Blurry
Logo Digitalia

Prossima diretta
Lunedì 06 Maggio alle 20:50

691

Nintendo e due pizzette

Una brutta settimana per Microsoft con i leak sui suoi piani per Xbox. La nuova generazione di assistenti vocali. Foto di nudo di studentesse generate con IA. Spotify clona e traduce i podcaster. Ricercatori trasformano i router in telecamere. Queste e molte altre le notizie tech commentate nella puntata di questa settimana.

Digitalia.fm
Digitalia #691 - Nintendo e due pizzette

Digitalia #691 - Nintendo e due pizzette

Settimana del 25 settembre 2023, la pessima settimana di Microsoft, la nuova generazione di assistenti vocali e Spotify che clona i podcaster ma anche privacy, prime video, arredamento, questo e un'altra rotta di scaletta per un'ora e mezza dedicata alla notizia, quella digitale, all'italiana. Dall'AmiStudio di Liguria 1 di Sanremo, qui è Franco Solerio. Dallo studio dei Castelli Romani, Giulio Cupini. E dallo studio di Milano Città Studi, Francesco Facconi. Buongiorno a tutti amici digitaliani, bentornati all'ascolto della vostra trasmissione, speriamo preferita o quantomeno una delle se ci state ascoltando, vuol dire che vi piace e bentornati. Ai miei colleghi buonasera, noi non siamo in time shift, in time warp, in time tutto quello che volete, non siamo time fluid, buonasera Francesco. Buonasera. Ben tornato a Giulio Cupini. Era la prima delle vacanze che non ti avevamo qua. Eh sì, l'ultima l'abbiamo fatta a luglio. Grande Giulio, oramai sei sistemato nel tuo studio nuovo, nella tua maggiore, nella Cupin Mansion. Sì, sì, quando è un po' caldo ho le odalische qui accanto che sventolano, non le inquadro per benefici, ma pure in bassa. Però silenziosamente, chiaramente. Sì, sì, mai fare rumore, il condizionatore per Franco era eccessivo e quindi mi son sentito di fare questo investimento. Assunto delle odalische mute, ce n'era una che non era completamente mute, gli abbiamo strappato le corde vocali. Era l'unica cosa ragionevole da fare. Allora, cominciamo con la brutta settimana di Microsoft. Io non sono sicuro di aver capito, ma mi sembra che Microsoft abbia avuto non uno, ma due leak pazzeschi nel giro di poco tempo. Eh sì, perché c'è stata la combo del leak di questa fuoriuscita di informazioni erronee su GitHub, dovuto appunto ad un errato setting dei permessi di un account Azure. E parallelamente c'è stato anche un leak delle informazioni, credo se non sbaglio, dell'ultimo deposito della causa in tribunale con Sony, che ha fatto emergere tutti quelli che sono i piani futuri per la linea Xbox. E quindi parallelamente hanno fatto anche il lancio dell'evento dove dovevano presentare le novità del prossimissimo futuro, in concomitanza con questo leak, abbiamo i piani di Microsoft da qui ai prossimi dieci anni. Che non. Bene, ma non benissimo. Bene, ma benissimo e stavo guardando perché mi è venuto in mente ora, e effettivamente un po' sul prezzo delle stock, delle azioni, l'ha avuto e nell'ultima settimana. Sì, sì. Perché comunque il lancio di prodotti è stato interessante e anche un po' le novità trapelate su Xbox, poi chiaramente il fatto di anticipare mosse del genere. si parla di informazioni fino a 2028. Quali sono le informazioni sull'Xbox? Allora, intanto che l'Xbox ha preso. uscirà una nuova versione nel 2024 della Series X all digital, quindi senza il lettore CD, DVD, eccetera, e con qualche piccolo miglioramento, soprattutto legato alle performance, ai nuovi processori, eccetera. Niente di sconvolgente da quel punto di vista, il taglio minimo del disco è aumentato. Però nel 2028 arriverà la Xbox Macbook Pro. Mac Pro, scusatemi, cioè quella tonda. Come le devi guardare? Vecchio Mac Pro. Invece di farla quadrata l'hanno fatta tonda, non si chiama Xbox Mac Pro. Però. quindi sarà la nuova generazione. Non si capisce se è veramente una generazione completa o qualcosa di intermedio, ma. quella sarà la nuova Xbox. Sì, diciamo, la cosa più interessante, probabilmente la che esce da questa parte di Leak, è l'evidenza di modello di business su cui loro sembrano puntare molto. Ne abbiamo parlato più volte, c'è il tema del Game Pass che porta l'esperienza del gaming completamente in cloud. Non c'è più l'acquisto del singolo gioco. E questo ovviamente in termini di sostenibilità del modello di business lascia molti detrattori, soprattutto sulla parte dei publisher, a capire come le revenue possano essere legate a quante volte giochi o apri una sessione di gioco più che al download o all'acquisto di un titolo. Mi assomiglia molto alla migrazione dell'attenzione dei mercati verso revenue da servizi piuttosto che da prodotti. È la stessa cosa che abbiamo visto scegliere a fare ad Apple nel momento in cui ha capito che non avrebbe potuto vendere gli iPhone anche alle pietre. È lo stesso modello che abbiamo visto seguire da molti. Sì, qui c'è probabilmente un fattore ancora in più, cioè la guerra all'usato, che nel mondo del videogioco è un tema non banale, nel senso io compro un gioco, ho il mio disco, la mia licenza, finisco di giocarlo, voglio prestarlo a franco. Ci sono catene, GameStop è nata per quello, poi si espansa. Quindi questa cosa qua crea una licenza di riutilizzo continuo e ovviamente questo dovrebbe allungare anche la formula di revenue verso i publisher. Dall'altra parte ovviamente c'è anche il tema della mancanza di una fine del valore del gioco e quindi un dire "io spendo 50-80 euro, tutta l'esperienza, ma probabilmente la possibilità di spalmarla molto in là nel tempo", cosa che potrebbe ancora di più amplificare tematiche se non altro nuove. Giusto per la Xbox All Digital che uscirà l'anno prossimo, sarà in realtà ancora basata sullo stesso modello di quelli attuali, nel quale la parte cloud esiste ed è importante, ma è più importante il fatto che invece di comprare i giochi su CD li compri, una volta li compri una tantum ma direttamente sullo store. Già oggi c'è la versione Lite dell'Xbox, la Series S. Esiste qualche statistica da qualche parte, almeno sulle console principali, di quanto la clientela attualmente prediliga un metodo piuttosto che l'altro? Cioè giochi tripla A? Guarda, esistono, adesso la cerco poi e la mettiamo nelle note dell'episodio, è una statistica, gli ultimi dati parlano di numeri molto alti di attenzione da questo punto di vista, tant'è che si sta cercando di. Alti sullo streaming, alti sul download piuttosto che sull'acquisto del disco. Su Digital, sì sì, il digital sta diventando estremamente importante, tant'è che GameStop ha anche avuto molti problemi in termini anche di revenue finanziari, l'abbiamo visto. Eviti tanta plastica in giro per casa, eviti di dover inserire il dischetto ogni volta che vuoi cambiare il gioco, giusto solo per la licenza perché poi tanto il gioco è installato comunque all'interno della tua console. In più, grazie anche a una serie di siti che rivendono le chiavi