto un successo bestiale. Qual è la sua quota di mercato adesso? Non me la ricordo perché è un numero complicato da ricordare. Bisognava dirlo. Purtroppo, perché era un bel sistema operativo. E in effetti, battuta a parte, è così. Se pensiamo anche adesso, Android chiaramente è un sistema operativo che è pieno di applicazioni. Ma già quando andiamo su gli Android che non hanno il Play Store, che ne hanno quindi meno, mancano, si fa fatica. E per cui effettivamente non avere le applicazioni in un mercato, quello degli smartphone perlomeno, fa veramente il bello e il cattivo tempo. Eh ragazzi, Huawei. Stavano pensando proprio a loro. E hanno tolto lo store. Peraltro se vai a vedere che cosa c'è dietro a quei conti, dietro a quei miliardi che Apple, tra virgolette, ridistribuisce agli sviluppatori, c'è da rabbrividire. Francesco ci ha condiviso questo report di Revenue Cat. Revenue Cat è un'azienda che fornisce una serie di servizi che rendono più semplice implementare i pagamenti, tramite in-app purchase di Apple ovviamente, per gli sviluppatori. Quindi si rendono conto di quali applicazioni sono inattive, quanto guadagnano mediamente e quanto non. E l'analisi è impietosa, da quello che traspare di qui, la maggior parte delle app non fa una lira. Sono più del 30%, se non ricordo male, le applicazioni che guadagnano meno di 100 dollari al mese. Il 17% superano i mille. Delle subscription. Infatti l'articolo va a un certo punto, quindi mi immagino quelle che non hanno un modello di subscription. Gli altri modelli sono, ricordiamo, il freemium, tipo le gemme, che veramente va molto forte dentro i vari videogiochi, che poi paga prima. Ed è quello, da altri articoli abbiamo visto che in realtà il 70%, se andiamo a pesare i dollari, il 70% degli introiti che arrivano dall'App Store arrivano da giochi. E arrivano da giochi e arrivano da quel tipo di comportamenti molto antipatici, come convincere i ragazzini a pagare, a farsi attualizzare l'in-app purchase dai genitori per andare avanti di livelli, le gemme che costano oltre un certo livello se vuoi andare avanti devi pagare per sbloccare. Tutta una serie di comportamenti che di fatto sono predatori nei confronti della clientela. Quindi Apple dovrebbe freggiarsi un po' meno di questa medaglia "noi facciamo guadagnare" eccetera eccetera. Ed essere un pochino più riconoscenti nei confronti degli sviluppatori, quelli che producono applicazioni, non dico serie, di ogni tipo, perché qualsiasi applicazione va bene, ma che spesso ci mettono più energie di quello che è il loro ritorno e ancora vengono trattati e vessati come abbiamo visto in questi mesi. I download di Firefox e Brave su iOS decollano grazie al Digital Markets e lì è il potere del banner. The power of the banner. Quindi l'Europa aveva ragione e grazie a Europa a questo punto. Grazie Europa. Stavamo aspettando che andassi avanti Michele siamo rimasti. Non credo che succederà. Sì, veramente l'esposizione, il semplicemente far vedere un'icona in più, due icone in più, beh in realtà un bel po' di icone in più. Ricordiamoci gli iscrittori di settimana scorsa. Però, boh, non lo so, io non la vedo che in maniera positiva. Io mi immaginavo un bel ragazzino che comunque, beh, poi quando ero ragazzino Internet era molto diverso, anzi forse non avevo neanche Internet, però nel momento in cui venivo esposto in maniera anche passiva, se vuoi, a una scelta andavo anche per curiosità a vedere cos'è questo software e appunto magari scoprivo cose diverse. Quindi, onestamente, non la vedo così male. Speriamo tengano. Rimaniamo in ambito leggi, nuove leggi, ma andiamo dall'altra parte dell'oceano per analizzare la questione del congresso USA che ha approvato la legge di, la legge anti TikTok, fondamentalmente TikTok costretta a vendere le sue quote a proprietà americane oppure essere bandito dall'utilizzo completamente sul territorio americano. Mi ricordo puntate di 4 o 5 anni fa alle Digitalian in cui parlavamo esattamente della stessa cosa. C'era Trump, c'era TikTok che non gli piaceva, la Cina. È diverso. Allora, i senatori proponenti sono gli stessi, anzi i congressmen, i deputati proponenti sono gli stessi. Ma oggi c'è stato, c'è il passaggio ulteriore. Ai tempi era stata proposta la cosa, ma non era andata al di là di una specie di ordine del presidente, non mi ricordo cosa, ma a livello di Parlamento non era stata, non era certamente andata. Se non sbaglio a livello di agenzie federali che i dipendenti forse non potevano usare. Quello è stato implementato, certamente, ma non so se poi è durato ed è caduto. Invece qui si tratta di una legge approvata già dal congresso. Adesso manca il passaggio al Senato e al Presidente. Presidente Biden ha detto già "lo firmo". Se lo firma in Senato, sul Senato non è detto che passi in automatico. Esattamente. Poi è molto interessante l'articolo di The Verge perché racconta un po' di retroscena sotto vari aspetti. Il primo quello del come ha fatto poi questa legge a tornare in auge. Se ne parlava un po' di annetti fa, sembrava essere entrata in un momento invernale e nessuno se ne occupava più. Adesso così è ritornata quasi in maniera inaspettata, quasi come se fosse arrivata direttamente in Parlamento. In realtà l'articolo di The Verge, che ha intervistato credo proprio alcuni dei parlamentari che ci sono dietro, raccontavano che il loro lavoro comunque è continuato. Hanno continuato a rifinire la legge, a parlare poi internamente per cercare di farla passare, perché poi adesso sta passando, è passata anzi, sia con i voti dei repubblicani che voti dei democratici, non tutti quanti. Comunque c'è qualcuno che si è opposto da entrambi i lati. E poi molto interessante cosa è successo quando appunto il congresso l'ha approvata. TikTok spresa forse anche un po' alla sprovvista, ha fatto uscire sulla sua applicazione negli Stati Uniti un pop-up, neanche un pop-up, una schermata perché era letteralmente a tutto schermo in cui si diceva fondamentalmente "Vi vogliono togliere TikTok, questa è una casella di ricerca in cui potete inserire la vostra città e il vostro zip code e mettervi in contatto con il vostro deputato di riferimento". Cosa che è una cosa abbastanza comune negli Stati Uniti appunto telefonare letteralmente direttamente negli uffici del congresso al rappresentante del proprio stato. Ed è così è successo e quando è lì è stata poi in parte una prova di forza da parte di TikTok perché le linee sono state letteralmente intasate. Alcuni sono andati in segreteria, altri a un certo punto han dovuto proprio staccare le linee perché non riuscivano a far fronte al numero di persone che telefonavano. Terribile, una cosa agghiacciante, agghiacciante. C'è gente che è brava a dirlo. Ho letto i commenti degli staff di questi deputati americani che si è lamentata per quattro ore, quattro ore hanno dovuto lavorare con le linee piene. Ma sei pazzo? Che dovevano rispondere alle persone. Ma cos'è questa una democrazia? Siete pazzi? Quattro ore hanno dovuto rispondere ai loro elettori che gli chiedevano qualcosa. È una cosa inaudita, inaudita. Erano quattordicenni, non votano ancora. Non votano ma i loro genitori votano. I loro genitori votano e piuttosto che sentirli friniare che hanno tolto TikTok. No però scherzi a parte, esatto. Tanti ovviamente sono ragazzini perché giustamente la demografica di TikTok è molto anche quella. Poi era interessante come alcuni mettevano giù quando poi si rendevano conto di essere collegati con una con una persona umano e io ci ho letto poi un po' di quella social anxiety dei giovani di oggi. Ma in realtà non solo dei giovani però tanto dei ragazzetti di oggi. Oh una persona vera pah giù. Il problema è sempre il controllo della comunicazione, il controllo della narrativa. Questo dice Krishnamurti che è uno dei congressman, dei due congressman che ha presentato questa legge, che ha scritto originario a questa legge. Krishnamurti probabilmente di origine indiana. Questo è esattamente il tipo di campagna di influenza che nelle mani di uno stato straniero in un momento di pericolo nazionale potrebbe seminare cause di scordia e divisioni in un modo che potrebbe veramente ferire la nostra sicurezza nazionale e beneficiare un avversario straniero. Sì, c'è una grande differenza quando a farlo è Zuckerberg. C'è una grande differenza quando le tue aziende lo fanno in tutto il mondo. Siamo. Sì sono le tue aziende, non sono quelle degli altri. E il resto del mondo. Che se ne frega. Che cosa vuol dire questo? Vuol dire che tu sei lì, sei un fantoccio delle tue aziende. Com'è il contrario di Nimby, Not in my Backyards? Qua è proprio il contrario. C'è solo nel mio giardinetto voglio che si facciano certe cose. Sì, solo nel mio giardinetto dove posso uscire, alzare il telefono. Nel suo giardinetto non è. È nel giardinetto di Google e di Zuckerberg dove lui è un nano da giardino che fa così con la testa. È ben diversa la cosa. Perché sennò avrebbe paura delle influenze dall'esterno e dall'interno. Ricordatevi i famosi discorsi di Eisenhower e di Kennedy. From without and from within. Non c'è nessuna differenza. I pericoli sono uguali. La discordia si può seminare dall'esterno e dall'interno. Gli interessi dei cittadini possono essere disalineati