Blurry
Logo Digitalia

Prossima diretta
Lunedì 04 Novembre alle 20:50

702

Il becchino delle startup

Accordo raggiunto per l’AI act europeo. L’IA permetterà spionaggio di massa. Il garante anti-bufale. Google presenta Gemini. Apple e Google mostrano al governo USA le notifiche push. Spotify licenzia. Queste e molte altre le notizie tech commentate nella puntata di questa settimana.

Digitalia.fm
Digitalia #702 - Il becchino delle startup

Digitalia #702 - Il becchino delle startup

Settimana dell'11 dicembre 2023 la legge europea sull'intelligenza artificiale le patate di amato Google lancia Gemini ma anche privacy gaming pirateria questo è molto altro scaletta per un'ora e mezza dedicata alla notizia quella digitale all'italiana. Dall'emistudio rigore 1 di Sanremo qui è Franco Solerio. Dallo studio cittadino di Avellino Massimo Desanto. E dallo studio di Milano Isola Michele Di Maio. Michele come sei robotico stasera. L'ha fatto per imitare Facconi. Era un Facconismo. Era una Facconità. Un Facconismo. Qualcosa di bello da raccontare che vi è capitato veloce in settimana o cosa se no ci buttiamo a capofitto nelle notizie della settimana vi vedo stuccati. Me di cose tecnologiche e di tecnologia ne ho avuto. Se volete qualcosa di bello della vita non digitale sono andato in questa bellissima spa a San Marco di Castellabate. Ci siamo fatti un giro di tutte le piscine e piscinette di ogni tipo. Bellissima. La Cassa San Marco. La legge sull'intelligenza artificiale dalla comunità europea cantata come un peana in tutto il mondo. Gli europei sono stati i primi sono stati più bravi sono stati più veloci a farsi. Finalmente una legge che regoli l'intelligenza artificiale perché si sa se non è regolata l'intelligenza artificiale. Pericolosa è ma saranno tutte rose e fiori? Prima di tutto non è una legge. Non è un accordo esatto è un accordo quello di cui abbiamo parlato già settimane fa. Dopo che si sono parlati all'interno dell'Unione Europea si sono parlati anche tra stati il che è un buon punto un buon punto di partenza. C'è una bozza di legge ma credo non sia ancora stata resa pubblica. Dagli articoli parlavano appunto di un futuro verrà resa pubblica anche la bozza. Sono state resi pubbliche a grandi linee anche a medie linee. I punti salienti. Cosa succederà più avanti e che dovrà essere ratificata non dai singoli stati ma dagli altri organi dell'Unione dell'Unione Europea prima di entrare in figura. Questo è l'iter amministrativo parlamentare che sicuramente come dicevi tu è ancora complesso prima di arrivare a una vera e propria legge però l'accordo politico c'è e quello che ha fatto un po' anche diciamo storcere il naso anche sulle modalità e che per arrivare a questo accordo in vista naturalmente appunto di una tempistica che consenta l'approvazione a questo Parlamento Europeo prima delle elezioni che ci saranno nel 2024 c'è stata una tour de force con una tre giorni di discussioni in cui sembrava che questo accordo non arrivassero arrivasse molto deformato rispetto alle aspettative diciamo soprattutto di chi voleva che questa legge fosse veramente diciamo una baluardo, una difesa contro questi rischi della dell'intelligenza artificiale. Sì, uno dei temi principali era quello del riconoscimento del riconoscimento di massa che è vietato tranne che in alcuni casi ci sono delle eccezioni queste eccezioni sono più o meno sempre le stesse che sono l'evidente minaccia di un attacco terroristico, la ricerca di vittime e le indagini che riguardano reati gravi come omicidi, sequestri, violenza sessuale che boh ok boh non lo so forse però la domanda che mi pongo io è se sono eccezioni per andarle a gestire come tali devi comunque avere un qualche tipo di infrastruttura di controllo. Se devi cercare delle vittime e devi utilizzare la sorveglianza di massa e perché il fine giustifica il mezzo forse almeno secondo la legge devi però avere un unico basket con tutte le registrazioni delle telecamere o qualche o qualche cosa del genere. Sì il vero problema appunto è che tutti i punti critici che ben conosciamo già a priori diciamo la mia personale posizione è che ovviamente una legge è una cosa molto importante e da sicuramente come poi degli strumenti per la difesa di questi diritti. D'altro canto noi sappiamo bene che le criticità che sono in gioco sono proprio legate esattamente alla capillare diffusione infrastrutturale di queste tecnologie, delle sensoristiche correlate, di tutte le potenziali applicazioni con rischi sulla privacy, sui diritti eccetera eccetera e chiaramente rispetto a questo vedere che già nell'accordo della legge, ancora non ne conosciamo i dettagli tecnici, non sappiamo come verranno scritte poi le vere e proprie modalità di adesione, in realtà già in questo accordo sono previste delle eccezioni che fanno immaginare che naturalmente i governi, le varie realtà potranno accumulare questi dati delicati e sensibili, non ci sarà un vero controllo a monte sulla non raccolta dei dati ma ci dovrebbero essere dei meccanismi di salvaguardia che ne impediscono l'utilizzo. Il problema è sempre il solito che appunto i meccanismi di salvaguardia quali sono, chi li controlla eccetera, la legge è fatta così vuol dire che poi ci saranno dei regolamenti attuativi, dei singoli stati che prevedono quali sono le eccezioni e poi le eccezioni si possono sempre aumentare. Non ne sono sicuro che in questo caso ci debbano essere dei regolamenti attuativi. Vedremo vedremo intanto qui siamo ancora a bossa. Comunque c'è stata già all'interno della discussione politica si è delineata un gruppo di stati tra cui l'Italia che chiede, capitanato dalla Francia se ho capito bene degli articoli. Francia Italia e Ungheria. Francia Italia e Ungheria che insistevano su una maggiore autonomia legislativa nazionale in modo da poter, con la motivazione che questo tipo di vincoli dovrebbe in qualche modo, io questa motivazione veramente non la capisco, potrebbe limitare la capacità dell'Europa di competere a livello industriale su questa tecnologia. E' ovvio che da una parte se limiti rispetto agli stati che non sono limitati rischi di rimanere indietro però dall'altra parte dove non limiti i rischi invece è l'utilizzo improprio. Tra i vari capoversi, i vari punti che indica il post come le linee che seguiranno questa legge anche lì si intravedono molte, escono fuori più domande, più dubbi, più perplessità che certezze, che sicurezze. Sono vietati sistemi di riconoscimento biometrico che utilizzano dati sensibili come le idee politiche, la religione e l'orientamento sessuale. Ora io un sistema di riconoscimento biometrico basato sulla religione non l'ho mai visto e non capisco come una telecamera possa far seguire la religione. Posso però immaginarmi che chiunque voglia profilare e utilizzare questo tipo di incroci di dati non ci metta né uno né due perché se da una parte tu c'è un riconoscimento biometrico che ti identifica per nome e hai un qualsiasi altro database acquistabile sul mercato, non nero ma bianco, che identifica quel nome con un orientamento sessuale o una religione, mettere insieme le due cose non sia assolutamente un problema. Quindi già il discorso di vietare riconoscimento biometrico che utilizza i dati sensibili mi sembra un po' una roba buttata lì per farci belli ma che poi non abbia nessun senso. Se vedrò nella legge che è proibito collegare un sistema di riconoscimento biometrico a una banca dati con dati sensibili, allora su questo. Però deve essere esplicito che questo è previsto anche nell'incrocio dei dati e nell'utilizzo in sistemi più complessi. Non possono essere utilizzate immagini ricavate da internet per creare database di riconoscimento facciale. Ok, quindi quelli non ricavati da internet ma caricati dall'utente, quindi Zuckerberg che non li scarica da internet ma ce l'ha nel suo database, può utilizzare tranquillamente tutti i suoi database per costruire un sistema di riconoscimento facciale, questo già non. Torniamo al discorso del biometrico di prima. E' stato vietato il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle scuole mentre nei supermercati e per strada fate pure tranquillamente nelle piazze tra i manifestanti per vedere chi è più facinoroso, chi è più arrabbiato e andrà a pescare subito immediatamente, certo, bel lavoro. Sarà inoltre vietato sviluppare algoritmi che possono causare danni fisici o psicologici agli individui o con la capacità di manipolarne i comportamenti anche in forma subliminale. A brevio, sarà vietato sviluppare algoritmi con la capacità di manipolare i comportamenti anche in forma subliminale. Vietiamo l'advertising. O anche la timeline Instagram. Perfetto, ma qualsiasi cosa, cioè vietiamo la pubblicità che è un algoritmo che può manipolare i comportamenti anche in forma subliminale, per definizione. Vedremo, da quello che è elencato qui si vede molto, è ovvio, sono dei cenni, sono dei titoli di capoverso, probabilmente bisogna. La cosa un po' preoccupante è che abbiamo cominciato a parlare di queste IACT nel 2021, ora siamo nel 2020, fine del 2023, inizia il 2024 e si vede che arranchiamo, insomma, che si fa fatica davvero a immaginare un frame legislativo che possa proteggere seriamente i nostri diritti rispetto a queste tecnologie. Però se fosse entrato in vigore un framework al giorno del 2021, ecco, sarebbe stato. Però questo è il problema, no? E' anche proprio questa la questione, cioè qui se questo tipo di tecnologie compie cambiamenti radicali ogni sei mesi, in ogni caso devi immaginare un frame legislativo che sia d'utile, che possa essere aggiornato, altrimenti non lo fai mai. Che è proprio la definizione di framework legislativo, quello di essere d'utile. E' anche corretto per definizione che la legge sia in qualche modo stabile. Ecco, sarà, insomma, se ci abbiamo un altro quantum leap come quello che abbiamo avuto praticamente un anno fa con ConceptGPT e un altro nei prossimi mesi. Vabbè, noi su digitale ci divertiamo molto perché avremo altre cose di cui parlare, però ecco, non è detto, non è detto, ecco, non è detto. Da uno dei massimi esperti in tema di privacy, se non un allarme, un'indicazione all'attenzione a un tema che a oggi è stato molto poco messo sotto scrutinio e tanto meno da questi tentativi o questi movimenti verso una legislazione che regoli l'invasione della privacy, della sicurezza e dei diritti da parte degli strumenti intelligenza artificiale. Parliamo di Bruce Schneier che abbiamo citato tante volte da queste parti, maestro crittografo, crittologo e esperto in temi di privacy, che dice attenzione perché considerando come funziona oggi e quali sono i rischi e le erosioni maggiori della privacy e dei diritti dei cittadini da parte delle aziende con quello che è successo a internet, il rischio per quello che riguarda l'applicazione di strumenti