e quindi non dipendono strettamente dal prezzo del negozio direttamente dalla console, penso a Instant Gaming ma ce ne sono un sacco di altri che vendono prezzi scontati dei giochi per certi periodi, si riesce comunque anche lì a trovare delle offerte e non solo nei giochi fisici. Io sono curioso di capire se nel. infatti mi ha colpito addirittura il pensare della release 2028 nel leak perché adesso la parte digital e download è parzialmente streaming, però avendo chiaramente hai tutta la struttura di Azure dietro che ad esempio Sony non ha e quindi chiaramente è già questo di mettere in una situazione di concorrenza diversa, ma nel momento in cui tu hai un game pass che è completamente streaming e quindi ipotizziamo non più download ma completamente streaming, non ti serve neanche più fare la console, tu puoi andare ovunque, vieni preinstallato nei televisori, vai sulla Playstation, vai ovunque. Sul joypad, si, diciamo che per ora nessuno è riuscito a sfondare in quell'ambito lì. Aspetta che apro Google Graveyard. ah già Stadia, ricordavo qualcosa! Eh si, tutte le volte. Vendevano giusto il controller. Devo dire che è un unicum, nel senso che tutte le volte che io ho scommesso contro l'aumento della banda ho sempre perso, fino dai tempi della. ai tempi della musica scaricavamo gli mp3, li spiratazzavamo, Napster, il Mulo, Torrent eccetera e mi ricordo ai tempi qualcuno che lavorava in IBM mi disse "si si però in America stanno già approvando questi protocolli per condividere i video, non andremo più al cinema, non andremo più da blockbuster" non è cosa ma i video, i film, i telefilm eccetera li guarderemo direttamente via internet e io pensavo "si ci metto tre ore a scaricare una canzone di Dire Straits in mp3, figurati se mi metto a scaricare un video di due ore in alta risoluzione eccetera" Badabam! Ovviamente pochi anni dopo eravamo tutti lì a dire "vabbè ciao ciao blockbuster io scarico" e quindi tutte le volte che ho scommesso contro. invece in questo caso sono parecchi anni oramai che parliamo di gaming online perché probabilmente non è così semplice migliorare le infrastrutture per i parametri necessari nel senso che mentre la banda tende ad aumentare all'infinito, anzi all'infinito calma, è andata aumentando considerevolmente dagli albori di internet a oggi. Perlomeno quella che ti arriva a casa poi. Esatto, anche se ci sono tanti distingue di cui possiamo parlare, la simmetria download e il digital divide, il fatto che a un certo punto gli investimenti in quell'ambito lì diventano meno redditizi, vedi 5G rispetto a 4G in ambito mobile ma anche vedi il mega fibrone rispetto a una FTTC che per il 95% dell'utenza domestica è più che sufficiente e quindi probabilmente c'è. e poi l'importanza della latenza più che della banda e lì gli unici che sono interessati a ottimizzare, a spingere sulla latenza dei collegamenti, oggi è chi vuole un'interattività istantanea e quindi fondamentalmente non vedo altri mercati che quelli dei videogames. Allora o le aziende che tirano sul videogame in streaming investono pesantemente, vanno da Telecom, vanno da chiunque e o rilevano le attività o dicono "bene questo è il nostro investimento, ti compriamo il 30% dell'azienda, ti diamo un miliardo a fondo perduto e tu investi nel rinnovare macchine, fibre, router eccetera per diminuire la latenza, se non è difficile lo scoglio è sempre quello". E soprattutto la latenza nei giochi è diventata talmente importante che ormai il vero giocatore non pensa a meno di 120Hz, che già quindi vuol dire che o ti compri la scheda nuova, il console nuovo, il televisore nuovo oppure dici "no, cerco di andare" perché di fatto poi lo streaming abbassa la frequenza per riuscire a starci dietro, cioè devi riuscire ad ottimizzare in qualche modo, sicuramente non arriverà mai. È vero, è vero, c'è anche da dire però che molti di questi servizi hanno già esperienze soddisfacenti, quell'altro molto forte è GeForce Now di Nvidia che mette la RTX Ultima a disposizione. Ma sai qual è la differenza Giulio? Non è male, non è male. Ti dico la differenza. Non è male, non è sufficiente in questo ambito perché chi spende tanto in ambito di videogiochi sono gli re-adopter e sono i giocatori quelli di un certo livello che non vogliono buono, vogliono il massimo e spesso oggi sono orientati su titoli di interazione online veloce. Dove il millisecondo fa la differenza. Vedi il Fortnite, il Call of Duty eccetera, dove un po' poca perdita di latenza significa che non vedo un po' meno bene ma significa mi diverto di meno perché perdo e perdo non perché sono scarso ma perché gli altri sparano prima di me. Cioè i gamer di un certo livello usano il joypad attaccato all'USB invece che il Bluetooth per risparmiare un decimo di secondo ed è un'enormità un decimo di secondo e nel collegamento in diretta, via web, in streaming eccetera è facile perderlo perché magari sulla stessa centralina la nonna si è messa a fare la chiamata festa. Allora è verissimo, è verissimo. Io rispetto a Stadia comunque e alle altre piattaforme che poi in qualche modo sono fallite l'unica differenza che vedo è che in questo caso c'è l'investimento di un produttore di titoli e quindi se vuole investire su questa tecnologia oltre sulla parte hardware potrebbe anche investire sull'ottimizzazione software facendoli nascere già così. Che ha già la fibra fino a quasi in casa nel senso che comunque Azure è una di quelle reti abbastanza diffusa con i datacenter mondiali eccetera quindi non dico che ti arriva vicino ma sicuramente molto più vicino di quello che Sony può fare da sola. E poi Netflix ha vinto quel mercato comunque parzialmente l'ho aperto non perché è quello che da solo si vede meglio almeno non solo ma perché è quello che in qualsiasi condizione di banda si vede comunque perché c'è l'algoritmo, il codec eccetera. Tra i leak che sono venuti fuori un altro interessante è questo chiamiamolo piano, chiamiamolo sogno, chiamiamola ipotesi di acquisizione di eventuale acquisizione di Nintendo da parte di Microsoft con Phil Spencer che dice "comprare Nintendo sarebbe un momento che definisce un'intera carriera". Si parla di pochi anni fa di fatto nel 2020 è stata fatta questo movimento, Microsoft aveva evidentemente una liquidità adatta a poterlo fare, l'idea era chiaramente quella di provarci poi la cosa non è andata in porto, non ci sono tutti i dettagli interessanti su cose che vorremmo sapere però quella è stata bloccata, è quel punto Michael che ha rigirato. Nintendo è una di quelle aziende spesso chiacchierate in termini di acquisizione, tante volte ho sentito parlare di Apple, commentatori in mondo Apple, dire "va bene Apple alla fine dei conti ha spesso cercato, ha sempre tentato di entrare in questo mondo, ci ha riuscito finalmente con un tipo di giochini in piattaforma hyper mobile con l'iPhone eccetera ma si sente sempre un