tanto nei confronti di un avversario esterno che di uno interno. Che poi può non esserci differenza. Cambridge Analytica non diceva proprio quello. Che il problema è che attraverso Facebook un'entità straniera avrebbe potuto influenzare le elezioni nazionali. Però nessuno ha bannato Facebook. Gli hanno fatto fare la figura dello scemo due volte davanti a un comitato del Senato. Poi non è cambiato assolutamente niente. Perché sono solo, esattamente, l'abbiamo capito già tante volte che quelle cose lì sono solo delle charades, sono solo delle robe dove uno va così a far finta di cospargere il capo di cenere, i senatori gonfiano il petto facendo le domande più o meno a tono e il potente di turno fa finta di essere contrito di fronte ai rappresentanti del popolo. E poi non cambia assolutamente niente come tutte le volte che abbiamo visto in quella poltrona Zuckerberg, come tutte le volte che abbiamo visto in quella poltrona Schmidt, Breen, Page e compagnia cantante. Ragazzi. In uno degli articoli, non riesco a trovare la citazione giusta, fondamentalmente dico "No, ma perché le aziende del, le aziende cinesi in Cina funzionano che poi il governo può censurare, può bannare le applicazioni sulla media. Cosa? Cosa? Cosa? Cosa? E' proprio quello. La possibilità di una propaganda pericolosa è troppo immenso per permettere a uno dei nostri avversari di avere controllo su quello che sta diventando sempre di più una piattaforma di notizie dominante negli Stati Uniti. Molti membri si sono già mostrati scettici alla proliferazione di messaggi pro-Palestina sull'applicazione, su TikTok, in seguito agli attacchi del 7 ottobre e alla susseguente risposta israeliana che ha ucciso decine di migliaia di residenti di Gaza. Hai fatto bene a dire "su TikTok" perché finché non l'avevi detto non capivo a che sento ti stessi riferendo. Cioè capisci? Se "X" o "Twitter", se "Instagram". Il problema è sempre quello, è sempre quello. Cioè la differenza tra uno Stato democratico, tra uno Stato libero. Si diceva "the leader of the free world". Qual è? Se non proprio quella di lasciare liberi i cittadini di decidere, di parlare, di leggere e poi di farsi la loro idea. Cioè la differenza tra noi occidentali e la Russia e la Cina era proprio quella, era che la nostra stampa era libera, che i nostri mezzi di comunicazione erano liberi, che sul nostro territorio potevi trovare la stampa, Figaro, il New York Times e anche la Pravda e chi se ne frega perché tanto siamo talmente nella ragione, siamo talmente nel giusto e la nostra comunicazione di cose vere, cose umane, cose dalla parte del cittadino è talmente facile e perché sincera, che anche se sulla Pravda si scrivevano le cose peggiori dell'universo, non contavano niente perché era evidente a tutti che erano minchiate. Oggi non è più così e quindi oggi stiamo diventando la Russia, stiamo diventando la Cina nel momento in cui ci mettiamo a fare esattamente quello che facevano loro, la censura totale di un sistema di comunicazione. Non c'è nient'altro da dire. Sì, beh, oddio, la tendenza ovviamente, come dire, la tendenza e la voglia probabilmente c'è sempre stata, la differenza adesso è che è molto più digitale la questione dove per digitale intendo che è molto più facile 1 e 0, accendere e spegnere, è un'applicazione, un'applicazione a dei server, in questo caso a dei proprietari, questi proprietari, per una serie di ragioni, possono essere esclusi dal prossimo equestrazione. È vero Michele, ma fino a un certo punto, perché un tempo gli editori erano meno, un tempo chi distribuiva notizie erano meno di numero e quindi a dire sul territorio nazionale la Pravda è vietata sarebbe bastato una legge molto più piccola di questa, ma non si faceva per principio perché le persone. C'era un'aspirazione diversa. Lo Stato, i partiti e la loro comunicazione con i cittadini si fondavano su dei principi, oggi quei principi non esistono più, ce li siamo dimenticati, ce li siamo persi, non so se è la paura dell'11 settembre, il terrorismo, le pandemie, quello che volete, siamo in uno Stato di pericolo permanente e dobbiamo arrenderci, dobbiamo perderle quelle filosofie, quegli ideali eccetera che ci differenziavano veramente dall'altra parte della cortina di ferro. Sì, è un po' ovviamente anche la colpa di queste stesse aziende, non si tocca necessariamente nello specifico e che ovviamente adesso stanno subendo gli effetti di quello che loro stesso hanno creato. Non c'è assolutamente nessun dubbio. Mi date due minuti per ringraziare Squarespace, la migliore piattaforma all-in-one per pubblicare sulla rete, grazie Francesco del tuo permesso. Squarespace è un sistema integrato nel quale trovate la soluzione ideale a qualsiasi necessità di pubblicare un sito internet. Creare un sito internet oggi è facile, cioè è facile se sai quale strumento utilizzare. Se fai una ricerca su Google ti vengono fuori un miliardo di piattaforme e sistemi diversi, di ognuno di questi poi devi andare a studiare meccanismi, problematiche, idiosincrasie, infatibilità e poi devi imparare a usarlo. Se lo chiedi a chatgpt te lo fa lui, col sistema che per qualche motivo prediligono le sue reti neurali chi l'ha addestrato e poi ti arrangi. Inoltre creare un sito è facile ma è altrettanto facile creare un sito brutto, bruttissimo, orribile e poi è impegnativo aggiornarlo, tenerlo al sicuro e tutte quelle belle cose di manutenzione. Sono anni che vi consigliamo Squarespace perché sappiamo, abbiamo toccato più volte con mano sia noi che gli ascoltatori di digitalia, che Squarespace risolve brillantemente ognuno di questi problemi. Prima di tutto è facile da usare. Non dovete installare nessun plugin, trovate tutte le varie funzionalità lì in un pannello di controllo, le trascinate dal pannello di controllo sulle vostre pagine dove volete che compaiano. Immagini, gallerie, portfolio, audio, video, mappe, tutto quello che volete con un clic del mouse. Ci sono anche tutti gli elementi che vi possono servire per gestire un negozio online. E poi è facile creare un sito bello, di aspetto professionale sia nell'impaginazione che nella grafica. I designer di Squarespace sono professionisti di livello mondiale e hanno vinto numerosi premi per la qualità dei temi messi a disposizione degli utenti. Temi poi ultra personalizzabili, in modo che il vostro sito, oltre che di altissima qualità, sia anche unico. E infine Squarespace è fully managed, che significa che non esistono compatibilità da verificare, aggiornamenti, bug. Lo staff di Squarespace si occupa di tutto questo per voi. Lo tiene online, sicuro, pulito. Voi dovete solo occuparvi dei contenuti, di scriverli, di inserirli nel vostro sito, copy and call, soliti modi. Se poi avete problemi, supporto utenti. A vostra disposizione 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Vi rispondono direttamente da un ufficio Squarespace, non da un call center in giro per il mondo, e vi rispondono che abbiate un problema tecnico complicato o una richiesta semplicissima su come si faccia qualche cosa. Loro sono lì per aiutarvi e sono lì anche se siete in trial gratuita che non gli avete dato ancora un euro. Perché sì, potete provarlo gratis. La trial gratuita non necessita di inserimenti di carte di credito o metodi di pagamento vari. Vi basta andare su squarespace. om/digitalia e l'attivate. Se poi la lasciate lì a metà, scade, eccetera, non avete nessuna sorpresa perché non c'è nessun debito, non avete messo nessun metodo di pagamento e Squarespace non vi chiede assolutamente niente. Il giorno che decidete che fa per voi, io ne sono convinto prima o poi succeda a tutti i digitaliani, ricordatevi però di utilizzare il codice coupon DIGITALIA perché a quel punto avete diritto al 10% di sconto sul costo del primo acquisto. Codice coupon DIGITALIA, 10% di sconto. Primo acquisto che sia un sito internet o il nome di dominio che è l'altra categoria merceologica che offre Squarespace. Grazie a Squarespace per aver sponsorizzato anche questa puntata di DIGITALIA. Tempo di anniversari. Ci sono un paio di anniversari notevoli. Prima di tutto quello del web. Sono 35 l'anniversario del web, in particolare nella sua forma creata da Tim Berners-Lee che ha deciso di riaprire, ogni tanto scrive sul suo Medium, lo fa in realtà meno di una volta all'anno, questa è stata una di quelle volte e insomma fa un punto della situazione, un punto della situazione non proprio roseo, nel senso lui ovviamente parte dal presupposto. 