intelligenza artificiale va ben oltre quanto oggi viene normato, ma è nell'utilizzo di questi strumenti su enormi basi di dati di comportamento all'interno del comportamento delle persone su internet, sui social, sui siti eccetera. Cioè l'idea è se internet ha permesso la sorveglianza di massa, l'intelligenza artificiale permetterà lo spionaggio di massa. Qual è la differenza tra la sorveglianza e lo spionaggio? La sorveglianza è la raccolta dei singoli dati. Michele Di Maio ha fatto una telefonata a quest'ora, è andato al supermercato a quest'ora, è andato di qua, ha fatto questa, ha fatto quello. Lo spionaggio di massa è mettere insieme tutti questi dati e dire "Michele è un giovanotto di 35 anni che è di religione cattolica, gli piacciono le fanciulle ma è assolutamente monogamo però ha un vizio segreto e tutti i venerdì pomeriggio va in berreria e mescola la birra con il porto", cosa che tutti i suoi amici amanti della birra se lo sapessero ricadono. Gli toglierebbe il saluto. Ecco, robe del genere. Ora, questo oggi è possibile per le singole persone, nel senso che se qualcuno, se l'NSA vuole prendere di mira Michele Di Maio con tutti i dati disponibili è in grado di farlo. Se Facebook vuole avere uno spionaggio così dettagliato da vendere per advertising o per qualsiasi altro obiettivo sulla totalità dei suoi utenti oggi non è possibile farlo per motivi di quantità di lavoro necessario. Gli strumenti dell'intelligenza artificiale permettono di fare il salto quantico, nel senso di prendere tutti questi dati e in maniera automatizzata trasformare la sorveglianza in spionaggio sul singolo individuo per cui riuscire a integrare i dati e dire "Sì, questa persona è appunto omosessuale, quello gli piace la birra mischiata col porto, questo qui gli piace" e con erosione della privacy molto maggiore rispetto a quello che abbiamo visto fino ad oggi. Un po' come avere il tuo piccolo analista dell'NSA attaccato dietro. Finora è stato uno dei, appunto, un qualche tipo di attrito nell'analisi dei comportamenti di massa, pensiamo alle rivelazioni di Snowden e tutta la mole di dati che aveva acquisito l'NSA e che probabilmente ha ancora il database più aggiornato. Ecco dicevamo che ok è lì ed è problematico nel momento in cui, vabbè è problematico di default, però ovviamente se entri nella rete di uno spacciatore perché ti capita di chiamare il cugino dello spacciatore e il cugino chiama lo spacciatore quindi entri in una relazione di secondo grado nei confronti dello spacciatore allora hai magari delle ripercussioni poi anche nella vita vera. Però appunto il bisogno diventa, come dice soltanto, per una percentuale degli utenti. Nel momento in cui c'è il tuo piccolo analista dell'NSA dentro la tastiera, dentro il mouse, dentro il cellulare che mette insieme tutte le tue informazioni, il problema della modalità non si pone non si pone più. Nel senso che non c'è più. Non c'è proprio più bisogno di niente. Dobbiamo dire che combinando i due discorsi che abbiamo fatto cioè quella della difficoltà con cui il sistema legislativo può proteggere i nostri diritti rispetto a queste tecnologie e il punto di vista invece dell'osservatore tecnologico che vede nel futuro prossimo questo utilizzo per lo spionaggio di massa c'è un po' da avere un po' di brivi di lungo la schiena. Anche che tipicamente quando una cosa può essere usata male questa cosa viene usata male di sicuro. E' certo, è certo. Il qualcuno che tira al ribasso c'è sempre. Per fortuna abbiamo amato alla guida della nostra consulta che ha male patate a quanto pare. A proposito di persone che vedono nel futuro. Quest'articolo lo prende un po' in giro in realtà perché poi leggendolo un po' nel dettaglio diciamo la notizia è che appunto Amato che è stato messo a capo di questo comitato per l'algoritmo, questo famoso comitato per l'algoritmo che è stato istituito dal nostro governo, Amato ultraottantenne, 85enne addirittura, in una intervista ha detto praticamente citando le applicazioni dell'intelligenza artificiale dice "io amo molto le patate sicuramente con l'intelligenza artificiale potrò avere tutte le possibili ricette relative alle patate in questione" e quindi questa cosa poi è diventata diciamo ovviamente il titolo, il titolo che tutti i giornalisti hanno utilizzato per rimarcare questo dubbio che abbiamo avuto un po' tutti fin dall'inizio della nomina di una persona della sua età ad un comitato che invece appunto dovrebbe essere, come dire, sintonizzato su tecnologie così moderne. Sì, purtroppo non si trova la registrazione per vedere il resto di quello che ha detto. Un po' meglio l'articolo, mi sembra che la dichiarazione di Amato fosse evidentemente di tipo sarcastico, no? Cioè che lui voleva effettivamente forse scappottare una dichiarazione più, svicolarsi da una dichiarazione più impegnativa. Però certamente non è che era l'ingenuotto che limita la confezione. Fa un po' il parafulmine Amato, a me piace pensare che il comitato sia un comitato di tecnici molto specializzati dentro la materia e che abbiano un chairman che debba fare da direttore, che è una persona dotata di spiccata intelligenza da una parte e cultura dall'altra e che possa senza mettere le proprie convincimenti personali che probabilmente sono lontani per sensibilità dalla materia ma che possa fare bene da guida a un comitato invece, come dicevo prima, più fondato sul tecnicismo e sulle competenze spicciole e materiali. Però non so se si trova da qualche parte la composizione di questo comitato, penso che sarebbe utile andare un po' più a fondo su quello piuttosto che continuare a fare il tiro al piccione al povero Amato che effettivamente ci azzecca abbastanza poco. Quello che però dall'articolo sul, perché sono finito, perché mi hai aperto la pagina sul calciomercato che a me non frega niente, ok, siamo tornati sugli affari italiani, ah era l'articolo seguente, ogni tanto vanno di moda questi siti che ti mettono, apri un link di un articolo e quando arrivi in fondo ti fanno passare automaticamente all'articolo seguente anche di un tema che non c'entra assolutamente la mazza. L'articolo finisce con "basti pensare che quest'anno il governo ha imposto all'agenzia di stampa di dotarsi di un garante antibufale da assumere nelle redazioni". Una roba buttata così di cui sinceramente io non avevo avuto assolutamente nessuna notizia, sentore, eccetera, e dire che se guardate quanti notizie, articoli passano sul back channel che abbiamo sia su Mastodon che su Twitter, vi rendete conto che leggo e tutti noi qui su Digitalia leggiamo centinaia di articoli alla settimana. Però di questo garante contro le fake news, garante antibufale da assumere le redazioni dei giornali, eccetera, non avevo assolutamente. voi sapevate qualcosa? Avevate mai sentito parlare di questa cosa? È una legge che è stata introdotta tipo a ferragosto, come al solito. L'11 luglio nel famoso decreto "mille proroghe", che è quel decreto che serve ai governi italiani per infilare l'ala qualunque, oramai da qualche da qualche decennio, e no assolutamente mi sembra di capire poi dal tono degli articoli che anche i giornalisti mi sono sembrati abbastanza stupiti. Non hanno capito bene. Prima di tutto non hanno capito bene, però soprattutto abbastanza stupiti e non aggiornati sul pezzo. Si parla di una figura che dovrebbe essere. Garante. esatto, di un garante che dovrebbe essere introdotto nelle agenzie di stampa, si parla esplicitamente della prima linea dell'informazione, Lanza e altri in Italia, come si chiama l'altra che adesso mi sfugge? Reuters. L'Agi. Poi non so esatto quelle non italiane come funzionerebbe se hanno sede in Italia. Beh, hanno sede in Italia, certo. Esatto, immagino. Niente, in realtà è una figura che dovrebbe fare da garante come come se fosse un fact-checker posto lì che dovrebbe mettere. E' una roba. è una roba allibente sinceramente. La figura più simile che mi viene in mente nella storia, nella storia appunto, è il commissario politico che il partito comunista russo imponeva in ogni imponeva in ogni azienda in ogni attività e cosa c'era un commissario politico che era quello che aveva il diritto di vetto e aveva l'ultima parola e diceva no quello che fate è contrario alla dottrina del partito quello che fate va bene per il partito eccetera. Sì però in questo caso dovrebbe essere una figura interna. Guarda che c'è un esempio molto più recente che il redattore Rai e tutte le trasmissioni della Rai c'era il redattore espressione del controllo però anch'io diciamo devo dire invece l'ho vista più come la figura del garante della sicurezza sul cantiere cioè come una persona che in qualche maniera poi come dire si assume delle responsabilità. Dovrebbe essere il lavoro del giornalista però. Cioè la sicurezza è una questione abbastanza no ci sono delle leggi che dicono le norme che devono essere rispettate perché no l'operaio che fa questi lavori deve avere il casco le scarpe antinfortunistica non deve usare fiamme libere ogni compito ha le sue regole c'è uno che dice l'operaio c'ha le scarpe antinfortunistica, no torna di là e torna qui solo con le scarpe antinfortunistica. Punto. Cioè ci deve essere una persona che dice questo è vero puoi pubblicarlo questo è falso non puoi pubblicare mi sembra una roba di una gravità terrificante terrificante che si impongano alle gizie di stampa una persona che diventi no non che il giornalista raccoglie tutti i dati eccetera li sottopone al pubblico dice abbiamo raccolto questi dati no la notizia c'è o sparisce non arriva proprio perché il garante antibuffale ha detto questo non va pubblicato mi sembra. Quello è anche la figura del caporedattore cioè ci sono queste figure all'interno delle relazioni che decidono sì o no. Però sai si tratta di un presidio collaborativo rispetto agli organi di direzione dell'agenzia di stampa che mantengono impregiudicate le proprie competenze funzioni responsabilità ugualmente ogni giornalista conserva inalterati il proprio ruolo i propri doveri deontologici e la propria responsabilità giuridica. Queste sono le parole del sottosegretario alla presidenza del consiglio Barachini. Effettivamente poi mica si capisce tanto. O sta lì e non fa niente. Sì in realtà adesso l'ho trovato un articolo. Anche un presidio collaborativo deve finire in piena libertà cioè poi l'agenzia e lei che perciò mi era venuta in mente la figura del responsabile della sicurezza perché appunto è l'agenzia di stampa stessa che sceglie a uno che gli fa da garante. Uno tra l'altro una persona esterna perché ho beccato adesso un articolo di Pagella Politica di fine luglio dove appunto parla di comunque di una figura esterna che possa essere un consulente externo. Siccome questa cosa è legata ai finanziamenti pubblici. Ok se vuoi finanziamento pubblico devi avere il garante. Vedete che questo