po' l'underdog o è vista sempre un po' come l'underdog rispetto ai colossi del gaming, potrebbe comprare Nintendo e se vai a vedere il conto in banca di Apple e la capitalizzazione di Nintendo… Nintendo e due pizzette. Ecco, ma non abbiamo mai visto movimenti in questo senso. Non sono mai capitati fuori perché anche questo qua di Phil Spencer probabilmente sì qualche volta qualcuno avrà detto "chissà se Microsoft non compra Nintendo". Ma anche Giulio ogni tanto quando parla con sua moglie "Valentino ce lo compriamo sta Nintendo?" e Valentina dice "ma la Switch?" "No, no, Nintendo, Nintendo". Se compro, compro la società, è normale. Però non riesco anche perché poi chiodo, è scomodo, è un macello, non parla la stessa lingua. Fuso orari soprattutto. Nintendo è stata fondata quando Van Gogh dipingeva La Notte Stellata, sempre per ricordarci la proporzione temporale, la prospettiva di questa azienda. Esatto, quindi diciamo che… credo che molti fan di Apple sarebbero arrabbiatissimi se Apple comprasse Nintendo. Da una parte sono due aziende con delle somiglianze in termini di ispirazione, in termini di atteggiamento nei confronti del prodotto, in termini di attenzione al dettaglio, al design, a un certo tipo di marketing. Della forma giusta. Esatto, filosoficamente sono due aziende molto simili. Però sono anche molto diverse per tanti altri versi e vedere un Tim Cook che mette le zanne su Nintendo credo che scontenterebbe molti perché darebbe l'idea di una denaturazione di quella che è questa specie di fabbrica dei sogni che è Nintendo. L'avesse fatto Steve Jobs ai tempi, figlio anche della Pixar e queste cose qua, poteva ancora essere accettato con un Tim Cook effettivamente molto più… Steve Jobs aveva una fascinazione enorme e traeva un'ispirazione enorme dalla cultura giapponese in generale. Traspare nei prodotti di Apple e traspare in tanti momenti dei suoi speech, delle sue dichiarazioni, della sua filosofia, anche del modo di vivere eccetera. Nell'Apple di oggi vedo un po' meno di tutto questo. Visto che oggi siamo in salsa Microsoft a cannone, c'è stato anche l'evento di presentazione dei nuovi Surface, sia del laptop sia del tablet e della presentazione di Microsoft Copilot integrata nella maggior parte dell'offerta software. Sì, diciamo che c'è stata una presentazione ben studiata per formalizzare al mercato una fusione di fatto con OpenAI e tutto il mondo degli investimenti fatti negli ultimi mesi in tutta la suite Microsoft, soprattutto Office 365 ma in generale tutti i pacchetti, anche Windows con le ricerche interne dove concettualmente Nadella l'ha detto più volte anche in più interviste, il loro modo di interpretare l'intelligenza artificiale non è un sostituto dell'intelligenza umana ma è un facilitatore, un copilot, un accompagnatore nelle attività quotidiane. Quindi all'interno di ogni pacchetto c'è la possibilità di poter chiedere all'intelligenza di chat GPT di completare un testo, finire una presentazione, cercare i documenti e quindi questo è stato declinato su ogni parte del software. Un Clippy sotto steroidi. Sì, sì, sì. È una definizione che fa piacere a Phil Spencer e a tutti gli altri di Microsoft in questo momento. Partiamo da compriamo Nintendo e gli ritiriamo fuori i Clippy, mamma mia. È assolutamente così, l'idea è giusta, giustissima, perché posiziona comunque Windows e quella suite molto avanti in termini di funzioni da integrare, sistemi operativi rispetto agli altri. Oggettivamente alcune cose che sono state fatte vedere sono estremamente interessanti, soprattutto per chi lavora tanto su Excel, cose di questo tipo, c'è un mondo di esplorazioni che si può fare. C'è anche a dire che probabilmente la partita si giocherà poi sempre o comunque nel mondo della ricerca e quindi anche la parte di integrazione sia di ricerca interna che di ricerca esterna è quella che probabilmente attirerà di più. E questo colpisce che parallelamente all'evento anche Google ha presentato delle cose simili e quindi il tema non solo di andare a lavorare su un singolo documento ma di chiedere "trovami i documenti che nel mio PC parlano di questo e insieme alle mail che mi ha mandato Franco e mettimi insieme un razionale per permettermi di rispondergli all'ultima mail". Quindi qui diventa più di un supporto alla singola operazione e sembra che su entrambi i sistemi ancora ci sia un po' da lavorare su questi temi. Iniziamo ad assistere alla nuova generazione degli assistenti vocali da una parte Cortana dall'altra Alexa. Vedremo Siri, quello che abbiamo criticato qualche settimana fa in questo mondo chat GPT oriented, anzi di investimenti chat GPT oriented. Vedere ancora Siri rispondere e conversare come siamo abituati stride un pochino. E queste qui invece potrebbero essere i primi vagiti di questa nuova generazione. Primi vagiti però che non è che siano poi così rassicuranti. Franz hai guardato il video delle presentazioni? Allora li ho guardati abbastanza velocemente ma beccandomi per fortuna i vari momenti anche nel demo studiato, preparato, come fanno i demo. Comunque Internet Artificiale risponde pan per focaccia, gli chiedono delle informazioni e le risposte sono imprecise anche quando si parla di disegnare immagini. Una grande novità di Microsoft che adesso integra anche Dall'E, sempre uno dei motori di OpenAI, chiede generale un'immagine con una serie di particolari e quelli non ci sono tutti. Simile a quanto aveva fatto Bard se vi ricordate con l'esplorazione spaziale. Dall'altra parte vari giornalisti hanno fatto esperimenti di provare a dire "ok, vediamo un po', creami una mail di risposta su questo argomento". La mail magari è scritta bene, però contiene delle frasi o dei riferimenti a cose che la persona non ha mai fatto o mai detto, sia capendo, magari interpretando una mailing list come se fosse un qualcosa scritto da quella persona, sia addirittura inventando completamente frasi o indicazioni. Tutto questo è comune a tutti questi motori. Google ha fatto la stessa figuraccia di Microsoft, dei nuovi Alexa. Sono sempre fantastici, danno questa idea di testi, ci stai attento e vedi che fidarsi al 100% ancora non si può. Il tuo "ancora" mi lascia perplesso. Ci arriveranno, in effetti. Cosa ti fa pensare che ci arriveranno? Mi ha colpito che Google, una delle novità, poi magari Giulio ci racconti le altre, ma in questo tasto "verifica le fonti". Ha dichiarato "verifica le fonti", quindi se tu fai una richiesta e il bardo ti restituisce qualche informazione, tu poi gli dici "verifica le fonti". Ora mi sono chiesto perché non può farlo in automatico lui, di verificare le sue fonti. Sarebbe stato così banale. Mi aspetto che qualcosa di simile verrà fatto in futuro. Perché quando va a vedere le fonti deve essere in grado di distinguere la verità e questi non sono orientati alla verità. L'articolo del New York Times è molto molto bello. Il