35 anni fa abbiamo creato questa piattaforma che doveva beneficiare all'umanità aperta a tutti, in cui tutti potevano esprimere liberamente la propria opinione. Ci siamo trovati adesso, 35 anni dopo, in un regime segmentato di monopoli. Inizialmente ha funzionato. Esatto, inizialmente assolutamente ha funzionato. I principi venivano ispettate, le comunità prosperavano, nel senso comunque c'era un ambiente sano e positivo, poi le cose sono andate un po' a rotoli. Chiude poi con un po' il product placement diciamo, ne abbiamo parlato poco. Prima analizza il motivo per cui sono andate a gambe all'aria e identifica due motivi fondamentali che sono la concentrazione di potere, che è esattamente in contraddizione con l'idea del web, che è qualcosa di decentralizzato. I link teoricamente servivano proprio per collegare documenti, ambienti, da più persone, più ambienti, più server, più gestori eccetera. Mentre facendo entrare il denaro, mi ricordo quando su internet non esisteva ancora il denaro, non si pagava con le carte di credito perché non era sicuro, non esistevano Paypal, non esisteva quella roba lì eccetera. Non esistevano gli e-commerce. Non esistevano certo, perché non potevi pagare certamente. Shut up and take my money, no, non c'era niente. Mettevo i soldi sullo schermo ma non li prendevano. Tutti si pensava che sarebbe stata una roba enorme il giorno che si sarebbe potuto pagare su internet perché quella cosa lì che utilizzavamo per comunicare tutti con tutti sarebbe diventata una piattaforma di commercio, di scambi, di ricchezza enorme. In realtà, stupidi ingenui noi che non ci siamo resi conto che il denaro si sarebbe portato dietro i meccanismi del capitalismo e in un ambiente volutamente non controllato dagli stati per permettere l'espansione più grossa, più veloce possibile, avrebbe portato anzi alle storture più grosse della storia del capitalismo con la concentrazione di poteri nelle mani di pochi che poi hanno contraddetto il concetto. Perché se tu vai ad analizzare la maggior parte delle piattaforme i link che portano all'esterno sono ben pochi e ben… Vi ricordate quando addirittura cliccavi un link su un ambiente, su Facebook, etc. e ti dicevano "ma sei sicuro che vuoi seguire questo link? Guarda che ti porta fuori, non si sa…" Adesso non c'è proprio il link. Sono cattivi, sono gli altri, il mondo… In realtà la visione "avremo un e-commerce" ci è stata, abbiamo un e-commerce, questo è il problema, è diventato una serie di… Avremo un social network. Esatto, abbiamo alcuni monopoli e questo sicuramente è stato un problema. Abbiamo una concentrazione di dati e il secondo problema è quello del mercato dei dati. Il tempo, dice, e i dati della popolazione sono stati presi in ostaggio con la creazione di profili ultra profondi, ultra invasivi, che permettono l'advertising ultra targetizzato, ultra mirato e alla fine dei conti permettono il controllo sull'informazione che viene fornita alle persone. E questo è il punto su cui Team Berners-Lee lotta comunque da anni, perché come diceva Michele, probabilmente siamo in un momento in cui è tardi riuscire a sbrogliare questi monopoli, cioè sono talmente grossi, esistono, che per quanto è l'odi… Io non sono d'accordo, io non sono d'accordo. Per quanto ci sia comunque una lode nei confronti di Blue Sky, di Mastodon, di questi tentativi per riuscire a decentralizzare, non… come dire, quello che vedo… A Franciè basta la volontà, cioè basta un bill del presidente. Si fa così e si banna TikTok, cioè qual è il problema? Il problema è la volontà, il problema è comunicare alle persone che poi votano e che quindi hanno un peso in quello che può decidere, anche se è relativo perché lo sappiamo, ma in quello che possono decidere i politici, che si vuole andare in un certo tipo di direzione. A quel punto i tentativi ci sono, non sono morti, perché l'open web esiste ancora. Mastodon, no, activity pub, Github, non è un protocollo ultra aperto ma è un ambiente certamente aperto, un ambiente che fa ricchezza, un ambiente di discussione, un ambiente che ha permesso la creazione di tecnologia. Ecco, Github è un qualcosa che quando l'ho letto in quella lista ha messo che… mi ha fatto un po' rabbrividire perché è esattamente il grande monopolista, cioè prima ognuno poteva avere i suoi codici sorgenti, distribuirli, Git è un protocollo che permette di avere la condivisione dei sorgenti, c'è Github è un monopolio di Microsoft in cui c'è quasi tutto, se non tutto, il codice sorgente open source perché poi di fatto se non sei lì è come se non esistesse, per cui è un altro dei tanti monopoli. L'ambiente è certo, l'ambiente è certo, ma quello che le persone hanno prodotto lì sopra e il fatto che non c'è un atteggiamento di sfruttamento, è diverso. Oddio Franco, l'intelligenza artificiale, ecco Pilot. Oggi sì, probabilmente sì, però guardiamo quello che… Mettiamola così, a borderline, Github secondo me si pone… è benissimo, grigetta la situazione. Guardiamo Github non dal punto di vista di chi lo possiede ma dal punto di vista di cosa la comunità ha potuto crearci dentro. Ecco, guardiamo da quel punto di vista, poi certamente che ci vorrebbe un Github… non è bene l'idea, inventate un Github federato. Ma attenzione, in realtà è Git, il concetto è proprio quello, perché io oggi se devo pensare di fare un progetto open source, quindi voglio fare un codice, lo voglio rilasciare al pubblico, se non lo rilascio su Github è come se non l'avessi fatto, non lo posso mettere sul mio sito, non posso creare la mia istanza di Git da qualche parte e condividere le alternative. Non basta, Francesco, perché Git da solo non ti dà tutto quello che ti dà Github. Github non è solo una repositoria di Git, ma è tutto quello che è la discussione, perché open source ha bisogno non solo del codice che puoi scaricare, installartelo o di fare una pull request, ma di tutte le discussioni, del forking, della possibilità di verificare chi ha fatto forking, dove, chi è più avanti, chi è più indietro su un progetto e robe del genere. Questo sì, ci sono degli ambienti self-hosted che più o meno replicano Github, non hanno avuto ancora, ma non hanno avuto un gran successo per, di nuovo, una serie di motivi, di comportamenti eccetera. Però credo che l'accento sia sul desiderio di certe comunità di avere dei luoghi di discorso aperto, dei luoghi di collaborazione, dei luoghi di non sfruttamento. Poi certo, il capitolo scraping per AI è una roba molto molto antipatica. Ci arriviamo anche a questo sentimento. Ci arriviamo anche a questo sentimento. E comunque poi per chiudere, appunto Tim Barners-Lee fa un kind reminder di quello che è un progetto su cui oramai ebbo, saranno una decina d'anni che è in sviluppo, che è il protocollo solid, ne avevamo parlato sicuramente su Digitalia in decenni diversi, che è questa tecnologia che permette di avere i dati delle singole persone portabili da una piattaforma all'altra e di mantenere il controllo. Sì, addirittura i dati sotto il possesso della persona ce li ha lui. Tu hai un pod che è su un tuo server, un tuo spazio sul server e le varie applicazioni sul web accedono a quelle secondo il permesso che gli dai tu, ma non possono in nessun modo estrarlo e ricondividere, che è una cosa, oh ragazzi cioè si fa domani è una legge, cioè fai un GDPR++, i dati dei cittadini che un sito raccoglie non possono essere condivisi. Punto. Finito. Chiuso. Eh ma sicco. No, li puoi usare tu, non li puoi dare a nessuno. Finito. Certo, un miliardo di disoccupati nel mondo dell'advertising, certamente, forse è drastico, non si può fare dall'oggi al domani, ma avrebbe, si sarebbe dovuto fare tanto tempo fa una cosa del genere, oggi il web sarebbe un mondo diverso. Sarebbe sicuramente un qualcosa di completamente diverso, io sono contento del tuo entusiasmo di come si possa veramente bastare un colpo di spugna. No, no, il colpo di spugna basterebbe certamente, ma non è facile da ottenere. Si potrebbe darlo, non ha gli incentivi giusti per farlo. Non penso sia solo una questione legale nel senso, sicuramente una GDPR++ l'Europa, domani si sveglia, rilascia, cambierebbe sicuramente molto dell'internet che conosciamo. Siamo sicuri che gli utenti che oggi vogliono passivamente un certo tipo di internet accettino anche un altro tipo di sistema. Dirai sì, questa è una cosa buona, certo. Io ho paura che invece ci sia comunque una volontà di essere tenuti dentro certi meccanismi. Se ci pensi, il numero di utenti che conoscevi quando internet era quel bel posto in cui c'erano gli hyperlink, i server dell'università, i forum, erano però pochi, eravamo dei geek, dei newsroom. Poi di colpo sono arrivati i facebook, anzi il facebook1, e di colpo tutti erano lì. Lasciami sognare, certo, è vero, il gregge gli piace essere raccolto tutti nello stesso posto sicuro, non gliele frega niente di essere sfruttato, eccetera. Però poi i dittatori impazziscono e i luoghi diventano meno simpatici e la gente, non dico che si ribella, ma se alcune persone con un minimo più di intelletto e di consapevolezza li arruffano abbastanza. Cioè alla fine dei conti ad applaudire Hitler in piazza ci andavano milioni di tedeschi. Dopodiché se ne sono liberati, l'umanità se ne è liberata a un certo punto perché era male, punto. Siamo in mezzo a un guado, siamo in un basso, la nostra civiltà ha fatto degli alti e dei bassi, degli altri e dei bassi, ci saremo ancora noi nel prossimo alto, chi lo sa. Oggi certamente siamo in un basso, noi in un momento, dal punto di vista delle libertà civili, delle libertà personali, eccetera, siamo in un basso. Poi abbiamo tutti l'iPhone, possiamo comprare i droni, possiamo divertirci, possiamo farci del male con tutto quello che. però dal punto di vista della libertà personale, certamente siamo in un momento di flesso. Vedremo, vedremo, non penso che staremo sotto Hitler per i prossimi mille anni. Anche questa puntata salutiamo Zio Adolfo, c'erano un po' di puntate che non tiravamo fuori Zio Adolfo. Io non ne