costo va inserito sulla parte di finanziamento pubblico il costo del garante che sicuramente dovrà ricevere un compenso e quindi mi sembra come l'invenzione di Gava del terzo postino sul furgoncino delle poste. Mi sembra un modo per creare una posizione lavorativa. Secondo il sottosegretario infatti l'attenzione riservata all'agenzia di stampa è dovuta in primo luogo alla volontà di difendere l'informazione primaria dalla crescente tendenza degli attacchi hacker. E' come se in ogni sala operatoria ci fosse un garante per la correttezza dell'intervento chirurgico, no? Un garante per la proprietà. C'è il chirurgo che decide se cosa fare cosa non fare. Ci vuole un garante che arrivi da fuori. Quello che mi fa paura è proprio quello la figura esterna, poi la figura esterna si deve capire quali quali competenze deve avere, come viene selezionata, deve essere per forza laureato in scienze del piripicchio e aver preso una cosa alla scuola di specializzazione mangiageriale piripicchiale di Roma 2. Cioè, capisci? Diventano sistemi di controllo poi quelle, diventano possibili sistemi di controllo. E' una roba poi passata nel decreto mille proroghe e fa ancora più. Quindi è un garante del piripicchio. E' più sospetto. Va bene, tanto. Passiamo, andiamo oltreoceano. Google presenta Gemini. Cosa mi dite di Gemini? Il video, c'è questo video di Gemini. Il video è figo ma è tutto finto. È quasi tutto finto, comunque pesantemente editato. La paperella è la finta. La paperella è la finta, se andate su YouTube c'è questo video di 6 o 7 minuti che onestamente, schiacciate play ed è abbastanza, non mi sento di dire, abbastanza impressionante. Raccontacelo Nacchi, io non l'ho visto proprio. Questo me lo faccio raccontare da Michele. Ho visto solo la paperella. Immaginate questo video con, a sinistra c'è una scrivania ripresa dall'alto e a destra c'è, ci sono i testi di risposta dell'LLM. Sulla parte di sinistra compaiono varie varie cose. Si inizia ad esempio da un post-it e ci sono delle mani che iniziano a disegnare delle curve. L'intelligenza artificiale risponde "ah, vedo che sei preso un post-it e stai disegnando delle curve". In maniera tra l'altro anche molto fluida ed estremamente veloce. Queste linee piano piano diventano una paperella e l'intelligenza artificiale risponde "ah, ma vedo che queste curve stanno diventando una paperella". Cosa che comunque non è banale. Tra l'altro ancora meno banale facendo una battuta. A un certo punto Gemini dice "what a quack" invece di "wtf". "What a quack" però visto che c'era la paperella. Molto simpatica, più simpatica di Grok. Va avanti, la paperella inizia a colorare la paperella, la colora di blu e l'intelligenza artificiale dice "ah, vedo che stai colorando di blu questa paperella". Un colore abbastanza non consona una paperella, ma ci sono delle quattro specie di paperelle del polo nord che sono blu effettivamente. Va avanti, fa altri altri test tipo inizia a fare sasso, carta e forbice. L'intelligenza artificiale risponde "ah, vedo, lo conosco quel gioco". Iniziano a giocare a sasso, carta e forbice e poi va avanti per sei minuti con questo tipo di test. Molto bello, onestamente impressionante sia per la velocità che per la precisione, che per la varietà delle risposte. Peccato che appunto erano non proprio vere. Nel senso che non è andato così, non è stato ripreso live e c'è un modello che si chiama Gemini, che ha alcune delle caratteristiche dimostrate nel video, ma ad esempio innanzitutto non c'era un video, non c'era un feed che veniva mandato, non era in real time. Sono state caricate delle foto sasso, carta e forbice. C'era la foto di un pugno, la foto di una mano aperta e la foto delle dita a forbice. E che sono state effettivamente poi riconosciute come gioco del sasso, carta e forbice dall'intelligenza artificiale, ma non è la stessa cosa. Assolutamente no. Posso capire se tagli ad esempio i momenti di caricamento dell'intelligenza artificiale nelle risposte, ma non è la stessa cosa che far vedere quello che Google ha fatto vedere. Oh yes. Mi sembra proprio una sorta di truffa. Sì, anche perché poi le azioni di Google sono salite dopo questo video, hanno fatto salire le azioni di Google. Poi dopo non so che fin'ha fatto. E dopo che si è saputo che era fake? Non lo so, l'ho riguardato dopo. Perché se tu costruisci una cosa così, in cui simuli un'interazione in real time, stai proiettando un'immagine che è assolutamente diversa dalla realtà. Ora siamo abituati, quando abbiamo saputo che la demo del primo iPhone era tutta guidata, incanalata e cosa, dice "vabbè se l'ha fatto Steve Jobs possiamo farlo tutti". Possiamo farlo anche noi, poi tra una quindicina d'anni funzionerà tutto come abbiamo descritto. Anche digitale è tutto ritagliato eccetera. Pensate che ci stiate ascoltando in diretta, ma in realtà è tutto finto, è tutta una montatura. L'abbiamo registrata sabato questa cosa. L'abbiamo registrata sabato prossimo, poi siamo tornati indietro nel tempo e l'abbiamo pubblicata. Va bene, ok, perfetto. Due minuti, ringraziamo i nostri produttori esecutivi. E perché no? [Musica] Le produttore, madame messie, voilà. Allora, produttori esecutivi, la linfa vitale di Digitalia, il modello di sussistenza. Non parliamo di business qui perché il business si fa su cifre diverse, ma Digitalia tira avanti, tira la racchetta, no, la carretta. Da una quattordicina d'anni, tredici erotti, quattordici ad aprire se non sbaglio i conti, forse addirittura quindici. Adesso ogni volta perdo la cognizione del tempo, ma il motivo per cui funziona è molto molto semplice ed è che una buona parte dei nostri ascoltatori decide di supportare attivamente l'esistenza della trasmissione e il lavoro di chi ci sta dietro. Perché signori, è un lavoro, se guardate le ore, vi dicevo prima, guardate il numero di articoli che leggiamo tutte le settimane, anche solo quello, lo sforzo a cui costringo gli altri membri della gang. Dovete capire che è un minimo di ritorno ci vuole e qual è questo ritorno? Un minimo dagli sponsor e un massimo da chi ascolta, che come una trial gratuita assaggia Digitalia e nel momento in cui entra a far parte della sua routine settimanale decide di contribuire. Non vi obblighiamo a un abbonamento, non vi. oggi van di moda le subscription che siano in app o meno, noi vi chiediamo semplicemente di decidere in scienza e coscienza quello che pensate che Digitalia valga per voi. Lo trasformate in una cifra, euro, satoshi, bitcoin, quello che volete, ce lo restituite con Paypal, Satispay, Bitcoin on chain, con il bonifico bancario, come volete, i metodi sono tanti e sono tutti sul sito digitalia. m. Noi in cambio, oltre a lavorare per voi, vi ringraziamo direttamente in trasmissione e in questo il nostro professore è imbattibile e inimitabile. Eccomi qui in scienza e coscienza per i produttori 702, cominciamo con gli streamer value for value, value for value, che sono per questa puntata Tiumeito, questa mi ha messo in difficoltà, 21 million men, Michele da Milano, che non sarà Michele Di Maio, Ferro, Paolo Bernardini, Idol Fellow, Futrava, Capitan Harlock, Arzigogolo, Nicola Gabriele del Popolo, Pavolo, Brain Repo, Gianlu, Anonymous. E grazie veramente a tutti, oh date un'occhiata, io non so quale cliente utilizzate, se utilizzate Castamatic vi dice a che cosa corrisponde in euro all'ora, quindi immaginate una trasmissione di un'ora, un'ora e mezza, che cosa date in cambio. Altre app non ve lo dicono, con il cambio dei Satoshi non siamo ancora tutti bravi, a noi capita, noi vi ringraziamo lo stesso, vi ringraziamo bene lo stesso, ma arrivano delle robe da Repo che dice questo qui fondamentalmente ti ha dato due millesimi di euro per un'ora e mezza di trasmissione, ecco quando diciamo una mano sul cuore l'altra sul portafoglio, ecco ma non solo la mano, mettete neanche una sul cervello perché ricevere due millesimi di euro per il lavoro che facciamo, non dico che è quasi insultante, ma insomma ci si avvicina. Vabbè, abbiamo sbagliato a calcolare. Ma si, ci sta, ci sta, ci sta, è colpa delle app che hanno un'interfaccia utente, avevo detto spesso, che porta in inganno. Date due conti. Passiamo alla sezione Boost. H. Grinta ci dà 990 Satoshi, mitico H. Grinta, e Gianluce ne dà 2500, udite perché ci manda anche un messaggio, riguarda la scarsa informazione su certi temi e se fosse più semplicemente che l'informazione in generale è scadente, non vengono forniti dati con fondi attendibili certi a sufficienza, le chiavi di lettura sono vaghe, di conseguenza i lettori non sono in grado di capire e farsi un'opinione, da cui il conseguente graduale disinteresse per certi temi, specialmente se polarizzanti, che possono facilmente creare crisi tra persone anche care. Ne consegue poi anche un distacco dalla vita politica con il rischio di mandare in crisi la sempre fragile, per definizione, democrazia. A sentire chi ne sa, la propaganda delle dittature sfrutta proprio questo meccanismo a livelli ovviamente estremi. Vediamo come è gestito il Boost Pippone. Lo leggiamo tu, lo leggiamo, rispetto per le vostre idee, specialmente se contribuite alla trasmissione. I produttori esecutivi servono proprio a quelli. Può darsi una visione un pochino nichilistica del problema, si può vedere da una parte questo tipo di problematica e dall'altra si può vedere anche tentativi di manipolazione dell'informazione e probabilmente ci sono un po' tutte e due gli aspetti. Grazie comunque Gianlu. Pronti per le donazioni singole e immancabili dei nostri perpetual executive producer, Manuel Zavatta, che ci dà una donazione singola da un euro e viene poi imitato da Manuel Zavatta che ci dà un'altra donazione singola da un euro. Nicola Gabriele del Popolo, che in questo momento evidentemente non aveva questa eccessione della personalità, fa una donazione singola da 2,01 centesimi. Sono produttori per il petto, questo può capitare. La produzione da settimana dopo, caschi quella prima, sono i soliti casini, l'anno bisnesto. Manuel, Nicola, perdonatemi. Ma per carità, vi amiamo follemente, grazie. Comunque Manuel aveva lanciato una moda evidentemente perché a seguire c'è Alberto Sartori che fa una donazione singola da 0,50 centesimi di euro, poi c'è Alberto Sartori che fa una seconda donazione singola, insomma sono quattro donazioni singole da 0,50 euro di Alberto Sartori. E questi sono due euro in tutto, grazie Alberto. Chissà perché di tutto questo, non è la prima volta, l'altra volta le aggregavo, questa volta ho deciso di lasciarle staccate per cercare di capire. Ma spiegacelo Alberto, magari lui ha un tasto che fa una specie di boost su Satispay da mezzo euro ogni volta, ci ha mandato quattro volte, però grazie Alberto, noi assolutamente apprezziamo. Stefano Cutellet fa seguire una donazione singola da 1,10 centesimi di euro, Matteo Tarabini da 1,11, Matteo Masconale da 2 euro, Edoardo Zini da 3 euro e Massimiliano Saggia da 3 euro. Donazioni ricorrenti da 3 euro al mese di Roberto Barison, Matteo Arrighi, Nicola Pedonese, Stefano Orso, Arnold Van Der Gissen, Massimo Dallamotta, Alessio Conforto, Alessandro Lazzarini, Giuliano Arcinotti, Davide Capra, Raffaele Marco della Monica, Raffaele Viero, Renato Battistin, Christophe Sollami e FotoGP di Marco Barabino. Mitici, grazie. Donazione singola da 3,21 centesimi di euro di Andrea Picotti, seguita da due donazioni singole da 5 euro, una di Massimiliano Casamenti e l'altra di Massimo Tedeschi. Grazie, grazie davvero. Donazioni ricorrenti da 5 euro al mese di Matteo Carpentieri, Paolo Lucciola, Pasquale Maffei e Giovanni Priolo. Grazie. Seguite da una donazione singola da 5 euro di Sandro Acinapura, e da una di 5,32 centesimi di euro di Andrea Sinigaglia. Grazie anche ad Andrea, grazie davvero. Donazione ricorrente da 8 euro al mese di Mirko Fornai. Grazie Mirko. Zona grandi produttori, con donazione singola da 22,22 centesimi di euro di Giulio Maruso. 