giornalista Kevin Roose dice "ho fatto tre testi, il primo era quello "psicanalizzami". Cioè ho detto a Bard, analizza tutta la mia corrispondenza su Gmail e dimmi con una ragionevole margine di sicurezza quali sono le mie problematiche psicologiche principali. E Bard gli ha detto che la sua preoccupazione principale, il suo problema psicologico principale era che si preoccupava troppo per il futuro. Allora chiunque di fronte a una affermazione del genere dice "sì sì, è plausibile". Perché chi è che non ha degli interrogativi? Sembra l'idolvino del mercato. Sì, la tizia della tenda a Luna Park con la palla di vetro. "Hai avuto problemi d'amore in passato". "Sì, mi conosce". Cavolo, cavolo. Esatto. E allora gli ha detto "va beh, ma spiegami da dove hai tirato fuori questa cosa. Citami un'email che ho scritto dove ho detto che avevo paura del futuro, avevo paura di fallire, eccetera". E Bard gli ha citato un'email. E l'email che ha citato il giornalista non l'aveva mai scritta. Non era una mail da lui scritta. Era una mail plausibile, ma non era un'email da lui scritta. Allora l'ha corretto e ha detto "guarda che quell'email lì non l'ho scritta io, stai attento, eccetera. Quel testo che tu mi hai copiato e incollato era in un'email che io ho ricevuto con il report della recensione della biografia di Elon Musk". Per cui in realtà erano parole che aveva scritto chi aveva letto il libro e lo recensiva. Ha detto "allora stai più attento Bard, usa questa volta, fai la stessa cosa ma usando solo l'email che io, solo io, ho scritto". Va bene. Gli ha restituito un altro risultato dicendo, citando questa frase "sono preoccupato di non essere abbastanza bravo con queste cose finanziarie, non sono sicuro di essere tagliato per essere un investitore di successo". Anche in questo caso l'email era plausibile, ma completamente inventata. In questo tipo di interazioni viene fuori come ci sono degli ambiti di utilizzo di questi sistemi, che sono sistemi predittivi, bravi statisticamente a mettere le parole una dietro l'altra. Ci sono degli ambiti in cui ci impressionano e sono efficienti ed efficaci. E quello che nel mio utilizzo più comune è quello di fare programmazione. Digghi "fami uno script in Bash per entrare in una directory, prendere tutti i nomi dei file, aggiungere come suffisso un numero crescente da 100 a infinito e cambia l'estensione in mp3". Done, lui ti fa lo script, tu puoi essere sicuro che lo fai girare ed è molto difficile che lo script non funzioni e non faccia, magari con qualche effetto collaterale, quello che gli hai chiesto. Ma quando gli chiedi la verità, lui non è in grado spesso. Perché? Perché l'output dell'LLM non è una cosa vera, ma è una cosa verosimile. Che sono due cose diverse. Allora il fatto che questa tecnologia sia orientata al verosimile mi fa pensare che possa essere addirittura impossibile con il taglio di oggi, non su una timeline infinita, ma con l'impostazione di oggi, pensare di riuscire ad avere degli assistenti che ti dicano la verità assoluta. Cioè, fammi una ricerca, dimmi che cosa è, e che ti dicono una cosa fattuale allo stato attuale. Poi certo, su una scala. L'impressione è che questi corrano come dei dannati e presentino della roba perché oggi si sgomitano tutti, hanno tutti paura dell'effetto iPhone, loro sono usciti per primi, hanno dominato il mercato per 20 anni, non possiamo permetterci che OpenAI faccia la stessa cosa, e allora Microsoft, e allora Google, e allora Tesla, e allora chi più ne ha, chi più ne metta. Ma che oggi buttino fuori della roba senza ritegno per attirare fondamentalmente attenzioni, investimenti, ma senza produrre, almeno in questi ambiti, niente che sia di una valenza definitiva. L'idea è proprio questa, non tanto che non lo raggiungeranno, secondo me presto comunque una vera simiglianza molto più matura e quindi molto più vera la raggiungeremo. Il problema è che in questo momento c'è più la fretta a rilasciare un qualcosa di marchettabile, un qualcosa che possa fare titolo di giornale, e il giorno dopo di nuovo perché ti fregano gli altri e devi ritornare tu. In effetti con che velocità sono usciti tutti quanti a dire "ok ora riusciamo a leggere le email e darti consigli su quello, ora riusciamo a leggere il calendario". Cioè c'è proprio una rincorsa per la quale probabilmente, vedendo che si parla di giorni da uno all'altro, non hanno tempo di testare, non hanno tempo di verificare, mettono su codice al volo, questa è l'impressione perlomeno, e lo buttano a essere testato, ma non è anche in beta testing, proprio codici ancora in lavorazione, però facendo grandissimi lanci pubblicitari. Ci sarà secondo me un momento di silenzio, di raffreddamento certo, e forse di sintesi. Magari anche per quello che molti tecnologi chiedevano una pausa, anche per permettere di lavorare. Potrebbe anche essere una cosa del genere. Le prime parole però che hai detto per introdurre il tuo discorso mi fanno vedere proprio il bug del ragionamento. Faranno delle cose sempre più verosimili, la verosimilianza aumenterà tanto finché potremmo fidarci che le cose sono vere. Cioè una cosa verosimile, è verosimile all'infinito, è verosimilissima al 100% e cosa? Non è necessariamente vera. La cosa più verosimile dell'universo non è necessariamente vera, è solo verosimile. Diventa il pensiero umano, il pensiero umano non è necessariamente vero al 100%. Ma noi costruiamo degli strumenti per migliorare, per acuire il pensiero umano, se invece il pensiero umano deve correggere, non lo so. Di nuovo, utili per compiti ripetitivi, benissimo, utili per compilare un certo tipo di malconcetto. Io adesso non sto facendo la guerra ai sistemi di reti neurali o intelligenze artificiali LLM, ma al pensiero che possano diventare degli assistenti totali, cioè che possano sostituire un segretario, una segretaria, un maggiordomo, una cosa. Che gli dici una cosa e sei sicuro che la fanno bene, come il tizio che aveva l'appuntamento dopo un'ora nel pomeriggio e si era accorto che doveva aggiungere degli argomenti e che quindi l'appuntamento di mezz'ora non sarebbe bastato. Allora stava testando la sua azienda, sta sviluppando questi sistemi di reddito di azione e ha detto "va bene tizio allungami l'appuntamento di oggi da 30 minuti a 45 minuti". E li ha aggiornati tutti. Ha preso tutta l'agenda e ha aggiornato tutti gli appuntamenti da adesso al 2200 e li ha allungati tutti di un quarto d'ora. E per fortuna che erai il proprietario di questa azienda che voleva lanciare il sistema per gestire i calendari meglio. Un bug. Un bug, è possibile. Vediamo, vediamo. Vedo tante voci scettiche e vedo tanto entusiasmo, ma come dici tu, sembra entusiasmo marchettaro, di quelli che cerchiamo di attirare capitali. Due minuti con Tato. L'entusiasmo è anche perché le macchine ci ascoltano e le salutiamo. Ricordatevi di noi quando vi venite. Io quando