so, non la vedo neanche tanto così. Oggi anche rispetto banalmente a 1, 2, 3 anni fa, oggi secondo me si può tornare a vivere l'internet in un certo modo grazie anche alle reti, sicuramente alle reti federate. Il punto qual è? Che oggi ci siamo abituati, tutti quanti, anche noi, che dobbiamo vedere per forza seguire persone con centinaia di follower, un milione di follower, mentre invece oggi, se paragoniamo la quantità di contenuti che oggi vengono generati, ma tra Mastodon, Lemmi, Pixel Feed e altre piattaforme decentralizzate, rispetto a 5 anni fa, siamo a variati ordini di grandezza in più. E' vero, però vorremmo avere in quei posti lì tutto il mondo, tutti i nostri amici, tutta la comunità. Però attenzione, ci portiamo anche i problemi che abbiamo visto finora. Ma sennò è come rinchiudersi in una comunità mormone, la stessa cosa mi chiedo. Non si sta tanto male, dai. Si sta tanto male, stai al contatto con la natura, sì, magari invece di usare le mutande devi usare la foglia di fico, va bene. Però solo per la foglia di fico, non c'è problema per quello. E farmi crescere la barba e mettermi il cappello a tuba in testa, che piace di me su quelli mormoni, io non me ne intendo di ste cose. Sì, sono quelli un po' indietro. Poi il giro col carretto di legno ha tirato dei muli. Esatto. Poi un po' di inbreeding. Quanti stiamo offendendo in questo momento? Tutti, tutti. Ma a te non ci hanno internet i mormoni, possono rompere le scatole. Gli ambienti open ci sono, ha ragione Michele, e la libertà presuppone sempre uno sforzo in più. È vero, è difficile, è impossibile che il mondo libero sia facile come quello sottopadrone. Sottopadrone c'è sempre qualcosa di più tranquillo, di più facile, di più automatico. Di frictionless. Certo, certo. E c'è un altro anniversario che a noi piace ricordare, che è di un'altra roba open, che non è nuovo nuovo come il Mastodon, come le reti federate e roba del genere, che sono i feed RSS. Se internet ne ha fatti 35, i feed RSS invece ne hanno fatti 25. Che è quasi come l'età di Digitalia. Digitalia ne fa 15. No, vedi 35, 25, 15. Digitalia era più vicina all'inizio, all'inizio della prima voce digitale, era più vicina al primo feed RSS di quanto noi oggi siamo alla prima puntata di Digitalia. Non si è capito niente, ma studiatevelo, perché sono credito giusto. E parliamo di tecnologia RSS ancora senza l'audio, senza l'attachment, 25 anni fa. Assolutamente, parliamo proprio del formato del feed RSS, figlio del 0. , 0. 0 era proprio addirittura un'anteprima, che ha dato origine sicuramente al fenomeno del podcasting, che ha dato origine al fenomeno ancora più grande di cui spero sempre di vedere un ritorno, che è quello dei blog, che secondo me prima o poi ne sentiremo di nuovo parlare. Auguri, tanti auguri. Vi mettiamo anche in link, senza commentare, a meno che i miei staschi e acci non abbiano qualche cosa di notevole, l'ennesimo articolo di Cory Doctorow, che fa seguito alla sua serie, questo è molto interessante, e si intitola "I bulli vogliono farti pensare che sono dalla tua parte". Ovviamente la parte dei bulli è riservata alle grandi piattaforme di Magam, di cui sopra, certamente, e andatevelo a leggere, che certamente vi dà dei punti di vista e degli spunti nuovi, inediti, su tutta questa faccenda. Francesco, a proposito di bulli, hai messo tu questa roba su Glassdoor, questo… Sì, mi ha colpito questo post di un blog, che in realtà è uscito, stavo cercando di riaccederlo al momento, ma il Captcha bellissimo voleva controllare che io fossi un essere umano. E hai controllato se sei un essere umano? Sì, per cui riesco finalmente a riaccederci su questo Celio, questo blog. Questa blogger, possiamo dire Monica, ha scritto un'interessante… Possiamo chiamarla "essere umano", perché non ci trovate blogger? Questa è esattamente la situazione in cui si trova un essere umano, spesso senza esserne consapevole, lei ne ha preso consapevolezza. Esatto. Diciamo che Glassdoor è un sito che è nato per condividere recensioni di posti di lavoro, di colloqui di lavoro, in maniera originalmente anonima, per cui uno poteva andare a parlare di come funzionano tutta una serie di cose nel suo lavoro, dare un'idea degli stipendi, cose molto utili per chi cerca, perché andandosi ad informare sull'azienda uno può scoprire al meglio quello che lo aspetta veramente, al netto degli stunt, chiaramente di conoscenza del brand. Dopo un po', appunto è nato come sistema fondamentalmente anonimo, negli anni ha cambiato di proprietà ed è iniziato a diventare uno strumento sempre di più invece delicato alle figure HR, quindi risorse umane, che cercano di creare una bella immagine dell'azienda. Quindi ha cambiato faccia, si è rivoltato. E una delle cose particolari è che è stato reso obbligatorio l'inserimento di nome e cognome all'interno dei profili, cosa che fino a un certo punto non lo era. Penso anche a qualche altro dato personale. Nella policy c'è anche l'informazione che se loro riescono in qualche modo a venire a conoscenza di questi tuoi dati, li possono usare. Li mettono nel tuo profilo per te. Esatto. Quello che è successo a questa persona, giusto, se ti piace il termine, questo essere umano, mi edificia questa parola nuova, questo essere umano è che ha scritto una e-mail all'assistenza per chiedere un'informazione. Nell'e-mail c'era il nome e il cognome, quindi l'assistenza ha preso questo nome e ha inserito nel profilo, creandole un po' di fastidio e imbarazzo di fronte dei datori di lavoro, perché chiaramente a quel punto quando uno pensa di stare scrivendo in un ambiente anonimo, in un ambiente libero, sapere di colpo di essere invece alla luce del sole con nome e cognome, datore di lavoro eccetera, cambia assolutamente. C'è tutto il carteggio con Glassdoor dove chiede la rimozione dei dati e robe del genere con delle risposte che sono cafchiane, assolutamente cafchiane, il rispetto per la persona è veramente una roba… è l'ultima, l'ultima priorità per questi… sono i burocrati del nuovo millennio poi. Esatto, al netto poi della storia, magari comunque è sempre interessante andare un po' a leggere, il concetto è che anche in questo caso bisogna riuscire a sapere che tutto quello che si fa su internet comunque sia una certo tipo di valenza, soprattutto quando si gioca a casa di altri, che purtroppo possono cambiare le regole e reinterpretarle a seconda di quello che è la loro esigenza. Ecco io personalmente mi sono fatto un giro su Glassdoor a chiedere un po' l'estrazione dei dati e sto pensando cosa fare dei miei dati, perché effettivamente pur non avendo niente di strano, pubblicato nulla di problematico, come dire, non mi piace… Ma se non hai niente da nascondere di cosa hai paura eh? Grazie per la domanda. È proprio così, è proprio così, leggetevi le risposte dei tizi perché sono veramente allucinanti. Ecco in fondo a quell'articolo c'è anche il link alla pagina del GDPR dove poter fare sia l'estrazione di tutti i dati che vi arrivano in un bel formato con un sacco di cose interessanti, quando avete fatto accesso, cosa avete cliccato, eccetera, e anche come fare la richiesta GDPR di eliminazione se volete. Sì perché se cancelli l'account dal loro sito, l'account non viene cancellato, viene disattivato, ma i dati continuano a essere utilizzati, gestiti e trattati dall'azienda. Una roba bestiale, come bestiale è la quantità di dati che Meta raccoglie di ogni persona. Gabriele ci ha condiviso questo articolo di difficile accesso, non so per quale motivo… Perché il Times vuole essere pagato per leggere i suoi articoli senza avere… Il Times di Londra, non il New York Times, hanno pubblicato questa inchiesta in cui la giornalista Matilda Davis, che credo abbia… Che possiamo dire essere un essere umano, giusto? Esatto, la giornalista essere umano, garantisco c'è anche la foto. E il punto di Matilda è che ha chiesto un qualche tipo di estrazione dei dati da Facebook. Mi piace questa cosa che gli esseri umani di qui sopra hanno anche un nome, si può utilizzare il nome, è bellissima questa cosa. Matilda Davis, anche un cognome, ha chiesto l'estrazione da Facebook che credo sia quella del GDPR, anche se poi, essendo in inglese, siamo al di fuori del confine del GDPR, però hanno lasciato probabilmente la cosa attiva, insomma si è stupita della quantità di dati, parla di 20. 00 pagine di dati e ci ha detto che ci ha messo tipo due settimane e l'aiuto di una persona più tecnica, perché poi per riuscire a elaborarle, anche perché di solito queste estrazioni del GDPR sono tipo dei file CSV, tra queste cose lei poi, ok, una cosa sono gli status update di quando magari ci aveva 15 anni, lei dice c'è tutta la mia vita da quando avevo 11 anni, ossia quando ho fatto l'account Facebook, va bene quegli status update, ho le foto delle vacanze, me le aspettavo. Quello che non si aspettava è che ci fossero tutti i click che ha fatto sull'applicazione della sveglia che usava tutte le volte che si è svegliata lo snus oppure il manoso sveglianese. Attenzione Michele, non abbiamo dato una dimensione dei dati ricevuti, perché lei appunto diciamo in 15 anni di vita su internet e non solo su Facebook, perché poi magari ha ricevuto da Facebook 20. 