22,22 che nei suoi podcast anglosassoni eccetera è di solito indicato, quelli che seguono la numerologia delle donazioni, come una row of ducks, una fila di papere. Ah, benissimo. 22,22, il due come una paperella, una fila di papere. Te l'ha detto Gemini questo. Certamente è stato interpretato dalla nostra intelligenza artificiale, Doc Gemini. È un modo per far diventare più divertenti e particolare, coinvolgenti i segmenti in cui si ringraziano, noi li chiamiamo i produttori esecutivi, ma comunque chi finanzia, chi aiuta la trasmissione. Vi butto così, io ci ho messo qualche mese per capire che cosa significasse quando una donazione è un numero che contiene tanti uno, tipo 11,11 o 111,1, è un satchel of richards che vi lascio i prossimi tre mesi per capire che cos'è un satchel of richards. Va bene. Se volete poi in post-trasmissione ve lo spiego. Ci impegneri. È un sasicchio comunque direi. Allora, poi siamo alla donazione da 23 euro di Diego Donati, grazie, grande produttore, e il lead executive producer della puntata è Alessandro Di Nardo con una sua donazione singola da 50 euro. Grazie Alessandro, Diego, Giulio, grazie di cuore, grazie a tutti i produttori esecutivi per la vostra generosità. Noi, anche quando siamo stanchi, anche quando non ce ne abbiamo per i maroni, anche quando, anche quando, noi siamo qui a registrare perché ci siete voi. Noi siamo tutta la settimana a leggere perché ci siete voi. Noi siamo dopo la trasmissione a lavorare magari fino a mezzanotte o mezzanotte e mezza a sistemare, a preparare il file, a combattere con i server mal configurati e roba del genere perché ci siete voi che ci date un senso, un senso vero di valore a quello che facciamo. Grazie ancora, non fateci mancare il vostro supporto. Noi continuiamo a lavorare per voi. E diciamo, io l'ho che è l'istanza Doc Gemini che legge le notizie, su. E certo, ci mancherebbe oramai. Un LLG. Io sono a Samoa intanto, no? O a Tuvalu prima che finisca sott'acqua. Noi invece degli LLM abbiamo gli LLS, Large. Language Solario. Language Solario. Ho capito. Eh vabbè, ci può stare, ci può stare. Capitolo Privacy. Questa è grossa, non ha avuto tanta risonanza, ma secondo me questa è grossa grossa. Apple ammette di avere dato segretamente i dati delle notifiche push a governi, in particolare al governo federale americano. E vabbè, questo ce l'aspettavamo. Che cosa vuole che siano le notifiche? È una roba terrificante. È una roba terrificante perché vanifica completamente il concetto delle app con la criptografia end-to-end. Se noi pensiamo alle notifiche inviate da WhatsApp dove c'è il testo del messaggio destinatario e ricevente, nel momento in cui voi non conoscete probabilmente il meccanismo con cui vengono trasmesse le notifiche push, ma la notifica push parte da un server dell'applicazione, il server di WhatsApp, viene inviato al server di Apple, che si chiama Apple Push Server Notification Pincopallo, criptografate in modo che nessuno a metà possa in qualche modo leggerle, ma criptografate con una chiave che poi il server di Apple può decriptare e può mandare, a sua volta criptografata, verso i vari dispositivi. Questo che cosa vuol dire? Vuol dire che fondamentalmente Apple è un man in the middle, cioè il messaggio che voi fate partire con WhatsApp e che arriverà dentro al WhatsApp del destinatario completamente criptato e che nessuno a metà neanche WhatsApp può vedere, in realtà viene contemporaneamente mandato su, se non può essere inviato immediatamente, per essere inviato con le notifiche push viene mandato su un canale laterale che è sì criptato, ma non end-to-end, ma è criptato con una codifica che viene decodificata a metà da Apple. Questo vuol dire che, a meno che voi non disabilitiate completamente, e non so se si può fare per WhatsApp, per Signal ad esempio, se non sbaglio, si può chiedere di non inviare il testo dentro le notifiche push, ma non ne sono particolarmente sicuro, forse si può evitare che compaiano lato ricevente, per privacy sulla mia home screen, non mostrare il testo del messaggio, mandami solo una notifica che dice "hai ricevuto un messaggio su Signal", ma non so se questo poi impedisce anche la trasmissione del messaggio ai server delle notifiche push di Apple. In quel caso lì, finito Signal, nel momento in cui un attore governativo è in grado di andare da Apple a dire dammi tutte le notifiche push che hai mandato al telefono di Massimo De Santo nel 2022, in quel momento lì il governo ha accesso in chiaro, non solo ai metadati, ma anche al contenuto testuale, almeno quei primi 200 caratteri che finiscono dentro una notifica push ce li ha in chiaro, completi. È una roba, non capisco, vista l'importanza che si è data, le battaglie che si sono fatte per la criptografia end-to-end da parte dei soliti noti che hanno perfettamente ragione, non capisco perché questa notizia non abbia provocato una levata di scudi, perché di fatto vanifica il concetto delle app con la criptografia end-to-end. Sì, e comunque le istituzioni tipo l'Electronic Frontier Foundation comunque si occupa molto da vicino di queste cose, quindi sì, effettivamente è molto strano. Andando poi ad analizzare la notizia si tratta di un senatore americano. Il senatore americano, Ron Wyden. Il senatore americano è sempre lo stesso, è quello che è più attento a queste tematiche che spesso ha messo in croce Big Tech riguardo a tecnologie o problematiche che invadevano la privacy o comunque che andavano a danno dei cittadini. Ron Wyden. Esatto, è quello di cui avevamo parlato anche qualche mese fa in relazione alla dashboard sul tracciamento sui social. Sì, è stato uno di quelli che ha grigliato di più Zuckerberg durante le audizioni in Parlamento. È molto attivo in questo campo. Ha scritto appunto questa lettera all'attorno di General, che se vogliamo è un po' il ministro della giustizia del governo federale americano, dicendo che ha appunto, secondo una sua una sua fonte, o comunque ha sentito dire appunto che c'è questo comportamento. Ma è interessante come la lettera stessa non chieda al governo americano di smetterla con questa pratica, ma chiede che le aziende, tu parli di Apple, rendano nota la stessa cosa. Esatto, c'è anche per Google e per Android. Dare la possibilità a queste aziende di rendere note, quindi come oggi fanno per i report relativamente alle richieste degli Stati, di dati relativamente relativi ai cittadini, di rendere note ai cittadini le richieste, quindi non di smetterla con il. Un attimo, non ho capito. Sì, cioè non chiedeva di sospendere questo tipo di comportamento. No, ma chiedeva di renderlo pubblico. Di consentire alle aziende di renderlo pubblico. Esatto, perché il secondo problema era la segretezza, che il governo aveva proibito a Apple e Google, perché poi in realtà la notizia si è allargata a Google, aveva proibito a entrambe di comunicarlo. E in seguito alla dichiarazione di Widen, non mi ricordo in che ambito è stata fatta, ma Apple ha ammesso. Quindi non è una illazione, una voce di corridoio eccetera. Apple ha ammesso, ha detto "sì, l'abbiamo fatto, li abbiamo consegnati". Fino ad oggi non abbiamo potuto dirlo perché il governo ci ha imposto legalmente il silenzio, ma visto che il senatore Widen l'ha dichiarato e quindi oggi è pubblica, la notizia è pubblica, lo ammettiamo, questo è successo e succede. Bene, seguiremo. E' una roba abbastanza sconcertante. Anche se chiaramente il livello di, sicuramente tutte le notifiche push, come abbiamo già detto, danno comunque la possibilità del tracciamento del comportamento. Poi che ci sia una parte di testo oppure no, non è sempre così, no? Non lo so, però per quelle più sensibili mi viene da dire che sì. Mi pare che ci sia comunque l'opzione per la quale rimane solo il metadato e non passa la. Non ne sono sicuro, Max. C'è l'opzione che non venga mostrato sullo schermo quello che ricevi, ma quello che invii non sono sicuro che sia così. Sì, neanche io sono sicuro, però mi sembra che ci sia questa possibilità. E ma non sappiamo cosa succeda sotto, cioè quello è il punto. Magari viene comunque mandata. Ma è chiaro, stiamo dicendo appunto che alla fine, anche se fosse così, in ogni caso è gravissimo. Se hai il telefono sottomano, intanto Max, ti ho mandato una notifica push. Ma Signal ce l'hai ancora installato? Sì, ce l'ho ancora installato. E allora ti arriverà prima o poi la notifica push. Però non ce l'ho qui. Sto guardando privacy. Ah no, ce l'ho. Ricevute di lettura, indicatori di scrittura, messaggia scomparsa, sicurezza app, nascondi schermato nell'elenco applicazioni, blocco schermo, timeout schermo, no, non vedo, avanzate, raggiro della censura, proxy, inoltre sempre le chiamate, mostra icona di, no, mi guarda, scriverò, manderò un… Ma con Whatsapp? Con Whatsapp è evidente, è chiaro che qualsiasi messaggio che arriva con Whatsapp, nella notifica c'è il testo in chiaro, per cui quello lì Apple lo legge. Tutto quello che, ecco, per farla semplice, tutto quello che compare nella notifica push quando vi compare nella schermata di blocco oppure nel bannerino in alto, tutto quel testo lì Apple lo può leggere, perché ve lo manda Apple, non ve lo manda Whatsapp o Signal eccetera. Signal lo manda Apple, Apple lo impacchetta per l'utente o gli utenti destinatari e glielo rimanda. Per cui tutto quello che compare nella vostra home o nella vostra schermata di blocco quando è sbloccata, il testo, quello lì Apple ce l'ha e se il governo glielo chiede glielo dà. Punto. Qui è chiaro e semplice. 