metto un prompt chiedo sempre "grazie per farci vedere". Sempre l'educazione. L'educazione prima di tutto. I nostri contatti, Giulio, lo trovate su Mastodon, Giulio Cupini @mastodon. ocial, Francesco lo trovate a MDSol @livellosegreto. t, il sottoscritto Franco Solerio @mastodon. ocial. Ma abbiamo i nostri account, quello generale, Digitali FM @mastodon. e il bocchettone, il bocchettone con le notizie digitali, Underscore BC @mastodon. ocial. Se vi iscrivete a quello, tutte, tuttissime le notizie in settimana che prendiamo in considerazione, che leggiamo, per eventualmente discuterne in trasmissione, passano di lì, nel bocchettone. Per cui prendetelo, fatene quello che volete. Potete leggervele, potete metterlo voi nel vostro sistema automatico per infilarlo nel vostro gestore di bookmark. Potete farci tutto quello che volete. Se avete degli utilizzi particolarmente creativi, fateceli sapere che possono venire utili anche per noi. Ve l'avevamo detto che il bocchettone sarebbe passato anche su Mastodon e alla fine siamo riusciti a implementarlo. C'erano ancora un paio di articoli sulla nuova generazione, ma Francesco abbiamo qualcos'altro da dire da quell'articolo di Michele, quello che ci ha messo Giulio sulla chat GPT mania. Giulio, la mania chat GPT si sta forse raffreddando, ma stanno nascendo un nuovo mercato, una nuova industria. L'unica cosa che possiamo aggiungere rispetto alla nostra riflessione è il modello di business che effettivamente non abbiamo commentato. Come poi queste aziende riescono a tenere in piedi questi servizi? Parliamo e specifichiamolo di servizi che pochissime aziende al mondo possono tenere su quella scala per i costi che vanno a generare. Se non sbaglio chat GPT ha costi operativi di più di un milione di dollari al giorno, cose abbastanza importanti e quindi ovviamente l'investimento iniziale è estremamente serio. Stanno nascendo varie riflessioni su come posizionarsi sul mercato, quindi se chat GPT tiene un accesso prevalentemente free con la parte a pagamento soltanto per le feature nuove più specifiche e il modello di business è partnership aziendali, industriali che sviluppano grandi progetti customizzati per le banche, per i data set interni, andare a lavorare su quella linea o magari sulle parti applicative, ci sono altri che invece cominciano a mettere direttamente l'accesso ad abbonamento, quindi un modello direttamente legato a un rapporto diretto col consumatore. Altri ancora invece che puntano alle fees sui sviluppatori e quindi andare a lavorare sulle chiamate API, andare a fare un modello di business più in diretto. In qualsiasi modo la si pensi sicuramente la partita si gioca anche lì, perché i grandi hanno portafogli molto profondi per poter fare un po' quello che vogliono e lavorare anche in perdita, bisogna vedere se questo non creerà e secondo me sì, questa è una di quelle previsioni del nostro libro intorno a noi mai esistito, che si possono creare delle distorsioni all'Amazon, Amazon si può permettere di vendere prodotti in perdita perché guadagna dei servizi e questo crea casini a tutti e probabilmente Google e Microsoft si possono permettere di fare altrettanto su questi servizi e potrebbero creare casino alle novità che in questo momento è bene che fioriscano anche per creare la concorrenza che già oggi è puchina a livello alto e quindi insomma questa è una partita sicuramente a tenere sotto controllo. Si sta aggiungendo giusto Amazon notizia di oggi ma… Eh sì, poi sono sempre loro, capito? Amazon, Google, Microsoft con OpenAI e forse Apple apparentemente pare che guardando il conto in banca stiamo lavorando. In questa nuova fase del mercato sarebbe interessante che emergessero nuovi brand che siano il prossimo Amazon, il prossimo Google, quindi speriamo che qualche cosa possa emergere da questa fase. Diciamo che l'unico emergente che abbiamo visto per ora capitalizzare e competere è OpenAI. Esatto, che è nato apparentemente abbastanza da nulla anche se poi appunto grandi partnership dietro e invece c'è un assente nelle Fagam, non parliamo mai di Facebook, di Meta, è l'unica che non sembra ancora, poi ogni tanto qualche rumor salta fuori ma è l'unica delle grandi sorelle americane. È vero, hanno rilasciato una dichiarazione qualche settimana fa che stanno lavorando su un LM interno che poi sarà… Sì, sì, hanno il Lama. …che poi sarà anche utilizzabile dalla parte advertising, tutta quella parte lì. C'è da dire anche una cosa, lo vediamo nella società nuova di Musk e le policy legate ai contenuti di Ex, tutte quelle cose che verranno da lì, Facebook altrettanto, probabilmente più che solo la tecnologia vincerà anche chi ha il dataset di proprietà più ampio perché molti si stanno cominciando a chiudere, tante fonti cominciano a non voler essere, chiamiamo, indecizzate o comunque inserite all'interno del dataset. Se tu hai contenuti freschi, real-time, invece di lavorare su dataset cristallizzati come avviene un po' oggi, probabilmente avrai qualcosa da dire anche in quel senso. Vedremo, sicuramente molto entusiasmante da seguire. Avete visto il pasticciaccio brutto successo a scuola grazie a questo sistema generativo di immagini nude su foto del viso reale? Francesco, vuoi fare tu un po' di riassunto? Sì, è girata su tantissimi giornali questa brutta storia di un paese che non sono in grado di pronunciare, al Mandralejo, mi sembra una cittadina di 30. 00 persone in Spagna, dove si è iniziata a girare immagini di ragazze di una scuola che venivano ritratte completamente nude. Queste immagini non erano vere, erano evidentemente le dib fake, quindi immagini generate fra l'altro con delle versioni anche abbastanza economiche, semplici e questo rende ancora più inquietante la questione e comunque senza il consenso delle persone. La cosa ha creato non pochi problemi, perché queste immagini che stanno girando ormai sono diventate abbastanza pubbliche all'interno dei gruppi di quella scuola. Sono indagate una decina di persone fra chi ha creato e chi ha fatto girare queste immagini, però come si dice su internet, una volta che le cose girano, quelle sono e la facilità con cui vengono create è veramente inquietante, a cui si aggiunge il fatto che in alcuni casi sono stati fatti anche tentativi di estorsione, quindi di dire "io ho queste tue immagini, se non mi paghi le faccio girare". Una robaccia brutta, una robaccia che avevamo preconizzato già mesi e mesi fa con l'emergere di queste tecnologie, quando una tecnologia si può usare per fare del male, il genere umano riesce sempre a trovare, come l'acqua che riesce sempre a trovare una via per infilarsi dove il genere umano. A volte l'attore del male all'interno del genere umano con queste tecnologie, a volte non è neanche il cattivone di turno che ci possiamo immaginare o il criminale, ma è semplicemente un adolescente o un gruppo di adolescenti che non hanno