00 pagine di informazioni. Franza l'ho detto, l'ho detto, l'ho detto, l'ha detto, ha detto che erano 20. 00 pagine, sì. 20. 00 pagine di esseri umani, di cose fatte da un essere umano. 20. 00 pagine di cose umane, esatto, 20. 00 pagine di cose umane. E poi ovviamente non è, come dire, abbastanza stupefacente il discorso della sveglia, ma poi c'è tutta la sua attività online quando si è interessata poi a tematiche LGBTQ, perché c'è tutto il problema, richieste allo psicologo, c'è tutto il problema dei tracking pixel che tanti non conoscono e è andata anche a interrogare i gestori di vari siti, siti che trattano argomenti molto molto delicati, tipo quello di informazioni sul cancro all'intestino, robe del genere, e Facebook sapeva che in quel periodo lì si era interessata a questa problematica perché aveva avuto un'amica, non mi ricordo, una collega che aveva avuto una diagnosi del genere e per andare a capire come era arrivata questa informazione è risalita alle pagine che aveva visitato e i gestori di queste pagine che tante volte mettevano per finanziarsi magari la pubblicità di Google o di un altro fornitore, eccetera, in qualche modo arrivavano attraverso data broker fino a meta tramite semplicemente pixel tracking o la pagina dell'ad o robe del genere, che la persona aveva visitato quella pagina meta lo sapeva benissimo. E sono cose a cui non pensiamo, ma la capacità di legare i dati di questi sistemi è oramai onnipotente, è una roba micidiale, oltre a quello che… Onnipotente e onnipresente perché poi anche i siti di cui non ti aspetti come possono essere ad esempio siti di notizie possono far parte del… poi non è soltanto meta, ci sono una serie di network di questo tipo, tra l'altro come dire spesso con presenti sullo stesso sito che ti permettono, magari anche su siti dove veramente non c'è la pubblicità, però il fatto di poter dire che io leggo su un sito di notizie X gli articoli relativi alle pistole, alle recensioni di pistole, poi mi incanala nei loro sistemi di algoritmi in appunto persona che è interessata a lobby delle pistole. Per non parlare dei microfoni aperti, che spesso è stata negata, ma io sono convinto che ci siano, mi capita molto molto frequentemente a me e ai miei familiari, mi dicono ma mi sono arrivate, ho parlato in palestra con le mie amiche di questa cosa, di cui non avevamo mai parlato, non avevo mai cercato niente su internet, sono arrivato a casa, ho aperto un sito e boom, Amazon mi ha mostrato la pubblicità esattamente di questa cosa qui, di cui nella vita non avevo mai parlato, non mi era mai passata per la testa, sono cose che secondo me, telefoni alle X o robe del genere, secondo me arrivano in qualche modo da da da da. Ma guarda, io ho talmente tanto timore che secondo me non c'è neanche bisogno del microfono aperto nel momento in cui c'è quel collegamento tra dati e fonti diversi magari tra persone diverse, perché magari poi non sei stato tu a cercare quella cosa X su qualsiasi motore di ricerca, ma magari l'ha fatto l'amico con cui eri la sera e l'amico si è collegato dalla tua rete wifi e quindi l'algoritmo ti ha collegato a quella persona che ha determinati interessi. Possibile, può darsi, può darsi, è ancora più invasivo se vogliamo, cioè precog, io ti ascolto senza aver bisogno di ascoltarti, so di che cosa avete parlato senza neanche bisogno di ascoltarti, è una roba, è una roba ghiacciante. Due minuti, dobbiamo ringraziare i nostri produttori esecutivi. I produttori esecutivi, quella piccola percentuale di ascoltatori ispirati che capiscono, che capiscono la filosofia che sta dietro al podcast, che è esattamente la filosofia avversaria, la filosofia che contrasta questo tipo di comportamenti, di sfruttamento delle persone, di sfruttamento dei loro dati. Noi non lavoriamo gratis, noi produciamo qualche cosa con la fatica, con il sudore della nostra fronte, qualche cosa che pensiamo che per voi abbia un valore e vi chiediamo di restituire questo valore nella maniera più open, più chiara, più liberale che esista. Decidete voi quanto vale per voi, decidete voi ogni quanto restituircelo in moneta, decidete voi anche il metodo, ve ne mettiamo molti a disposizione, sono i soliti Paypal, Satispay, bonifico bancario, bitcoin on chain o metodiche automatiche del podcast in 2. , quello di cui potete essere tranquilli e che noi in cambio continuiamo a lavorare, a faticare, a produrre qualche cosa di valore per voi e vi ringraziamo pure in trasmissione, mentre lo facciamo. Francesco ti ci butti tu? Molto molto volentieri, mi hanno detto che erano ventimila pagine quelle di prima, comunque ringraziamo i nostri streamer con i loro Satoshi, in particolare Nicola Gabriele del Popolo, Capitan Arlo, Paolo, F. Trava, Ferro, Jackal, Nicola Forte, Ale Papp, Anonymous, Paolo Bernardini, Idol Fellow, 21 Million Man, Arzigogolo, Giulio e Ragnar. Grazie di cuore, date un'occhiata alla vostra stream rate, perché quando arrivano 50 sats per ascoltare un'intera puntata a noi ci fa un pochino storcere il naso, dateci un'occhiata e valutate voi quanto veramente Digitalia vale per voi, comunque grazie. Grazie, grazie anche ad H Grinta che ci ha fatto un boost al minuto 39,05 della puntata precedente, non so se Franco ti ricordi di cosa stavamo parlando, ma andiamo a vederlo. In questo momento no, possiamo andare a dare un'occhiata, ma H Grinta ci boosta sempre e spesso e volentieri. Slapiduscia. Grazie H Grinta, grazie anche a Manu Ezzetta, Davidetti, Nicola D, Giuliano A, colpa mia Zavatta Tinti, Del Popolo e Arcinotti, colpa mia col nuovo script che mi sono dimenticato il completamento dei nomi. Con i loro 1, 1, 2 e 3 euro tutte le settimane, quindi sono i nostri perpeto Alexander T producer. Grazie, grazie di cuore. Ricorrente ogni mese, 50 centesimi da Alessandro Stevanin, 1 euro da Vincenzo Ingenito, 1,11 da Carlo Thomas, 1,50 da Andea Guido, 2 euro da Alessio Ferrara e Andrea Nicola Basile. Grazie. Come grazie a tutti i tre euro ricorrenti che sono Diego Arati, Luca Ubiali, Alessio Cerretini, Alessandro Morgantini, Antonio Taurisano, Simone Pudico, Mario Giammona, Michelangelo Rocchetti, Marco Greghi, Michele Francesco Falsarano, Dennis Grosso, Umberto Marcello, Giorgio Puglisi, Andrea Maresani, Fabio Brunelli ed Enrico Carangi. Grazie a tutti. Grazie mille come grazie per i suoi tre euro e quarantacinque ricorrenti a Roberto Medeossi e alla sua donazione da 5 euro singola di Federico Cosci. Grazie Federico. Tutti i mesi 5 euro ci arrivano e ringraziamo Calogero Augusta, Letizia Calcinai, Michele Olivieri, Nicola Grilli, Emanuele Libori, Edoardo Volpi, Kellerman e Donato Gravino. Siete i nostri eroi, grazie davvero, grazie di cuore, 5 euro tutti i mesi. Grazie per i suoi 5,11 tutti i mesi a Daniele Bastianelli, 5,32 ringraziamo Isacco Tacchella. Ricorrenti tutti i mesi Guido, Raffaele Piras e Cristian Pastori, sempre 5,32. Entriamo nella zona grandi produttori con Paolo Tegoni, 10 euro ricorrenti, 10,58 da Georg Wenter, 10,58 ricorrenti da Mario Cervai e soprattutto 12 euro, quindi direi l'idex del produttore della puntata, Andrea Giovacchini. Grazie, commossi per la vostra generosità, grazie di cuore, noi lavoriamo per voi, avere qualcuno, sarà l'1%, sarà il 5%, sarà l'8% della nostra audience che capisce il nostro meccanismo, il nostro metodo, il nostro modo di esistere, per noi è veramente, veramente tanto. Grazie di cuore, siamo felici di lavorare per voi. L'amico Neil Young, virgola, con la coda tra le gambe, virgola, torna su Facebook, scusate, torna su Spotify. Al grido di "ho il mutuo", torna su Spotify, vi ricordate che se ne erano andate un paio d'anni fa, in piena pandemia, perché Spotify aveva quel cattivone di Joe Rogan che diceva quelle cose, quelle cosacce terribili sui vaccini, lui non era d'accordo e quindi ha detto "me ne vado, saranno solo gli altri che avranno la mia musica", ora Joe Rogan ce l'hanno un po' tutti. Lui ha fatto i conti e ha detto "se me ne vado anche da Apple Music e Amazon, mi sa che il mutuo non si paga da solo, allora sai che torno anche su Spotify e bona lì". E già che Joe Rogan non è più in esclusiva su Spotify, diventava difficile per Neil Young scappare da tutti i posti dove compariva Joe Rogan. Quindi al grido di "Spotify è troppo piccolo per Neil Young e Joe Rogan nello stesso posto", forse hanno fatto una stanza in più, non lo so, c'è spazio adesso anche per lui. Beh adesso io non vorrei dire, però adesso non so quanto sia il mutuo di Neil Young, ma considerando quanto paga Spotify io non credo che si paghi, forse si paga un comodino. Certo, è una questione ovviamente di visibilità, come dire, ha provato a metterla nel suo blog tra l'altro. Un saluto a Neil Young, bello il blog di Neil Young, bellissimo, lo stesso template credo da 15 anni, credo di più, credo di più Michele, del design veramente di un'altra epoca e si lamenta poi il rant vero e proprio poi sulla qualità dell'audio di Spotify e dice "vabbè, andiamo da questi, comunque da queste piattaforme con qualità dell'audio inferiore e spero che Spotify prima o poi riproponga il prodotto ad alta risoluzione". Ma esiste ancora, esiste ancora il toblerone, esatto. Il pono, per chi non sa di cosa sta parlando, perché magari forse non eravate neanche nati quando non parlavamo. Un iPod