23andMe, il servizio di genealogia, ricostruzione della genealogia tramite genetica, è stato hackerato un po' di tempo fa, ai tempi è stato minimizzato l'impatto in termini di dati rilasciati, di dati scappati. Oggi la stima è stata rivista e circa la metà degli utenti di 23andMe, quindi 6,9 milioni di utenti, hanno avuto poca roba. Il loro codice genetico è stato esposto e oggi è in vendita presso i migliori fornitori di dati del Dark Web. In realtà non è il codice genetico. Sono più tranquilli, possono essere colonati più facilmente. Sì, non è il codice genetico nel suo interesse, è vero. Sono i marker genetici quelli che… No, credo che siano le caratteristiche che 23andMe desume. Sono marker. Dice di desumere dal tuo. No, hai il 23% indiano d'America e il 15% irlandese. Esatto, ma hai il 23%… Ah, cioè tu dici che in quel database lì non erano contenuti secondo te i dati… Sì, perché se mi ricordo la notizia originale, era poi anche lì, non è stato hackerato il server di 23andMe, ma era stato fatto scrapping da una funzione di 23andMe che ti permette di congiungerti a tuoi lontani parenti, cose del genere. E quindi sono state tirate giù delle caratteristiche socio-demografiche del tuo profilo genetico. Fenotipo certo, d'accordo. No, non piacevole, vi ricordate c'era il discorso degli ebrei a Schenaziti? Quello là. Ok. Sempre in mezzo agli ebrei si finisce qui. Non c'è niente da fare. È sempre lì, è sempre lì. A proposito di notifiche push messaggistiche e robe del genere, la Krell beeper di questa settimana. Io non avendo un telefono Android, ho scritto a Michele, a Max e Francesco "Oh, se qualcuno di voi ha un telefono Android, andate a installare questo beeper, che dicono che sono in grado di fare interagire con i message a far diventare spuntablu tutti gli amici spuntaverde androidiani sfigati eccetera". E Michele mi ha risposto 30 secondi dopo "Troppo tardi". Tim Cook è già corso col ditino nella falla della diga a bloccare la cosa. Anch'io mi sembrava di aver letto oggi, devo cercare, perché forse l'hanno provata a rimplementarlo. Adesso nel frattempo faccio una ricerca veloce. Sì, il sistema sfruttava, neanche mi viene dire una falla, comunque un workaround attorno al sistema di iMessage. Beeper, se vi ricordate, era anche quel gengilo del giorno che avevo portato mesi fa che metteva insieme le chat dei vari sistemi attraverso dei bridge di Matrix, tra questo c'era appunto quello relativo ad iMessage. Tre ore fa, eccolo qua, leggo dal blog di Beeper "We have created an updated version of Beeper Mini that fixes an issue that caused messages not to be sent or received", quindi secondo me hanno ripristinato, quindi si può riprovare a fare il test. Avevo letto che è solo una parte, perché ci sono due aspetti del servizio, uno che si chiama tipo Beeper Proxy e l'altro che si chiama Beeper Mini. Sì, uno mi sa che è il bridge e l'altro è l'applicazione. Esatto, il bridge che forse va operato via web, erano riusciti a farlo ripartire e l'applicazione di per sé non ancora o no, e diceva ci stiamo comunque lavorando. La mia impressione è che, anche da quella che è stata la risposta di Apple, sì Beeper Cloud è quello che funziona e Beeper Mini no, almeno questo era l'aggiornamento 6. 8 PM, non so se tu ne hai di più. Allora questo è 11 dicembre. Ah quindi è più nuovo, sì questo era del 10. E vabbè, proveremo a usarlo, se vuoi provare a installarlo in diretta ci fai anche sapere. L'idea che mi son fatto è che gira sui loro server una istanza, un qualche cosa che si finge ai server di Apple come se fosse un iPhone con i message e quindi i messaggi non arrivano sul dispositivo dell'utente, ma arrivano sul server di Beeper, che poi li ridistribuisce all'app dell'utente, quindi con una, è ovvio che Apple ha additato questo come una perdita della sicurezza e che quindi l'ha utilizzato come scusa, ma oltre a questa ragione, che è una ragione validissima, ha anche ragioni commerciali senza dubbio per bloccare il servizio, lo stesso motivo per cui Apple non ha mai sviluppato un iMessage per Android. Però la scusa è valida, nel senso quando un utente del nostro sistema operativo vede delle spunte blu nel suo messaggiare con una persona, si aspetta che ci sia una sicurezza totale e che nessuno possa, lasciamo perdere il discorso delle notifiche push, intercettare quello che c'è in mezzo. Invece questo di fatto è un intercettare, il server di Beeper può leggere tutto quanto. Almeno se leggi la documentazione di Beeper, loro parlano di criptazione end to end e dicono noi non possiamo leggere i messaggi. Io mi ero fatto quest'idea al contrario e non capisco… Encryption keys never leave your device. Beeper Mini connects directly to Apple server. There is no Mac server relay like other apps. E allora che cos'è questo Beeper cloud? Chitiamo Beeper? Fa solo un giro del canale di comunicazione senza intercettare, cioè senza appunto entrare nella criptazione dei contenuti. Chiederò a chatGPT, oggi ho fatto l'account pagamento a chatGPT. Adesso però l'ho riaperto, non mi da più il GPT4. Mandiamo una notifica push a OpenAI. Michele ha fatto il vostro account. Ho fatto il vostro account, però più che altro oggi pomeriggio vedevo il GPT4, quindi gli potevo mettere i link. Lui andava a fare scraping, riassunti, tutte cose bellissime. Sono tornato a casa, mi dà solo la possibilità di connettermi col 3. e quindi volevo metter dentro la documentazione. Sei stato degradato. I miei 24 euro gli ero dati. Saranno in robin, sarà tra mezz'ora, saranno in fase di rimaneggiamento. Lo sai che sono un po' attaccato. Sei giovane. Va bene. Michele è il nostro spacciatore di alternative alla tossicodipendenza, succedane della tossicodipendenza in termini videoludici, cioè tutto quello che noi evitiamo grazie alla nostra grande disciplina di stare alla larga dagli stupefacenti. Michele ce lo provoca con i videogames fondamentalmente. Le robe più addictive, le robe che provocano più assuefazione, ce le spara tutti lui. Quella della settimana è questo Vampire Survivors, che è un altro aspirapolvere, un altro succhiatempo di quelli che lo inizi e dici "Vabbè ho tre minuti per vedere sta roba che mi ha mandato Michele che dice che è terrificante, ops sono le sei, devo preparare il cena che poi c'è Digitalia". Cioè una roba così senza senso. Che cos'è sto Vampire Survivors? È stato un gigilo del giorno? È stato un gigilo del giorno, perché poi è un prodotto assolutamente made in Italy, oltre ad essere uno dei videogiochi più di successo degli ultimi anni. E oramai nel frattempo è diventato molti piattaforma, perché adesso è anche su smartphone e prima o poi verrà implementato anche la sincronizzazione tra dispositivi. Non mi viene anche difficile, sicuramente è un bullet, un bulletello, quindi uno di quei giochi in cui lo scopo principale è schivare i miliardi di nemici e i miliardi di colpi. È una roba terrificante, c'avete un omino in mezzo allo schermo, voi guidate dove va, non sparate, non fate niente. Spara lui l'automatico e man mano che prendete bonus aumentano le armi ed è uno dei meccanismi che è più droganti nel mondo dei videogiochi. Io mi ricordo R-Type, R-Type 1, R-Type 2, R-Type 3, che era uno sparatutto a scorrimento orizzontale che avevi stavolta una navina che quando iniziavi faceva "pim, pim, pim", sparava un chiodino alla volta e dopo un quarto d'ora che giocavi era un albero di natale che chiunque si avvicinasse a meno di un chilometro esplodeva ancora prima di vederti e dava una soddisfazione. Inizi che ti senti sfigato e dopo un po' ti senti potente. Rush di dopamina. E questa è la stessa cosa. Io non so se nella traduzione in inglese si ha lasciato le stesse scritte in italiano. Sì, ha lasciato le stesse scritte. Perfetto, per cui ci sono delle armi che sono le più assurde che potete immaginare. La Bibbia che ruota si chiama Re Bibbia, con due B sia la prima che la seconda è una doppia B, la Re Bibbia. Provate, è una roba terrificante. Ho estinto due schermi. No, proviamolo dai, resistiamo. È una droga. Ringraziamo Michele che ce l'ha presentato e Fabrizio. C'eri quasi riuscito a non giocarci. Ero quasi riuscito a non giocarci. Quando anche Fabrizio ha sparato questa recensione su Slack, digitalia. m/slack, veniteci anche voi, c'è il canale gaming se non sbaglio, si chiama gaming. Videogames credo. No, si chiama videogames, dove è finito, me lo sono perso. Videogames. Uno solo. Videogames. Eccolo qua, ecco era sopra. Quando Fabrizio dice "questo gioco è imperdibile, occupa pochissimo spazio, gira su tutta, ha un valore nostalgico, distruggere chiunque sia in vista è soddisfacente come l'asfalto appena steso e offre una sfida senza richiedere di giocare continuamente o di ripetere esattamente le stesse mosse". Ecco, non puoi non installarlo. Non esattamente. Perfetto, la prima dose sempre gratis e poi sei vivo, è un precipizio di lì in avanti. Fortunatamente costa meno dell'eroina perché costa tipo 3 o 4 euro. 5 euro, 4. 9 euro. Quindi costa poco. Ma in termini di tempo e di distruzione dei propri rapporti sociali credo che sia paragonabile. E a proposito di giochi, succhi a tempo della storia, Doom compie 30 anni. 30 anni di Doom. Sì, il mio primo ricordo di Doom è quando stavi nella gulla e già girava anche sul suo biberone. Era uscito da 3 o 4 anni perché un ricordo chiaramente era "ero alle medie" quindi stiamo parlando di qualche annetto d'ossi. Già seconda metà degli anni 90, però da allora non mi sono mai dimenticato "IDDQDIDKFA" che sono i due codici per avere tipo le armi incitte. Era il primo sparatutto, la prima persona che con questi effetti 3D e con la camminata sballonzolante. Non so se vi ricordate. Infatti c'era gente che non riusciva a giocarlo perché gli veniva il mal di mare. Io in realtà sono tra quelli perché gli FPS per me si dividono in due generi. Quelli che mi fanno venire il mal di mare e quelli che no. Non ho mai capito qual è il differenziale perché non è solo la camminata sballonzolante, ci deve essere qualcosa nel frame rate o nel field of view, qualcosa del campo visivo. Però ci sono alcuni che anche sullo stesso motore mi fanno venire la nausea e altri invece che no. Bestiale. E Doom è appunto, la battuta del biberone di Michele era che Doom è il gioco più portato sui sistemi più assurdi in giro per l'universo. E' totale, portare Doom su qualcosa è la sfida del geek. Il posto più assurdo dove avete visto girare Doom? Non vi viene in mente niente. Difficile. Compreso su internet o dobbiamo? Compreso su internet, sì sì, compreso su internet. Ma non lo so, su qualsiasi dispositivo medico. Guarda io ho visto un video che fa vedere Doom girare su un test di gravidanza. Eh ne avevamo parlato. Allora sono andato a rivederlo per rileggere tutto, era un fake. Sì c'era il trucco. Era un fake e siccome era un fake, siccome Doom e siccome questa è internet, qualcuno dopo per dimostrare che era possibile l'ha fatto davvero. È stato un fake ma molto per poco tempo. Ispiratorio. Ci sono dei test di gravidanza, non so in Italia, non saprei, io ho sempre visto