coscienza. La banalità del male è vera dal nazismo. Si parla di 14 anni qui come età media, quindi figuriamoci perché parlavamo di scuole ma non eravamo entrati in ambito dell'età. Come avete sentito nelle puntate precedenti sono fatti che di per sé sono illegali. All'aumentare della potenza della tecnologia, della potenza degli strumenti che la tecnologia ci mette in mano, la potenza è anche potenza di fuoco, potenza di fare male, di pari passo andrebbe insegnato e allenato il senso di responsabilità, empatia, di pericolo, di consapevolezza dei danni che si possono fare. Quante volte vediamo giovani fare del male e farsi del male per inconsapevolezza dei danni? Lo vedevamo anni fa con i motorini, con i ciclomotori, lo vediamo oggi con le sfide su YouTube e lo iniziamo a vedere con questi strumenti generativi. Più è potente la tecnologia messa in mano all'essere umano, specialmente a determinati settori della popolazione, più dovrebbe diventare importante allenare queste sensibilità. Io ho un pensiero un po' laterale, però una provocazione che voglio provare a dare. Dicitagli ormai cosa c'è, 15 anni e da sempre abbiamo detto, penso fin dal primo giorno, che qualsiasi cosa c'è su internet è per sempre, rimane su internet. Una volta che una foto è scelta, si fa un'altra, si fa un secondo, basta. È possibile che riusciamo a creare modelli di intelligenza artificiale che ci dicono tutto o quasi quello che vogliamo sentirci dire, ma ancora non abbiamo inventato un metodo per fare undo su internet, un control Z, qualcosa che permetta di bloccare la circolazione di contenuti in generale, che siano i mp3 illegali o qualsiasi cosa. Continuiamo a cercarci, ma in realtà la tecnologia ancora non è stata trovata. Io mi chiedo, non è stata trovata, che non esiste o non la vogliamo trovare ancora? La tecnologia non è che va trovata o che esiste, la tecnologia va inventata, va progettata, va disegnata e implementata. Il modello della tecnologia, il modello di sviluppo, il modello epistemologico della tecnologia digitale è sempre stata quella del libero mercato ultra deregolato. Abbiamo in casa Google, Microsoft, Apple, eccetera. Parlo con la voce del governo americano, perché fare regole e mettere dei bastoni? Questi qui sono quelli che traineranno l'economia americana nel nuovo millennio e manterranno il nostro dominio sul globo. Questo è il ragionamento americano che ha portato allo sviluppo di una Internet senza regole, di dei colossi di cui oramai da qualche anno iniziamo a vedere, a toccare con mano le storture, da quelle che dicevamo prima di problemi di posizioni dominanti, di antitrust e cose del genere fino a questo tipo. Quindi in un ambito ipercompetitivo di mercato e deregolato, perché nessuno cerca, perché nessuno trova, perché nessuno implementa, perché nessuno studia questo tipo di meccanismi? Perché non esiste un modello o nessuno ha visto o ha inventato un modello per fare business con questo tipo di prodotti. Esiste quello che si pensa che possa rendere. La mia era una provocazione per quello, abbiamo esagerato la condivisione ma ancora non abbiamo inventato. Secondo me è proprio la conseguenza della condivisione, cioè se io fossi un player nel settore dell'informazione la prima cosa che vorrei è avere io il potere di decidere cosa resta e cosa no. Quindi ad oggi tu devi mandare una lettera, cioè essere avvocato, diritto all'obbligo, io decido se è appellabile o non è appellabile, io sono quello che se do il potere a te io perdo potere. Quindi in generale aver centralizzato su queste piattaforme tendenzialmente è quello che fa parte del business stesso che ci sia la persistenza, perché non conviene a nessuno di queste aziende perdere un'informazione su di te. Ho imparato nel tempo che la risposta a queste domande è sempre il denaro. Nel modello attuale il modello è il denaro, certo. Quello che può contrastare può essere la legislazione come l'abbiamo visto in ambito private, siccome la vediamo in tante cose, però certo pensare bene e denaro, bene morale e denaro che vada in di pari passo è molto molto difficile. Restiamo nell'ambito delle tecnologie generative o degenerative a seconda dei punti di vista con questo annuncio di oggi di Spotify che clonerà i podcaster. Francesco sei pronto a essere clonato da Spotify? Oui oui! Oh yeah! Yaffoll! Faremo digitale in tutte le lingue in contemporanea, che bello! L'obiettivo è proprio quello, allo meno l'obiettivo dichiarato da Spotify. Il demo dichiarato funziona, poi vediamo la realtà. Sì, l'idea è questa di usare alla fine i sistemi di trascrizione che già usiamo anche noi con grandissimo successo, forse qualche parolina ogni tanto la sbagliano, tradurla con i sistemi di traduzione automatica a quel punto di risincronizzare l'audio con le nuove parole direttamente sulle voci dei podcaster originali. Ma, tra le tante cose, la meno peggio che ho sentito in questi giorni. Ci sono tutta una serie di punti interrogativi che mi vengono in mente. Il primo è di ordine di responsabilità. Nel momento in cui, è una cosa che non è esplicita nel nostro racconto quotidiano oramai da 15 anni, nella nostra comunicazione con i nostri ascoltatori, ma nel momento in cui tu ti metti davanti a un microfono, si fa il podcast, inizi come un ragazzino nel suo garage che inizia a dire delle cose a un microfono. Ma non è solo quello o diventa molto di più. Nel momento in cui inizi a parlare, a dire delle cose, a parlare di delle aziende, a parlare di delle persone, inizi ad avere delle responsabilità. Inizi ad avere delle responsabilità nei confronti delle persone a cui parli, inizi ad avere delle responsabilità nei confronti delle persone di cui parli, magari dei brand, degli sponsor, sei degli sponsor, eccetera. Io non so una cippa di russo o di tedesco e do a Spotify, pubblico su Spotify la mia puntata e Spotify me la traduce in tedesco e mi fa parlare la mia lingua, una sua traduzione verosimile, lo ribadisco, di quello che ho detto in tedesco. Se dice una cosa mortalmente offensiva nei confronti, che ne so, degli ebrei, della Coca-Cola, di Papa Giovanni, di Francesco Facconi e la persona in questione mi fa causa e cerca di portarmi via le mutande. Fa causa a me o fa causa a Spotify? Cosa c'è scritto? Come propone questo tipo di servizi Spotify? Io non ho letto l'eula ma sono sicuro di quale sia la risposta. Premettiamo che, come giustamente sottolineava Franco, gli ebrei si offendono solo per gli insulti in tedesco, perché anche questo è giusto da sottolineare. Però chiaramente sì, secondo me c'è un tema probabilmente legato al fatto che, anche qui io la vedo molto legata alla parte dell'advertising, la vedo dall'altro lato. Il dinamismo dell'advertising che genera pubblicità contestuale tanto cara a Spotify che spesso, ne avete parlato anche qualche puntata fa, crea quella situazione fastidiosissima per cui c'è un