triangolare. Siamo veramente vecchi e Neil Young a un certo punto, in un'altra epoca, aveva fatto uscire il suo lettore mp3, il pono, detto anche il toblerone perché era la forma del toblerone e che appunto vantava di poter riprodurre musica ad alta risoluzione, poi insomma, ne avete mai sentito parlare? No, c'è un motivo, nessuno gliene frega niente della musica ad alta risoluzione se non Neil Young e pochi altri. Il pono è del 2017 così come il sito di Neil Young, due cose che sono andate nello stesso periodo. Il pono non è sopravvissuto, il sito sì. Il pono è del 2012 Francesco, sei cinque anni in ritardo. Ah no, è discontinued, quindi è sopravvissuto cinque anni, wow. Sei il mostro. Nel tempo che facevano fuori quelli che avevano prodotto. Esatto, la prima incornata, sfornata di produzioni, sì incornata è un'altra cosa. La distruzione di Yuzu da parte di Nintendo sta scuotendo il mondo dell'emulazione. Brutta storia. Te l'avevo detto. Sì, perché l'altra settimana avevamo notato come la distruzione appunto di Yuzu avesse fatto sì che erano nate dal taglio di una testa tante altre teste come nell'Hydra. Suzu, come si chiamavano tutti quegli altri emulatori nati, quindi sembrava come dire è impossibile fermare l'emulazione. Invece pare che al contrario, a sto giro no, non capisco il tuo punto di vista. Ci sono entrambe le cose. Sembrava da un certo punto di vista che ci fosse questo momento di esplosione paradossalmente, che fatto fuori uno il resto del mondo dell'emulazione andasse avanti, anzi sempre di più. In realtà quello che è venuto fuori in questo momento, in questo articolo di The Verge, ha fatto notare come insieme a Yuzu è morto anche Citra, perché era la stessa azienda che lo sviluppava e lo manteneva, ma molti altri sviluppatori molto legati al mondo Nintendo, di Game Boy, del DS, di altri della Switch eccetera, hanno deciso di chiudere i loro progetti, rimuovere i codici sorgenti, alcuni sviluppatori magari sono andati via da progetti mentre il progetto esiste ancora, però insomma già sono progetti che probabilmente faticano ad avere comunque una. Sean Allister che è questo giornalista senior di The Verge è andato a intervistare parecchi sviluppatori, maintainer del codice di emulatori, di nuova e di vecchia generazione e ha riscontrato quello che io temevo un paio di puntate fa, cioè un effetto di raffreddamento. Certo che nel momento in cui un emulatore scompare altri dicono "ah, portiamo avanti noi la cosa" eccetera, ma il problema è ben più grosso, quando Nintendo è in grado di mettere N milioni di dollari nel piatto di un avvocato per dire "vai contro questo, ci dà fastidio quello, quello deve smettere di vendere l'emulatore o di svilupparlo", tanti si chiedono perché come succede spesso nel mondo della rete, spesso sono persone appassionate che portano avanti determinati progetti, sono persone che non costruiscono dei business miliardari ma magari vivono di tutt'altro, hanno la loro famiglia e fanno questo per passione propria, perché hanno iniziato e danno qualche cosa indietro alla comunità, per esempio poter far girare i giochi dell'amiga che non puoi più trovare. Ma non solo i giochi dell'amiga, scusami Franco, ma oggi c'è una parte del business della Nintendo stesso che oggi vive di retro gaming e non è che si sono messi a ricompilare i vecchi giochi, sono emulatori che oggi girano sulla Switch e per cui la Nintendo stessa chiede dei soldi a maniera di ragione, ma se non ci fosse stata tutta questa gente non ci sarebbe uscito, quel bisogno che oggi Nintendo sfrutta commercialmente non sarebbe neanche… Non sarebbe stato coltivato, certo. Esatto, perché vatti a cercare un gioco per Game Boy su ebay e vedi quanto lo vali. Però l'appassionato che sviluppa a nome suo, neanche magari protetto da una entità commerciale, da una società responsabilità limitata, ma che mette il codice dell'emulatore del Game Boy che non è più in commercio da mille anni su github e permette alla gente di scaricarlo, che magari ha messo da parte facendo il professore al liceo qualche decina di migliaia di euro per il suo futuro e quello della famiglia, l'idea che domani Nintendo può svegliarsi, fargli una causa e portargli via i suoi risparmi e rovinare lui e la sua famiglia semplicemente per un passatempo utile alla comunità, certamente ha un effetto raffreddante enorme, enorme. Anche un gesto d'amore perché spesso poi questi sono appassionati, sono persone che dedicano giornate, giornate della loro vita a decompilare, a decompilare programmi. Io poi ovviamente adesso, come dire, ancora tutto molto a caldo. Quello che è successo è successo adesso. Tanti sviluppatori non hanno voluto neanche parlare con il giornalista di The Verge per non mettersi in mostra. Però è anche un momento in cui oggi si sta studiando quello che è stata questa esperienza e si sta cercando di circonnavigarla. Uno dei punti di cui abbiamo parlato era il discorso di come si sovvenzionavano e oggi ovviamente nessuno vuole sentire parlare di avere un Patreon relativo al proprio progetto di emulazione. Donazioni, paywall, tutto quello che può essere un guadagno monetario. E poi l'altro tema era quello di come era strutturato la parte del BIOS, perché spesso queste cause sono incentrate sul fatto che c'è un patent sulla parte più chiusa della console, il BIOS stesso. E quindi nel momento in cui l'emulatore non include più questo BIOS, ma è l'utente che se lo deve scaricare dalla switch di prima versione che non è mai stata patchata, oppure scaricarlo da internet, in quel caso la responsabilità dello sviluppatore è ancora minore. Ci sono alcuni emulatori, ovviamente andiamo sulle generazioni molto molto più in là, che sono arrivati a un livello di emulazione talmente avanzato che non hanno neanche più bisogno del BIOS perché riescono a gestire tutto all'interno del programma. L'altra cosa è il concetto di guida, nel senso che in molti di questi emulatori c'erano tutte le guide descritte come fare recuperare il BIOS della switch, come fare recuperare i file delle chiavi, eccetera. E con questa parte qua è stata vista comunque come un'instigazione alla pirateria? Più che altro come un appiglio per gli avvocati per mettere in crisi questo modello perché il Digital Minimum Copyright Act, giusto? La legge americana sul copyright aggiornata all'inizio del 2000 dice che aggirare, semplicemente aggirare, un qualsiasi tipo di protezione del software è già di per sé un reato, indipendentemente dal motivo per cui lo fa, indipendentemente da qualsiasi altro fattore. Per cui se sulla pagina del tuo emulatore spiega alle persone come prendere magari una cartuccia del sistema emulato di turno originale che tu hai comprato e hai pagato e come tirar fuori da quella il software per farlo girare nell'emulatore è già un appiglio per l'avvocato di Nintendo per dirti hai fatto questo, sei già colpevole, sei indifendibile, adesso la smetti e mi metti magari sul piatto e ne soldi, o se vuoi difenderti bene cercati anche tu un avvocato con una parcella dello stesso mio livello perché sennò non c'è neanche discussione. Io credo che il problema… torniamo sempre a quello, torniamo sempre al bullismo, al capitalismo che diventa bullismo e che limita la libertà dell'essere umano. Tornando anche ai discorsi di Tim Berners-Lee, di Cory Doctorow, questa deriva del capitalismo che porta a un potere enorme di una società, cioè un gruppo di persone, del capitale di delle persone che semplicemente per potenza economica sono in grado di dominare il singolo individuo. Perché dominare? Perché nel momento in cui noi nelle nostre democrazie abbiamo fatto in modo che nel momento in cui c'è un dissidio, una diatriba tra due persone inizialmente, tra due persone fisiche o poi persone fisiche giuridiche, c'è il tribunale che è quello che decide chi ha ragione e chi ha torto, chi dice la verità, chi dice il falso e chi ha da parlare. Nel momento in cui un sistema di questo tipo è vincibile semplicemente spendendo una quantità di denaro molto più grande del tuo avversario, è finita la libertà dell'individuo nei confronti della società. Le società sono il bullismo. Noi mettiamo insieme cento soci, mille soci, un milione di azionisti e costruiamo un'azienda che ha un cannone economico così grande che è in grado di pagarsi uno staff di avvocati che distruggerà sempre, al di là del fatto che abbia torto o ragione, il singolo individuo o il piccolo gruppo di persone, degli obbisti che sviluppano. Questo è un assurdo delle società in cui viviamo oggi che troppo poco viene. Ci siamo arresi forse a questo fatto, ma quando parliamo del bullismo nelle scuole, perché non parliamo anche del bullismo nei tribunali, del bullismo della Monsanto, del bullismo di Facebook, del bullismo di Nintendo? E' bullismo anche quello, ed è un bullismo molto più forte, molto più grosso, molto più drammatico. Va bene che il bullismo alle elementari contro i bambini? Ah oddio, i bambini, no. Oh perché, perché? Mi sono persa i bambini! Ma questo è un bullismo molto più grave che determina il destino delle nostre società, che determina le nostre libertà personali e… beh, fine dal rant. Sì, il… Vabbè non c'è bisogno che raccogli Francesco. No, no, ho un pensiero, ma vabbè ti