quelli con la striscia, fatti tipo il test per il covid eccetera, ma c'è dei test digitali che hanno uno schermino che sarà che è tipo 32x16 pixel e lì sopra ci hanno fatto girare Doom. Eh sì proprio così, va bene. Da Doom a Grand Theft Auto, diciamo che i budget iniziano a crescere. Anzi da Vampire Survivors a Grand Theft Auto 6, di cui è uscito il primo trailer questa settimana. Esatto. È tanta roba. È tanta roba, veramente, veramente impressionante. Non sapremmo quando ci giocheremo, si parla del 2025 però poi vediamo. Però la cosa più impressionante di GTA, sono due le cose più impressionanti. La prima è quanto fino ad oggi, e questo mi aspetto che sia quello che sto per dire, ma ancora di più, sono stati longevi. GTA 5 è uscito per, io lo ci giocavo sull'Xbox 365, e ha fatto anche le due generazioni successive. Cosa che è assolutamente fuori dal mondo. Oh yes. La seconda cosa è quanto si è diventato grande a livello di multiplayer, perché poi i soldi, che sono veri, non dico che era stato lanciato per gioco da Rockstar, ma quasi, la parte multiplayer, ma è diventato qualcosa di assolutamente fuori dal mondo. Non ho mai provato un multiplayer di GTA 5. GTA 5 l'ho giocato tutto due volte, veramente una roba pazzesca. Il multiplayer non l'ho mai giocato perché ai tempi serviva essere, immagino ancora adesso, pagare anche la buona meta del PlayStation Network. L'investimento per GTA 4 è stato di 100 milioni di dollari e ha reso due miliardi. Il costo per produrre GTA 5, cinque anni dopo, nel 2013, è stato di 265 milioni e a oggi ha reso 7,7 miliardi di dollari. Un buon investimento. Un buon, sì, un buon. A oggi è stato previsto un rumoreggiato, è stato un rumor, parla di una spesa per GTA 6 di due miliardi, per cui dai 265 milioni di GTA 5 passiamo a due miliardi per GTA 6. Mi sembra una roba… non so che cosa ci metteranno. Esponenziale. Però effettivamente se vedi, guardando il trailer, l'attenzione ai dettagli, la texture, la ricchezza del mondo. Ecco, secondo me quando crei queste robe open world, sto rigiocando da zero Cyberpunk 2077 per poi giocare all'espansione che è uscita da poco, le texture, il motore, eccetera, è ripetitivo. Una volta che hai creato le texture in parte e il motore grafico per mostrare 20 palazzi, se fai una città di 5 mila palazzi, scala. Quello che non scala è il lavoro architettonico. Lì secondo me c'è il lavoro enorme che c'è in queste costruzioni di città sterminate con i vicoli, con i palazzi che ci entri dentro, eccetera. E' proprio un lavoro da architetti che si mettono lì con Autogad, che ne so, con Rai, non so qualcuno, con Archicad e che costruiscono e che di fatto progettano delle città vere e proprie. Perché se guardi il dettaglio con cui tutto è realizzato e poi la giocabilità, la percorribilità, non dico che ci hanno le certificazioni anche per gli invalidi, ma sembra una roba… Da molto meglio del reale sicuramente. Sicuramente meglio del reale, almeno da noi in Italia, certamente. Però è veramente una roba… cioè la quantità di lavoro, di opera, dell'ingegno umano che viene messo in questo ed è un videogame. Cioè il giorno che arrivano gli alieni ci sterminano anche per quello. Dice una razza umana che occupa il 30% delle sue capacità computazionali dei loro cervelli complessivi di tutto il pianeta per fare dei videogames e lo 0,02 per cento per rendere gli edifici veri accessibili ai portatori di handicap. È una specie da sterminare assolutamente. Nell'universo non possiamo permettere che dilaghi questa specie. Quando scopriranno di quello che ha fatto girare Doom sul testo di gravidanza. Quella sarà la prova definitiva. Secondo me ci compilano, ci uploadano tutti in un test di gravidanza e ci fanno vivere lì dentro come punizione. Il nostro purgatorio sarà un test di gravidanza. L'ambientazione di GTA 6 è di nuovo in Florida, cosa che mi fa molto molto piacere perché le ultime due erano sull'altra costa, erano ambientazioni più losangelene come ispirazione. Queste sono più da Florida, assomigliano un pochino a GTA 3. GTA 3 era quello Liberty City tutto anni 80 che sembrava di essere dentro Miami e infatti si chiamava Vice City. E qui sembra che di nuovo il tema sia più o meno quello ovviamente con una mappa molto molto allargata per cui solito sparatorie, droga, non finire, donnine. Mi pare giusto. Aspettiamo, ci tocca. Ma poi arrivano perché poi tre puntate di digitali a quattro e già lì. Dici ma come è già arrivata? Eh sì ne abbiamo parlato due anni fa che parlavamo delle cose. E' proprio, funziona proprio così. Siamo nei videogiochi. PlayStation ha pessime notizie per chi ha acquistato serie tv su PlayStation Store. Questa l'avevamo, vabbè, ma non era difficile, è che l'avevamo prevista alla grande. Cioè che appunto con questo sistema per cui in realtà tu non sei mai veramente proprietario di quello che compri su queste piattaforme, quello che è successo è che PlayStation, che credo fosse recidiva, l'aveva già fatto per un'altra parte del suo catalogo, di fatto ha annunciato o già sospeso la possibilità di vedere alcune serie televisive che erano già state acquistate dagli utenti ma per un problema con i diritti dei produttori originali della Warner, di fatto sospende la possibilità di vedere. Quindi questa è la problematica classica del fatto che io ho comprato un prodotto ma in realtà non ne ero affatto proprietario. E' un'altra di quelle cose che se viste dagli alieni secondo me non hanno senso. Nel momento in cui scoprono, ve lo ricordate, che il primo accadimento di questo tipo è stato sui libri del Kindle e il libro che è stato ritirato era 1903. Era quello di Orwell? Di Orwell, esatto. Mi pare giusto. Questa specie non ha diritto a proliferare nell'universo, chiudetela, fate finta di niente, non fatevi vedere, è il motivo per cui non vediamo gli alieni, perché gli facciamo schifo. Questa è la legge di Solerio in risposta al paradosso di Fermi. Facciamo troppo schifo agli alieni perché si facciano vedere da noi. Oggi bisogna partire dal presupposto che il 99% dei contenuti digitali che oggi si comprano prima o poi verranno tolti. A meno che non comprate il file FLAC su Bandcamp e ve ne fate un backup, oggi qualsiasi altra cosa vi verrà tolta. E vi fate il backup perché siamo giochi. È meglio che cominciate. Però a questo proposito mi sembra di abbracciare entusiasticamente questa dichiarazione di Cory Doctorow che dice "Se comprare non è possedere, allora la pirateria non è rubare". Non è rubare. Possiamo scrivercelo come aforisma fuori dalla porta di casa per quando arriveranno i carabinieri mandati dalla CIA, però è vero. Se comprare non è possedere, la pirateria non è rubare. Punto. Anche perché ha maggior ragione perché poi in un bene digitale non stai andando a togliere né la proprietà né il possedimento a qualcun altro perché è un bene digitale infinitamente pubblicabile. È una visione interessante dobbiamo dirlo. Sicuramente da sposare. Tu compri la serie tv di Simon & Simon, non so perché mi è venuto fuori Simon & Simon, adesso per pulizione a rewatch di Simon & Simon, quante stagioni ha fatto Simon & Simon chi lo sa? La compri sul PS Store, non fai in tempo a guardartela tutta e PS Store cancella tutto. Dice te lo cancelliamo, la tua playstation non puoi più vederlo. Tu vai su BitTorrent e ti scarichi, ti riscarichi tutte le stagioni di Simon & Simon. Le otto stagioni. Otto stagioni per cui è anche un crimine proprio di una certa rilevanza anche in termini. In termini byte c'è un bel peso. È una roba solida eccetera. Se hai casino, avvocati, finisci davanti al giudice. Io voglio vedere il giudice che dice no tu hai fatto un reato perché hai scaricato illegalmente e cosa eccetera. Il giudice che dice no adesso vai in galera perché cosa gli darei una capata in bocca. Il mondo è sempre più così. La guerra, la lotta di classe, il conflitto e cosa. È sempre più tra i singoli cittadini, tra le singole persone e le corporazioni e le multinazionali. Non c'è niente da fare. È tutto lì. Perché le multinazionali? Cioè la destra, la sinistra, votiamo questo, votiamo quello, voi siete cattivi, noi siamo buoni e i partigiani che votano contro la Meloni e la Meloni che vota contro questo. Sono tutte cazzate. Secondo voi perché le corporazioni, le maggiori ma anche le medie, le più piccole, perché sovvenzionano sia i partiti di destra che quelli di sinistra? Fondamentalmente perché a loro interessa che la polarizzazione sia ancora destra contro sinistra perché sono uomini che si picchiano con gli uomini. Intanto le corporazioni finanziano un po' tutte e due e fanno il cacchio che vogliono e continuano a erodere i diritti delle singole persone. Il Cristo è il chiaro esempio di prepotenze che vengono fatte da questo tipo di aziende nei confronti dei poveri cristi. Perché uno che si compra Simon & Simon e non riesce a guardarsi tutte le otto stagioni e questi qui glielo tolgono, è un povero Cristo contro un gigante. Punto. Non c'è niente da fare. Ma dai, intanto i soldi sono virtuali. Certo sono virtuali. Quindi che ti sei comprato? Hai comprato il nulla col nulla e quindi hanno la regione loro. Spotify. Diglielo al 17% di impiegati di Spotify che restano a casa dopo il memo particolarmente ispirato dall'amministratore delegato Daniel Eck che continuerà a guadagnare svariate centinaia di milioni di dollari all'anno, ci mancherebbe, ma ha scritto una lettera di addio così commovente al 17% dei suoi dipendenti che ha licenziato terzo round di licenziamenti nel giro di sei mesi, facciamo notare, eccetera. Ma tutto va a gonfie vele, non vi preoccupate, anzi ci mancherebbe. Aggiungo un altro pezzo a questo disastro. Una puntata disastrosa. Il capitalismo vince per la seconda volta perché appena sono stati annunciati il 17% dei licenziamenti le azioni sono salite dal 7%. E voilà, ma certo, ma ci mancherebbe, certo. Si taglia stagiando i costi. Il capitale è felice, ma aveva ragione Carlo Marx, se siamo noi che non abbiamo capito un cacchio e l'abbiamo fatto diventare destra e controsinistra, uomini ricchi contro uomini poveri, eccetera. Oggi il padroncino non esiste più, esisteva ai tempi di Carlo Marx, oggi non esiste più, oggi c'è l'amministratore delegato di Spotify, è quello il capitale, sono quelli che vi vendono la musica, quelli che vi fanno godere. No Franco, ve l'affittano. Certamente, diciamo, vi streammano la musica. Subcondizioni. Eccetera, sono quelli del podcasting, no. Soldi facili, 10 miliardi investiamo nel podcasting, il podcasting è roba nostra, lo chiudiamo dentro a casa nostra, ci prendiamo Joe Rogan, paghiamo gli Obama, paghiamo i reali inglesi, come si chiamano, il Piccioli, il figlio minore del principe Henry, perfetto, e la sua amabile consorte, eccetera, e facciamo il mazzo a tutti e quindi trasformiamo il podcasting. Tra l'altro, mi è capitato questa