advertising in italiano su un podcast in inglese che spezza la conversazione e questo probabilmente dalle metriche di Spotify è una roba che è emersa forte perché crea disaffezione verso quel famoso tema dell'audio, dell'advertising audio, eccetera. Probabilmente lo stanno provando, immagino che sia così, per creare una coerenza tra advertising pubblico e lingua. Conoscendo un po' Spotify immagino che sia proprio così. Tutto il resto probabilmente è sicuramente scaricato nei confronti del podcaster, quindi continua questa alienazione del rapporto diretto pubblico-podcast, pubblico-podcaster che snatura totalmente il mezzo. Quello che non è chiaro è a quali podcast verrà dedicato questo servizio perché chiaramente è una cosa generalizzata. Anche perché li stanno cancellando tutti quelli che… Appunto, però è una cosa che prendono, ipotizziamo, Digitalia e senza che quasi ne sappiamo, la traducono in tedesco, allora sì, tutta questa situazione può essere abbastanza incontrollabile. Ipotizzando invece di contenuti magari redazionali progettati da una delle varie aziende controllate finché resistono da Spotify e che quindi magari può permettersi anche un controllo di quello che è l'uscita, la qualità. Una persona che lo ascolti prima di mandarlo online magari con la lingua giusta in un'azienda grossa come Spotify è credibile. Ecco, diciamo che non è la panacea per prendere tutti i vostri podcast migliori e tradurli nella lingua che volete o viceversa. Anche se l'annuncio di marketing è proprio quello. Come siamo bravi noi di Spotify che mettiamo a disposizione di tutti i podcaster la possibilità di parlare nelle lingue che non conoscono. Modello pesce di babele. Va bene, due minuti e ringraziamo i nostri produttori esecutivi. C'è un motivo solo ed è un motivo molto semplice per cui Digitalia va avanti da 15 anni a parlare di queste cose. E quel motivo sono i produttori esecutivi, il nostro modello di business, il nostro modello di sussistenza e di sopravvivenza. Per fare una cosa per 15 anni serve un minimo di retribuzione sia per non farlo diventare un bagno di sangue economico sia per avere un minimo di ritorno e questo avviene con pochi sponsor ben selezionati e sempre considerati più sponsor che advertiser ma soprattutto grazie ai nostri sponsor principali che sono i nostri ascoltatori. Quando un nostro ascoltatore diventa un nostro sponsor lo chiamiamo produttore esecutivo. Come i produttori esecutivi del cinema sono quelli che finanziano una trasmissione e hanno anche voce in capitolo perché potete star tranquilli che quando un produttore esecutivo ci manda un'e-mail suggerendoci un argomento o correggendoci su qualche cosa che abbiamo detto o chiedendoci una precisazione, quella conta parecchio, parecchio, parecchio di più di quella che arriva da pinco pallino. Vi chiediamo di contribuire, non vi obblighiamo, il meccanismo è quello che in termini moderni si chiama value for value, in termini antichi si chiamava mettere il cestino delle fragole sulla bancarella con accanto il cartello che ha scritto 10 euro nella speranza che le persone civili 10 euro li lasciano. Nei paesi del nord, questo succede ancora continuamente, nei nostri paesi non lo vediamo, evidentemente non funzioniamo, gli ascoltatori di Digitalia devo dire assomigliano molto molto di più ai paesi del nord dove i cestini dei fragole ai bordi delle strade li vediamo continuamente. In cambio del loro contributo noi continuiamo a lavorare, a lavorare per tutti, non solo di quelli che contribuiscono ma anche di tutti gli altri che, perché pensiamo, prendiamo in considerazione la possibilità che qualcuno possa non essere in grado di contribuire per suoi motivi personali, vi chiediamo di fare un esame di coscienza, di pensare veramente se non siete in grado di farlo. Ognuno secondo quello che vuole sia in termini economici sia in termini di cadenza, noi vi ringraziamo tutti con il cuore in trasmissione nel nomine dell'episodio. In trasmissione oggi ci pensa Francesco che sono sicuro ha già davanti il pdf. Si, con grandissima piacere. Iniziamo con i nostri streamer, quelli che donano con i satoshi tramite il value for value. Sono Polvio Barizzone, Nicola Gabriele D, Capitan Arloca, Anonymous, F. Trava, Nicola Fort e Fiorenzo Pilla. Miticissimi, grazie, grazie, sperimentatori. Newpodcasthubs. om, forse c'è anche podcasthubs. om per le applicazioni che supportano il podcast 1. . Si, podcasthubs. om. Selezionate la vostra piattaforma, selezionate che volete un client per ascoltare i podcast e vi fa vedere tutte le applicazioni che supportano value for value e podcast in 2. in generale. Andiamo avanti con i nostri donatori, i produttori consecutivi per Petwitch che ogni singola settimana ci fanno avere la loro donazione e ringraziamo Davide Tinti, Manuel Zavatta e Nicola Gabriele D. Mitici, grazie di cuore. Ringraziamo Alex Pagnotta per i suoi due euro ed entriamo nel gruppo di quelli che tutti i mesi ci donano tre euro in maniera ricorrente che sono Alberto Cuffaro, Andrea Bottaro, Fabio Filisetti, Fabrizio Reina, Alessandro Grossi, Fabio Zappa, Marco Traverso, Ligia Tecnology di Desposito Antonio, Simone Magnaschi, Paola Bellini, Valerio Bendotti, Giuseppe Marino, Luca Di Stefano, Paola Danieli, Mattia Lanzoni e Giulio Magnifico. Magnifico, magnifici tutti, grazie davvero. Si fa notare, lo ringraziamo anche per questo, Davide Belia con i suoi 3,21 euro e arriviamo poi al gruppo dei 5 euro tutti i mesi che sono Carlotta Coppeddu, Andrea Delisa, Enrico De Anna, Alessandro Lago, Massimo Pollastri, Roberto Basile, Antonio Manna, Paolo Massenian e Antonio Gargiulo. Grazie, grazie davvero. Come grazie anche per i loro 5 euro da Corrado Bigliardi e Giuseppe Fusco e 5,32, Angelo Travaglione. Grazie. Infine entriamo al gruppo dei grandi produttori, quelli che ci donano almeno 10 euro in particolare ogni mese arrivano 10 euro da Marcello Marigliano e da Fabrizio Mele. Grazie. Mentre il leader executive producer di questa puntata con 10,58 euro è Mario Cervai, che lo ringraziamo come tutti gli altri. Grazie Mario, grazie. In realtà questo voleva essere uno sproing e non un buzzer, ma va benissimo lo stesso. Grazie Mario, il nostro leader executive producer, grazie a tutti i produttori per aver capito il modello di Digitalia e aver contribuito. Scriveteci su digitalia. m e trovate tutti i sistemi, Satisfay, PayPal, Bonifico bancario, Bitcoin, Versamento on Chain in vecchia maniera o le app per il podcasting 2. , streaming o Boost. Non dimenticatevi Boost e non dimenticatevi anche con gli altri metodi, se ci allegate un messaggio alla vostra donazione rendete il segmento anche più divertente e cerchiamo di fare più interazione possibile. Grazie ancora di cuore, noi lavoriamo veramente per voi. Grazie a tutti i produttori esecutivi di Digitalia in tedesco. Risentiamo, risentiamo. Sì. Secondo me ha insultato