lascio. Basta che mi dici hai ragione. Se no ti do il numero dei miei avvocati, parli con loro. Ora hai ragione, hai ragione, sono d'accordo con te. Non c'è nessun problema. Non hanno potuto fare niente invece gli avvocati di Pornhub per rimanere in Texas. Questa è bellissima, questa è bellissima. Sono quelle situazioni in cui mi chiedo effettivamente perché non succede più spesso in questo modo. Allora il Texas ha fatto passare questa legge che richiede ai siti a luci rosse un'identificazione ogni volta che una persona fa accesso tramite ricaricamento di documenti, quindi un'identificazione certa. L'azienda madre di Pornhub ha deciso di, fondamentalmente che non gli conveniva gestire questa cosa, era troppo complicata e onerosa, e quindi ha deciso di bloccare… Un foldato. Esatto, ha detto no vabbè, no grazie. Ha bloccato il sito di Pornhub e tutti gli altri, praticamente con tutti gli altri che possiede, oserei dire tutti gli altri perché più o meno è abbastanza un monopolio a questo punto di vista, facendo notare che appunto questa legge texana, caro utente, il problema dei tuoi rappresentanti eletti è che richiedono questo controllo dell'età. Sì, sono cose che mi fanno sorridere perché ogni tanto effettivamente ci sono delle leggi che vanno un po' verso il bullismo da un punto di vista proprio legislativo in questo caso, il tentare di fare un qualcosa senza avere compreso pienamente quali sono le necessità, le esigenze, e considerando che queste aziende possano accettare di tutto, ogni tanto me lo dico, a furia di aggiungere dei limiti, delle regole eccetera, arriveranno i momenti in cui non conviene più e questo è stato uno. Poi probabilmente è stata anche una forma di, un tentativo di far vedere i muscoli, vedere un po' qual è la reazione del popolo, ecco, e la reazione si è anche vista guardando le ricerche di Google, stranamente qual è la parola più cercata in questi giorni in Texas? VPN. Quindi come dire, è fatta la legge, trovato l'inganno per cui non penso che l'azienda di Pornhub abbia perso neanche un centesimo, però insomma questo è vero. Sono tempi durissimi per Pornhub di questo periodo, prima il Bundle Texas e poi Airbnb che vieta le telecamere nei suoi appartamenti. Cioè per Pornhub. Voi direte cosa c'entrano, qual è il collegamento Franco? Che buona parte del materiale su Pornhub probabilmente arrivava da Airbnb e dalle telecamere dei suoi host. No ovviamente, speriamo di no, ma comunque il problema esisteva e come? Airbnb ha dovuto fare questo editto pregando i suoi proprietari di casa, vietando i proprietari di casa, ma dico ce n'è bisogno? Attenzione, l'articolo di Engadget ha un titolo bellissimo "Airbnb agli ospiti". Please stop filming, per favore, basta! Mi piace questo "please", mi sembra molto. Io non mi sono mai messo a fare. ma ho visto che su internet ci sono tutti i video dimostrativi che ti spiegano come e con che strumenti andare a cercare le telecamere nascoste in un appartamento, in una camera d'albergo. Non è banale, non è banale. A un tizio gli hanno nascosto nella camera, gliel'hanno detto "guarda noi ti nascondiamo una serie di telecamere nella camera, non ti diciamo una, due, tre, quante e tu quando torni a casa devi cercarle. Prima le cerchi a modo tuo come vuoi e poi ti diamo tutta una serie di strumenti via via più sofisticati per trovarle". Gli hanno nascosto tipo 35 telecamere in giro per la cosa, inizialmente con le sue capacità, e lui è un giornalista che si occupa di web, e ne ha trovate zero. Però quella pila di orsacchiotti con gli occhi che si muovevano, lo seguivano, erano poco sospetti. Il quadro con la gioconda. Non erano proprio così banali. Poi gli hanno dato un'app da installare sul suo smartphone che teoricamente doveva aiutarlo a trovare e non gliene ha trovata neanche una, e poi dei gadget via via più sofisticati per vedere le riflessioni delle lenti, per vedere eventualmente le emissioni wifi e robe del genere, e via via con gli strumenti più sofisticati ne ha trovati sempre di più, ma il massimo che ne ha trovate credo siano state 8 o 9 sulle 30 erotte che erano installate. Per cui non è banale la cosa. Sì, pare che poi sia uno sport nazionale, in Corea in particolare, quello di andare a piazzare le telecamere negli AirBnb e poi probabilmente metterle da qualche parte sull'internet. Però sì, infatti su TikTok ogni tanto vi capitano video di "qual è la prima cosa che faccio in AirBnb in Corea" e c'è quello che si va a cercare tutte le telecamere in giro per l'appartamento. Potrebbe essere anche una caratteristica su Booking, su AirBnb, presenza di telecamere, perché poi immagino ci siano le coppie che siano contente se c'è la telecamera e che possono dare sfogo al loro esibizionismo se sanno che c'è la telecamera, anzi è più piccante la cosa. 10 euro in più a notte. 6 telecamere, wow, hai tutte le inaugurazioni, puoi farti anche la regia. E alla fine con 20 euro hai anche il filmino. Ecco, se AirBnb fosse come Facebook, tu avresti la possibilità di soggiornare a 10 euro invece che a 200 euro per una notte, lasciando le telecamere e dando una liberatoria all'host di fare quello che vuole con quello che ha ripreso. Mi sa che a un certo punto era uscita una cosa del genere, un qualche tipo di ospitalità in cui potevi dare… Non credo, ma di fatto Facebook con la sua raccolta di dati è la stessa cosa. Facebook con la sua raccolta di dati è esattamente la stessa cosa. Vabbè, io non ho niente da nascondere. Certamente, è il suo solito discorso. Ci perdiamo Omnitel ragazzi. L'abbiamo persa tipo due o tre rebranding. Non è più tutto intorno a noi mi sa. Non c'è più Megan Gale che scorrazza in giro per il Texas e vabbè, è stata comprata da Swisscom e verrà fusa con Fastweb. C'è che il mondo delle telecomunicazioni sta facendo questo meccanismo di fondere, di unire sempre di più le forze per cercare di ingrandirsi e contemporaneamente mantenere, come dire, contrastare quelli che sono dei margini sempre più bassi dovuti un po' alla concorrenza. Il che va bene per noi consumatori, va un po' meno bene per quanto riguarda i poteri di investimento che hanno queste compagnie. Chiaramente si riduce con i margini più piccoli. Per cui devono diventare più grandi. Francesco, per cortesia, io eviterei di prendere per buona la PR di Swisscom. No, no, non stavo arrivando lì. Questo mondo in cui la competizione, la concorrenza fa malissimo perché scendono i costi e quindi le aziende non possono più investire, sinceramente sui libri di economia, io non ne ho letti tanti, ma credo che non compaia da nessuna parte a casa mia. A casa mia in un regime di oligopolio, di monopolio, le aziende alzano i prezzi, guadagnano di più e non utilizzano quei soldi per investire, per migliorare le strutture eccetera, ma le ridistribuiscono agli azionisti per farsi belli con gli azionisti. Ecco, questa cosa qui è una roba che veramente… sono proprio le cose che mi danno fastidio di queste aziende, che tirano fuori e che poi i giornalisti le ripetono a pappagallo. Perché se Swisscom compra Vodafone e poi compra Fastweb, diminuiamo la concorrenza così non c'è più la corsa al ribasso dei prezzi e queste aziende avranno molti più soldi per migliorare lo stato della fibra italiana. Ma dove? Ma in quale stato? Ma da quale parte? C'era un… c'era… sul Corriere di oggi che l'unica cosa che ogni tanto è ancora decente del Corriere ci sono le inchieste di report che faceva il conto in tasca alle banche nelle ultime due crisi di quanto è… quanti soldi hanno messo… perché non c'è più in prima pagina, figurati se è in prima pagina perché è scomparso, era in prima pagina oggi… quanti miliardi hanno fatto e dove sono finiti tutti questi miliardi che le banche hanno fatto con le varie speculazioni, con l'aumento dei soldi eccetera, le hanno utilizzate per ridurre i tassi dei mutui, delle persone che devono pagarsi la casa, le hanno fatte per allungare i tempi dei mutui, delle persone che non ce la fanno più… no, le hanno ridistribuite agli azionisti tranquillamente o se le sono messe in conto nei loro asset, nelle loro cose, ve le hanno distribuite agli azionisti, finito, la concorrenza facilita, aumenta gli investimenti perché se vuoi essere concorrenziale devi avere il servizio migliore degli altri al costo più basso, per cui puoi decidere di far pagare di meno e di investire poco, puoi decidere di far pagare un po' di più e di investire di più per dire "vedete che i telefonini collegati alla mia azienda oppure il modem collegato alla mia azienda va più veloce, giochi meglio con Call of Duty, riesci a fare meglio il tuo e-commerce rispetto ai concorrenti", si chiama concorrenza, dire che la concorrenza impedisce lo sviluppo, Francesco, mi dispiace ma veramente è una roba che non sta né in cielo né in terra. Abbi pazienza. La moto elettrica con la frizione simulata. Questo è il brevetto del secolo. Voi non siete motociclisti, non vi vedo così caldi con questo argomento, però questi che hanno brevetta zero motorcycle stanno sviluppando una frizione a leva nonostante l'assenza del cambio per le motociclette elettriche. Non basta la simulazione del rumore, ma ci vuole anche la sensazione della sprizionata, probabilmente per fare le sgommate, le impennate non lo so cosa, però