settimana di ascoltare, vediamo se ce li ho, e li faccio ascoltare, ai tempi, no, quando vacche grasse, investiamo eccetera, la critica, no, Spotify, Spotify, il podcasting, il podcasting è roba obsoleta, il feed RSS, Maya Prokovnik, che era una delle fondatrici di Anchor, quando Spotify assorbitò Anchor, è diventata una delle prime propositrici di Spotify come futuro del podcasting, vediamo se riusciamo ad aprirlo con Ina, ecco, ascoltiamo. No longer held back, oh, per fortuna che i podcast non sono più trattenuti indietro da questa tecnologia così antiquata. È truly superior product ragazzi, è truly superior product ragazzi. Una one way street? Non parlano tutti uguali in questo caso. Ok, i fan non hanno mai avuto la possibilità di raggiungere i loro creatori preferiti direttamente. E noi stiamo cambiando. Crucial. Crucial. È una roba, poi c'è ovviamente tutta la parte sulla monetizzazione. Tutti ricchi. Non sono riusciti a far funzionare i podcast di Obama e del Principe Harry, capito? Questi volevano far diventare ricchi tutti i podcaster, tutti guadagneranno, eccetera, perché finalmente potremmo tracciare tutti i dati di tutti gli utenti e venderlo agli inserzionisti. Sempre più convinto che sia veramente una guerra al ribasso quella della pubblicità sui podcast fatta in questa maniera ovviamente, specialmente. Franco, meno male che non abbiamo confermato quelle lamborghini. Davvero, davvero. Ma noi ci credevamo, Spotify l'aveva veramente detto. Come è guidata questa azienda? È il tipico esempio dell'azienda fondata e basata sulla promessa. Guadagneremo poi, tanto per ora i soldi arrivano, quando finiscono ne chiediamo degli altri in prestito, tanto costano zero. Oggi non succede più e si licenziano i dipendenti a destra e a manca così tanto la borsa. E' contenta finché questo finisce, sperando che il ciclo di vacche magre diminuisca. Però i soldi a zero, la vedo difficile che tornino i tassi a zero come avevamo due o tre anni fa. Per ora vediamo solo roba a cascare. E che il mercato dei podcast e degli ads sia in crisi lo vediamo anche dal nostro amatissimo amico Leo Laporte. Leo Laporte ha dovuto licenziare tre dei suoi più storici collaboratori dicendo candidamente il mercato degli ad come l'abbiamo gestito fino a oggi non è più sostenibile. Negli ultimi due anni dalla pandemia a oggi hanno dimezzato le loro revenue. Dimezzato. C'è qualcosa che non funziona in questa idea, in questo connubio pubblicità, podcasting, specialmente un certo tipo di pubblicità generalista che non è un endorsement vero e proprio e che spesso è inserita dinamicamente quindi senza nessun controllo. E non funziona più. Non funziona e basta. Non c'è niente da fare. Una cosa che mi ha fatto notare e che ha senso è che nel modello di business di queste aziende che dicono facciamo hosting per i podcast, raccogliamo podcast il più possibile e poi li vendiamo agli inserzionisti, c'è una legge di mercato che li va direttamente contro ed è il problema della quantità dell'offerta. La pubblicità, l'inserzione pubblicitaria sulla radio e sulla televisione ha sempre funzionato e ha reso miliardari gli imprenditori, pensate al nostro buon Berlusconi, per una scarsità artificiale dell'offerta. Quanti possono mettere un ad durante domenica in della domenica? Quanti possono mettere un'inserzione durante la diretta del Super Bowl? Molto pochi. Quanti possono mettere un'inserzione sui podcast? Infiniti. Se guardi la facilità con cui viene creato un podcast, specialmente con gli strumenti di oggi che hanno messo a disposizione queste aziende che miravano proprio ad avere un'offerta infinita, a loro conviene l'offerta infinita, ma al podcaster non conviene più, diventa una guerra a ribasso nel momento in cui l'offerta è infinita di slot pubblicitari. Quanti slot pubblicitari vuoi? 10 mila? 50 mila? 100 mila? Un milione? Non finiscono mai. È ovvio che i CPM, il costo per inserzione, il costo per mille ascolti non può fare altro che scendere. Non può fare altro che andare a zero. E quindi chi rimane col cerino in mano, io la porto. I podcaster che dicevano "ah, finalmente con Spotify riuscirò a guadagnare qualche cosa da questo hobby che finalmente mi ritorna qualcosa" non è così che funziona. Dai aggiungerei però, aggiungerei un pezzo, perché il ragionamento che fai tu è quello che però ha reso di enorme successo la pubblicità su internet, inteso come la pubblicità nel web, pagine e la pubblicità nei social. Perché vuol dire lì hai una barriera, l'ingresso che è praticamente zero per la creazione dell'advertisement, hai un'offerta poi dall'altro lato che è praticamente infinita. Quello che però cambia è la modalità di fruizione. Ma Michele, occhio, chi è che guadagna? Chi è che guadagna lì? Sì certo, guadagnano enormemente Meta e Google, però guadagnano in qualche modo anche le aziende che fanno pubblicità, sennò non faresti pubblicità. Ma manca un pezzo Michele? Mancano, ma certo mancano i content creator e quelli che paghi, quelli che guadagnano sono davvero pochi, però ci sono anche quelli che appunto, come per il podcasting, pubblicano Schindler. Ma certo, ma sarà sempre la punta di diamante, è ovvio che se domani Sinner fa un podcast non ha nessun problema fare un fracco di soldi con l'Adidas che gli dice "sponsorizza le mie scarpette da tennis". Non c'è dubbio, non c'è dubbio, ma non sarà mai, mai la forza democratizzante con cui si è fatta bella Spotify con gli azionisti dicendo "facciamo guadagnare tutti, rendiamo il podcasting qualcosa che prima non era, perché riusciremo a far pubblicare e guadagnare a tutti, non c'è nessun problema, troveremo pubblicità per tutti". Non esiste proprio. Race to the bottom, è una guerra a perdere. Esattamente come non vieni pagato quando scrivi due cazzate su Facebook, perché Facebook guadagna, chi mette la pubblicità e poi con la pubblicità vende le magliette guadagna, ma tu che scrivi due cazzate su Facebook non guadagni una lira, forse guadagni la possibilità di scrivere su Facebook se scrivi delle cose che non sono antipatiche a chi gestisce Facebook. Ok, potenzialmente quindi è la stessa logica, è la stessa logica del podcasting, però dov'è che allora non ha funzionato l'applicazione di questa strategia anche sul podcasting? Nel fatto che tu quando ascolti il podcasting non sei aperto a fare… Innanzitutto la pubblicità su internet si divide in quella che prima di tutto clicchi perché la vuoi cliccare e poi quella che credo sia la maggior parte è quella che non vuoi cliccare. Però il podcasting tu quando ne usufruisci al 99% delle volte non sei davanti a uno schermo che sta interagendo con l'applicazione del podcasting. Non hai l'interattività. Esatto, ecco in quel momento non te ne frega assolutamente niente di comprare quello che stai facendo, di attivare l'abbonamento che ti viene pubblicizzato, cosa che magari invece ti si attiva nel momento in cui stai facendo un'attività sul social. Però puoi avere dei meccanismi diversi, per la televisione ha sempre funzionato, quando stai guardando una puntata del Doctor Who non te ne frega un cacchio di fare il bucato, ma se tutte le volte che guardi Doctor Who ti parlano di acce gentile è facile che quando vai al supermercato che devi poi fare il bucato compri acce gentile. Il podcasting potrebbe funzionare ma funziona per le punte di diamante. Vabbè tu dici che chiaramente c'è una iperfragmentazione che divende proprio dal fatto che la barriera di interesse è bassissima. E' inflazionario per definizione. Però torni a quel punto sui grandi numeri però perché la televisione vive dei grandi numeri, vive delle milioni di persone che vedono il podcasting tranne la famosa punta di diamante, nessuno vive in quell'ambito. Esatto, esatto così. E quindi costruire, costruire un business dicendo agli investitori "io costruisco un business dove spenderò un fracco di soldi e perderò dei soldi dall'investitura di Joe Rogan, spenderò un sacco di soldi per avere gli Obama e da loro non guadagnerò abbastanza perché guadagno un po' ma spendo di più per averli, spenderò un mucchio di soldi per avere Colmy Daddy e mi farà guadagnare ma non andrò in attivo con loro ma tutta questa gente mi porterà un mucchio di ascoltatori nuovi a cui venderò, a cui farò ascoltare la musica e a cui farò ascoltare tutti gli altri podcast e quindi avrò degli altri contenuti dove pagherò dei soldi a questi altri podcaster ma con delle condizioni peggiori di Joe Rogan e quindi la società sarà ricca grazie a tutti questi miliardi di podcaster che non sono Joe Rogan". No, non ha funzionato perché Joe Rogan ti fa vendere ma tu gli dai più soldi di quelli che ti fa vendere, i reali inglesi ti fanno vendichiare ma meno, infatti gli hai dato un calcio nel sedere e li hai mandati via, gli Obama ti fanno vendere ma ti costano troppo e gli hai mandato un calcio nel sedere e li hai mandati via e tutto il resto sono peones che non guadagnano un euro. Punto, finito lì. Se vai a vedere i numeri di Spotify sono gonfiati, sia quando presentano dicendo "ah finalmente siamo inattivo". Sì, inattivo sul parametro che non conta le tasse, che non conta i debiti, che non conta gli ammortimenti. Per cui inattivo sto paio di palle agli azionisti non dai un euro perché le tasse le devi pagare, finito. I numeri di podcast che ti ha portato Anchor poi vai a vedere, parli con Dave Jones che deve filtrare tutti i podcast da mettere nel podcast index per avere una directory che funzioni, il 95% dei podcast che arrivano ad Anchor sono podcast di una puntata. Una puntata e l'audio di quella puntata dice "prova, prova, questo è il mio primo podcast, prova, prova". Ecco, quello lì è il 90% dei podcast che sono arrivati su Spotify grazie ad Anchor che per carità ti permette di fare un podcast gratis, proviamoci, vediamo come funziona. Allora, a oggi, mi sbaglierò, tra dieci anni sarà l'azienda più florida della terra. A oggi secondo me il modello di Spotify ha fatto, ha dato del fumo degli occhi negli investitori e ha creato delle illusioni per i podcaster e ha creato di fare anzi dei danni nel modo del podcasting con quell'idea di portare gli ascoltatori dietro app dove si ascoltano le esclusive, di portare tutto dietro a paywall e robe del genere. L'esperienza di Spotify a mio avviso oggi è quella lì. Non legge. Problema che non ci sono alternative. Non ci sono alternative per Spotify, certo. Nel podcasting non ci sono le alternative. No, parlo per la musica in generale, non era tanto. Per la musica in generale, certo, ma diglielo agli artisti, diglielo ad Aljankovic, l'hai vista non c'era la settimana scorsa il video di ringraziamento di Aljankovic? Sì, l'ho postato addirittura. Forse l'hai postato tu. Certo, il famoso capitalismo di cui parlavi prima, quando è fatto di promesse a farloche, poi non funziona. Artisti che continuano a dire il modello di streaming non funziona per chi la musica la produce tranne che per quattro geni o grandi o bravi o fortunati che sono in cima in cima, ti dice la stessa cosa, ti dice oggi non è conveniente provare a diventare un musicista che fa musica leggera, che fa musica rock, che fa musica pop con un certo livello di impegno, con un certo target. Oggi conviene avere quella musica prestampata che sai già, che quei canoni che le radio faranno girare, che fai cosa e Frank Zappa oggi non esisterebbe proprio, non verrebbe proprio fuori. Perché? Perché non esiste. Il modello oramai è quello lì. Peccato, per carità. Io spero che a un certo punto il mercato faccia l'incendio, piazza pulita, che queste aziende se non hanno un mercato sostenibile vadano a gambe all'aria e riparta qualche cosa da zero. Perché forse quando pagavamo i dischi e compravamo i dischi e spendevamo qualche euro di più per la musica ma gli euro arrivavano ai musicisti avevamo un'offerta diversa. Oggi ci ascoltiamo sfere e basta, ci ascoltiamo fedezze, ci ascoltiamo quello che è e forse è un risultato anche di come è stato impostata la comunicazione e il commercio della musica. Da unicorni a zombie è l'articolo che hai messo tu Michele, ma anche questo parla più o meno delle stesse cose, parla più o meno delle stesse cose in altri ambiti. Esatto, dove l'ambito è la Silicon Valley e in generale il mondo delle start up, anzi quelle che prima erano start up che negli anni poi sono diventati unicorni, quindi valutazione al di sopra del miliardo e che adesso non lo sono più proprio perché sono stati tutti business model che ancora mi ricordo questa definizione di Giulio Cupini che disse business model che funzionavano soltanto sulla carta, veramente da di una quest'articolo in realtà è una lista di aziende zombie che si sono andate in questa direzione veramente la qualunque, dalla logistica a prodotti tecnologici, servizi, qualsiasi cosa che appunto non hanno rispettato le aspettative. I capitali non sono più quelli di, al costo dei capitali non sono più quelli di qualche anno fa, l'interesse delle persone, delle customer base si è raffreddato, si è raffreddato subito e la cosa più bella, l'ultimo pezzo dell'articolo dice che c'è una categoria di start up che in realtà sta andando molto forte, che sono le start up che si occupano di gestire la chiusura delle altre. Il fallimento delle altre start up, i becchini delle start up. Esatto, simple closure è una di queste, le start up a spegnere le loro operazioni e non riescono a stare dietro alla domanda da quando ha aperto a settembre. Fantastico. Però questo è da un lato l'esempio dell'ingegnosità umana che quando vede una qualunque, è invidia che fai i soldi nel mondo dell'intelligenza artificiale, che c'ha TGPT, ma gli vendo l'hardware. La campagna all'oro, come si chiama, la corsa all'oro diventa ricco chi vende i badiri, non chi cerca l'oro e trova il filone. E' certamente. E' così. E' così, e' così. Mi spiace che tagliamo qualche cosa su TikTok, su X, eccetera, ma ci sarà tempo di parlarne nelle prossime puntate. Ci facciamo un giro di Gingilli e salutiamo tutti. Signore e signori, i Gingilli del giorno. Gingilli del giorno, i regali dei digitaliani per i digitaliani, le voci digitali a fine trasmissione selezionano, regalano, regalano l'idea ovviamente, mica ve lo paghiamo, siamo poveri qua. Hardware, software, letteratura, qualsiasi cosa che abbia attinenza digitaliana, che abbia colpito la loro curiosità, stravolto la loro esistenza o qualsiasi sfumatura nel mezzo. Vediamo che cosa ci regala Max. Eccomi qua, siamo ormai in zona natalizia e quindi una stremma per la nostra biblioteca digitaliana ci sta bene. Vi suggerisco un'antologia di racconti intitolata Internetwork, pubblicata da Future Fake Fiction, che è una casa editrice che cura molto su fantascienza internazionale e anche molta fantascienza italiana, è Internetwork dedicata ai mestieri del futuro. Quindi ci sono otto racconti che prendono in esame una possibile proiezione, vi leggo velocissimamente le diverse tematiche, assistenza sanitaria demograficamente distribuita, androidi di servizio, gamification per tutti, ingegneria familiare, educazione scolastica e big data, magia e illusione algoritmica, consulenti artificiali di supporto emotivo, operatori bio-igienico-sanitari. Per ognuna di questi temi c'è un racconto di autori più o meno noti che esplora la dimensione del lavoro del futuro. Bellissimo, alcuni mi incuriosiscono molto, l'ingegneria familiare e che lato. Genitorialità e patrimonio genetico. Vabbè, poi ce n'era una a sanificazione e robe del genere. C'è operatori bio-igienico-sanitari? Operatori bio-igienico-sanitari, ok. Ma anche consulenti artificiali di supporto emotivo. Assolutamente, mi sembrano gli sterilizzatori di telefoni pubblici della guida galattica che vengono messi insieme ai parrucchieri, ai consulenti, nell'astronave che viene inviata nello spazio. Grazie Max che ci ha regalato i mestieri del futuro, Michele che cosa ci regala per Natale? Allora è un gingillino da linea di comando che si chiama YouTube DLP, è un fork del più famoso YouTube DL, downloader da linea di comando per YouTube, però on steroids come dicono gli inglesi e quindi aggiunge, esatto, super pompato con altre funzionalità, tra cui ad esempio io perché l'ho scoperto, perché mi sono andato, avevo visto un video carino di musica assolutamente, assolutamente legale di cui detenevo i diritti, di cui però volevo farmi gmp3 da mettere sull'iPod, va bene, però ho visto che YouTube download non permetteva questa funzione, ho trovato questo fork che appunto permette di dividere i video in capitoli, i vari capitoli del video in vari file. Ha poi altre funzioni tipo l'integrazione con sponsor block, quindi si possono anche tagliare i segmenti di sponsorizzazione, insomma, miliardi di altre cose su cui nerdare, ovviamente è gratuito e non ho guardato su che piattaforma gira, ma credo sicuramente dove gira Python, quindi secondo me dove c'è una linea di comando. Gira dappertutto, anche sui test di gravidanza, Windows, Linux e Mac OS X, e che altro c'è, e che vuoi più. Fantastico, grazie Michele che ci ha regalato i video di YouTube downloadabili e io vi regalo per Natale un reattore nucleare, un simulatore di reattore nucleare che potete operare tranquillamente sul vostro computer, è fatto veramente bene, mi dispiace che siamo ancora nel passato, siamo ancora nella fissione nucleare, noi abbiamo ascoltatori che lavorano nella fusione, prima o poi riusciremo a trascinarli da qualche parte, sapete che in giro per il mondo ci sono due o tre reattori, qui in Francia, in Giappone, in Francia, qui in Francia, per me qui è a 20 chilometri, qui in Francia, qui in Francia, qui in Francia, che stanno cercando di far funzionare la fusione e che ci riusciranno, qui per ora imparate a gestirvi la fusione e accontentatevi. C'è il suo tutorial, c'è lo schema del reattore in 3D, il diagramma anche in 2D, vi spiega esattamente la turbina, il circuito primario, il secondario, i generatori di vapore, ovviamente il core, il nocciolo, eccetera, e avete tre controlli, quello delle pompe di raffreddamento, quello del reattore con la posizione delle barre di moderazione, delle barre di controllo e la regolazione dei generatori di vapore. Con questi tre controlli dovete seguire nel tempo la richiesta di corrente elettrica da parte della regione dove nella simulazione vivete, che nelle ore durante la giornata ha dei picchi e degli avvallamenti e quindi dovete regolare tutto in modo che arrivi abbastanza corrente ma che non fate fondere il vostro reattore. Per fortuna non succede come i reattori russi, quelli lì di Chernobyl, di quella generazione che avevano quei difettucci che non si fermavano ma se erano in condizioni di equilibrio precario potevano fare il botto, questi qui vanno solo in blocco, perdete la partita, vi dice il tuo reattore è andato in blocco, ricomincia da zero, eccetera. Però è carino, è una soddisfazione e poi è un ripasso, sono sicuro che tutti i geek e i nerd all'ascolto quando hanno visto Chernobyl in TV sono andati a leggere su Wikipedia esattamente come funziona un reattore a fissione nucleare, ma questo è un bel e piacevole ripassino. Lo trovate, come tutti gli altri cincinieri al giorno, sulla pagina dedicata a questa puntata digitalia. m/702 Ragazzi Natale si avvicina, noi faremo una piccola pausa, ci fermiamo per due settimane ma forse abbiamo uno speciale in canna per cui magari ve lo mandiamo nel periodo tra Natale e Capodanno per allietarvi le feste in modo che Digitalia non vi manca mai troppo. E quindi facciamo ancora una puntata regular la settimana prossima che uscirà la sera, la notte tra il 18 e il 19 dicembre e poi la regular season riparte dall'8 gennaio come il ritorno a scuola dopo il weekend dell'Epifania. Mi pare giusto, dopo la Befana. Ma non si sta, anche perché Max se lo facciamo a registrare durante le feste sa rabbia, le solite cose di santificare. Ma non si può. Non si può, ci manda i sindacati, il famoso sindacato del podcasting, è un casino. Voi dovete fare solo una cosa, sintonizzarvi su queste frequenze, no non ci si sintonizza più, si apre la vostra app per podcasting e si ascolta Digitalia quando volete voi. Se volete darci una mano economicamente sapete come fare, se volete darci una mano in più scrivete una recensione o parlate di Digitalia con i vostri amici e le vostre amiche e li fate diventare un po' più digitaliani, noi cerchiamo, ve lo promettiamo, di farvi fare bella figura. Direi che anche per questa 702 è tutto, dall'emistudio Ligure 1 di Sanremo un saluto da Franco Solerio. Dallo studio Cittadino di Avellino un abbraccio natalizio da Massimo De Santo. E dallo studio di Milano Isola un ciao da Michele Di Maio. Ci sentiamo la settimana prossima con una nuova puntata di Digitalia.

Dallo studio distribuito di Digitalia

Produttori esecutivi:Stefano Cutellè, Matteo Tarabini, Matteo Masconale, Edoardo Zini, Massimiliano Saggia, Roberto Barison, Matteo Arrighi, Nicola Pedonese, Stefano Orso, Arnoud Van Der Giessen, Massimo Dalla Motta, Alessio Conforto, Alessandro Lazzarini, Giuliano Arcinotti, Davide Capra, Raffaele Marco Della Monica, Raffaele Viero, Renato Battistin, Christophe Sollami, Fotogp Di Barabino Marco, Andrea Picotti, Massimiliano Casamento, Matteo Carpentieri, Paolo Lucciola, Pasquale Maffei, Giovanni Priolo, Sandro Acinapura, Andrea Sinigaglia, Mirko Fornai, Alberto Sartori, Manuel Zavatta, Nicola Gabriele Del Popolo, Massimo Tedeschi, Giulio Maroso, Diego Donati, Alessandro Di Nardo, @tiumeito, @21milionman, @michele_da_milano, Feró, paolo bernardini, Idle Fellow, ftrava, Capitan Harlock, Arzigogolo, Nicola Gabriele Del Popolo, Pavlo, Brainrepo , Gianlu, Anonymous, akagrinta, Gianlu

Link

Il Network Digitalia