vabbè, mondo libero se c'è la richiesta è bene. Ultimo argomento, scegliete voi, va così, scegliete qualche cosa qui in cui riesco a ingaggiarvi un pochino di più della frizione simulata. Ok però siamo arrivati, ci sono arrivati 3, 2 argomenti prima dell'altra. Abbiamo anche saltato un paio, c'è tutto MISC, c'è chat GPT, i buoni pasto di McDonald's, c'è c'è. Ma è interessante quello di MidGiorney, MidGiorney che ha dato del cornuto, proprio quelli di Stable Diffusion. Abbiamo parlato pochissimo di AI poi oggi. Ogni tanto ci vuole un po' di pausa. Ecco, no, non facciamo la pausa, chiudiamola così. Insomma cosa è successo? Che mercoledì MidGiorney ha bannato tutti gli impiegati di Stable Diffusion, di Stability AI, dal fare, dall'usare il servizio, accusando una, dice di aver trovato una specie di botnet gestita da potenzialmente da dipendenti di Stable, di Stability AI e che poi appare abbia anche mandato in pappa i server che hanno avuto un periodo di downtime. Ma alla fine poi si pare che il CEO di MidGiorney, si sia sentito con l'altro CEO, gli ha mandato guarda ti mando un po' di documenti dei tuoi dipendenti che sono venuti dalle nostre parti. C'è anche il cesto col prosecco e il salame, tienilo. Pare che questa incredibile botnet fosse un progetto di un progetto personale di un singolo dipendente che non so insomma come ha fatto a mandare giù tutti i server di MidGiorney, però la cosa divertente… Che fra l'altro non lo potete dire pagante di MidGiorney. Tra l'altro. E comunque ha i suoi limiti, ha la sua polisi, quindi probabilmente stava anche pagando per come lo stava usando, però la cosa divertente è il bue del cornuto all'asino, ossia le aziende che oggi hanno fatto, hanno creato questi LLM facendo scraping d'immagine da persone che assolutamente non consensienti su questo tema. Ecco oggi dicono all'altro no, tu questo con me non lo puoi fare però. C'è sempre nel bullismo. E poi il messaggio finale era molto bullistico perché il CEO di Stability AI ha detto sì ma tanto a noi la vostra roba non serve che siamo già più bravi di voi quindi inutile. Nien nien nien nien. Nien nien nien e figurati se vengono a guardare le tue foto brutte brutte con le dita storte. Non veniamo a scrapparvi, state tranquilli. Eh vabbè. Gingili del giorno dai. Digitale chiude sempre così con i Gingili del giorno e i regali dei digitaliani per i digitaliani. La voce di Digitalia selezionano per voi hardware, software, letteratura, qualsiasi cosa che abbia attinenza digitaliana, che abbia colpito la loro curiosità, stravolto la loro esistenza o qualsiasi sfumatura nel mezzo. Vediamo un pochino. Francesco stupiscici. Allora vi stupisco con uno di quegli, di quelle applicazioni che tengo installate sul mio computer e uso rarissimamente ma quando mi capita di usarle effettivamente mi riescono a cambiare la giornata. Si tratta di Sloth, un'applicazione appunto per macOS che di fatto è un'interfaccia grafica di un comando di sistema che è lsof che a sua volta riesce a identificare tutti i file, i socket, tutto quello che viene gestito e tenuto aperto da ogni singola applicazione. E' effettivamente qualcosa che probabilmente nella vita di tutti i giorni non è che serva ma quando si trova magari o in fase di sviluppo o in certe situazioni in cui delle applicazioni, non so, bloccano l'espulsione di un hard disk o fanno qualcosa, non si chiudono bene, se uno vuole andare a esplorare cosa sta succedendo e magari anche riuscire a trovare il colpevole può essere un ottimo strumento di ricerca. L'applicazione è gratuita e open source, si trova su Github come dicevo prima quindi meglio di così. Come poteva andare? Si può installare anche con AppLite o con Ombrew, vedo adesso visto che è un gingillo ricorsivo proprio. Non ci sono scusanti. Michele. Allora, continuo con Mondo Massodon, progetto di uno sviluppatore che si chiama Rob Knight, lo sviluppatore, il progetto invece si chiama Echo RSS Crossposter. In pratica voi gli mettete dentro, andate sul sito, gli mettete dentro un feed RSS e questo feed RSS poi manda il contenuto magari rilaborato di questa nuova entrata a servizi liberi, aperti come può essere Mastodon, come può essere Omnivore, che tra l'altro è uno dei servizi che prima o poi dovrò provare sul mio server, Github, WebMenshow, Micro. log e quindi se avete bisogno di farlo, è uscita la nuova puntata di Digitalia e voglio metterla su Mastodon, ecco questo servizio fa esattamente questo. Oggi lo fa con un piccolo livello di complicazione perché genera una configurazione per Node. s, quindi dovete avere comunque Node. s sul vostro Raspberry, server, patata, dipende dove ostate le vostre cose, ma in realtà tra poco rilascerà la nuova versione che sarà già ostata e quindi non ci sarà bisogno di avere Node. s. La trovate su echo. knight. e e nelle note dell'episodio ed è gratuito ovviamente. Fantastico, grazie Michele. Chiudiamo con questo social touring game, si chiama Human or Not, che cos'è un social touring game? Beh, avete presente il test di touring, quello dove un computer deve ingannare un essere umano e fargli credere che sia umano a sua volta. Ebbene, quando voi iniziate una partita su Human or Not, iniziate a chattare con un'entità e dopo una serie di domande dovete decidere se avete parlato con un altro essere umano come voi, che si è collegato anche lui per giocare con questo sistema, o se avete parlato con un sistema LLM. Dopodiché vi dice se avete vinto o meno, quando avete dichiarato se quello con cui avete parlato era un umano o un'intelligenza artificiale e vi dà le statistiche. Vi dico che gli esseri umani riescono al momento a vincere solo il 54% delle volte, il 46% delle volte le intelligenze artificiali riescono a gabbare questi modelli gli esseri umani. Devo dire che la cosa è un po' ostacolata dal fatto che il sistema chiede una risposta definitiva dopo veramente poche interazioni, poche domande e risposte e probabilmente se si potesse andare avanti magari per una mezz'oretta sarebbe molto più facile cogliere in fallo l'interlocutore. Però tant'è, carino, se volete provarlo lo trovate linkato insieme a tutti gli altri gingili del giorno sulla pagina web della nostra puntata, della puntata attuale, www. igitalia. m/716 E siamo come sempre ai saluti finali, vi diamo i nostri contatti visto che Michele ha cambiato, ha migrato. Com'è migrare l'account di Mastodon, Michele? È così facile, automatico e indolore come viene venduto? Non è assolutamente indolore perché si perde tutto quello fatto fino ad ora, quindi nel senso si migra il fall. Perdi i post ma non il grafo sociale, giusto? Esatto, perdi tutto quello che hai postato su Mastodon, tieni i follower e chi segui, vabbè chi segui ovviamente rifai un nuovo fallo in automatico importandolo dal csv, i follower invece si beccano un redirect sul nuovo account che rimane silente a fare da ponte tra il vecchio e tra il nuovo e i tuoi followers. Quindi quando tu scrivi i tuoi follower continuano a vedere i tuoi nuovi post ma non trovano quelli vecchi. Esatto. Allora il nuovo account di Michele su Mastodon è micheledm@mastodon. om, francescom@livellosegreto. t, sottoscritto franco solerio@mastodon. ocial, trovate il nostro account però istituzionale digitalia. m@mastodon. e il bocchettone delle notizie digitalia_bc@mastodon. ocial dove passano tutte e tuttissime le notizie che prendiamo in considerazione per l'eventuale inclusione nella scaletta della puntata di Digitalia della settimana. E' quasi tutto, le ultime raccomandazioni, Time Talent & Treasure, dateci una mano, dateci una mano con i vostri soldi, con le vostre donazioni, dateci una mano con il vostro tempo, con il vostro talento, semplicemente impiegandolo per raccontare di Digitalia alle vostre amiche, ai vostri amici o per scrivere una recensione, un post, quello che volete su un social relativo a Digitalia, tutto aiuta, tutto fa brodo. Grazie ancora per averci ascoltato per tutta la puntata, dall'Emi Studio Liguria 1 di Sanremo un saluto da Franco Solerio, dallo studio di Milano Isola un ciao da Michele Di Maio, un ciao anche dallo studio di Milano Città Studi da Francesco Facconi. Ci sentiamo la settimana prossima con una nuova puntata di Digitalia.

Dallo studio distribuito di Digitalia

Produttori esecutivi:Alessandro Stevanin, Vincenzo Ingenito, Carlo Tomas, Andrea Guido, Alessio Ferrara, Andrea Nicola Vasile, Diego Arati, Luca Ubiali, Alessio Cerretini, Alessandro Morgantini, Antonio Taurisano, Simone Podico, Mario Giammona, Michelangelo Rocchetti, Marco Grechi, Michele Francesco Falzarano, Denis Grosso, Umberto Marcello, Giorgio Puglisi, Andrea Malesani, Fabio Brunelli, Enrico Carangi, Roberto Medeossi, Federico Cosci, Calogero Augusta, Letizia Calcinai, Michele Olivieri, Nicola Grilli, Emanuele Libori, Evkmusic, Donato Gravino, Daniele Bastianelli, Isacco Tacchella, Guido Raffaele Piras, Cristian Pastori, Paolo Tegoni, Georg Wenter, Mario Cervai, Andrea Giovacchini, Giuliano Arcinotti, Manuel Zavatta, Davide Tinti, Nicola Gabriele Del Popolo, Nicola Gabriele Del Popolo, Capitan Harlock, Pavlo, ftrava, Feró, jh4ckal, Nicola Fort, alepapp, Anonymous, paolo bernardini, akagrinta, Idle Fellow, 21milionman, Arzigogolo, juleeho, ragnar

Il Network Digitalia