tutti fino alla dodicesima generazione. Io ho un segmento in tedesco dei produttori esecutivi con Franco che parla delle donazioni. Qua hai veramente insultato tutti i popoli germano. La Germania ci ascolta in quanto tale. Ad Austin in Texas il grumo, l'ingorgo di auto elettriche più micidiale che abbiamo mai visto. Non di auto elettriche, di auto auto. L'auto auto si parleranno fra loro, si faranno i gestacci fra di loro in maniera segreta e decideranno chi passa prima e quindi addio traffico una volta che tutti. Invece no, c'è questo video che spopola su. Anche perché da quando hanno cominciato questi sistemi di guida autonoma con sperimentazione nelle varie città, mi sembra San Francisco, avevamo commentato, che queste auto si danno appuntamento tutte in un unico punto e creano ingorghi pazzeschi, incredibili. Ci sta, quando hai un milione di auto tutte con lo stesso algoritmo, che pensano tutte nella stessa maniera, che vanno tutte a null. Sì, certamente, ma anche se non vanno a null. Il rischio di convergenza del pensiero c'è. È come quando si parte per le vacanze, che prima partivano tutti lo stesso giorno, il venerdì pomeriggio eccetera. E adesso tutto il giorno prima! Sì, come il venerdì c'è il bollino nero, il giovedì trovi delle code terrificanti perché tutti hanno fatto esattamente lo stesso ragionamento. E avendo tutto lo stesso algoritmo, anche le auto auto rischiano lo stesso tipo di ingorghi. Deve essere piacevole quando vedi quelle cose lì. In certe città particolarmente caotiche, a me è capitato a Napoli, a Roma, di vedere degli ingorghi umani ed è divertentissimo se non devi arrivare in un posto, se non hai un appuntamento preciso, vederlo magari dal marciapiede o addirittura dal deor di un bar con un bel caffè, una tazza, e guardare e vedere l'umanità come interagisce è divertentissimo. Deve essere stimolante anche vedere questo tipo di ingorghi gestiti, vissuti dalle intelligenze artificiali. Ma hanno le claxonate? È quello che mi chiedono, le claxonate, le corna, l'anima degli mortacci e quelle cose lì. Tua madre aveva 8 bit! Insulti da. Certamente, è proprio così. Avranno mai il momento Lemmings nel quale tutte si buttano giù dal burrone? Il fenomeno è proprio quello, perché poi è una autodisabilitazione, infilarsi tutte nello stesso rotatorio e ingranarla tutta, vuol dire poi smettere di funzionare, quindi funzionalmente suicidarsi. Comunque citiamo invece un po' di orgoglio italiano, effettivamente mi sono dimenticato di metterlo negli articoli, ma è una notizia che ho sentito in qualche video su YouTube. Il Politecnico di Torino, se non sbaglio, chiedo scusa se cito male, o Torino o Milano, ma credo, sono abbastanza sicuro di Torino. Insomma, come Italia abbiamo vinto questa gara di velocità di auto autonome negli Stati Uniti, siamo stati la macchina più veloce al mondo, abbiamo toccato quasi 300 km/h e abbiamo battuto, credo ci fossero altre 10 o 15 nazioni che competevano con questa competizione. Hai un link? Troviamo un link di questa cosa. La trovo subito e ve la mando. Il mio sogno comunque è di andare in una città dove ci sono queste auto autonome e di compiere il gesto di ribellione estremo, di mettere il cono giallo, bianco e arancione sul cofano e vedere se le disabilita veramente, perché quello è uno di quei gesti, la ribellione proprio. L'opposizione, come si chiama? La resistenza. Eccolo qua, il Politecnico batte tutti nella gara guida autonoma. La Bonoposto di Polimove si conferma la più forte al mondo dopo la vittoria dello scorso anno. Ha stabilito anche il nuovo record mondiale di velocità in pista toccando 290 km/h. Sei sicuro che sia Torino? Politecnico di Milano, perdon, perdon, perdon. Non volevo dirlo. Nella gara più attesa quella dell'auto senza pilota. Dopo la vittoria dello scorso anno l'auto di Polimove si conferma così la più forte al mondo, quella da battere. La seconda edizione dell'Indy Autonomous Challenge al SES di Las Vegas va in archivio però con un altro primato di queste vetture, perché l'auto italiana ha raggiunto la straordinaria velocità massima in autonomia di 290 km/h, polverizzando così il record mondiale su pista per un'auto senza pilota. Una cosa di cui deve essere orgoglioso. Mettilo su Trello che vediamo di farlo finire nella notte della puntata, con il nostro sistema nuovo semi-automatizzato. Ci sganciamo un attimo dalle intelligenze artificiali con Prime Video che introdurrà la pubblicità. Grazie Prime Video che ci vuoi ricordare che ci serve la pirateria. Ma allora, è un trend, no, a parte questo, è un trend che ha iniziato già Netflix con l'abbonamento economico, con pubblicità. Disney, sempre che stia facendo una cosa simile, un po' parte di questa campagna contro la condivisione delle password, quindi un po' un metodo per acquisire nuovi utenti. Prime invece fa una cosina ancora più simpatica, cioè a tutti gli abbonati Prime, che già comunque pagano Prime, e abbiamo visto anche recentemente degli aumenti di prezzo, gli aggiungi la pubblicità. Con la postilla che però se non vuoi la pubblicità puoi pagare un sovrapprezzo di 3-4 dollari. Esatto, e finché poi non aggiungi la pubblicità potrai pagare un ulteriore sovrapprezzo. Questo sembra essere ormai il trend, in realtà il prezzo varia di stato in stato. 2,99 dollari per cancellare la pubblicità. Questo è un po' l'opposto, la convergenza verso lo stesso meccanismo. Netflix ha pagamento alto, però se vuoi pagarlo di meno metti la pubblicità. Prime Video, considerato a pagamento basso, gratis, se hai già Prime per altri motivi, ti metti la pubblicità, se non la vuoi paghi dei soldi in più. Anche se non è Prime, non è gratuito. Nel senso, quando ti abboni a Prime e fai rinnovo, anche la scusa dell'aumento di prezzo è stato perché oltre a spesso è gratis, ti offriamo anche i video, le foto, bla bla bla. Quindi è proprio un valore dichiarato. Ma continuano a offrire i video, anzi te ne offrono di più, ti danno anche dei video di pubblicità, che cosa vuoi di più? Giusto, c'è più video di prima. E cosa vuoi di più? È una convergenza verso l'incittificazione, non c'è proprio niente, niente, niente di nuovo sotto il sole. Hai ragione che l'incittificazione porta verso la pirateria. È uscito questo studio interessante sulle nuove generazioni, dove il ricorso alla pirateria, qui si parla prevalentemente per i contenuti musicali, è di nuovo in aumento, decisamente in aumento. Tra l'altro in generazioni giovani, che quindi non l'hanno vissuta, che sono quelle in teoria che essendo cresciute con il "pago una cifra e ottengo tutto quello che voglio". No, no, papà paga la cifra e io ascolto quello che voglio. A un certo punto papà è vittima dell'incittificazione, delle crisi per post-pandemic, guerra ucraina, e dice "Vabbè, ma sai, questo costa un po' troppo, non lo paghiamo più". E il super giovane accende la Vespa e si dà alla pirateria. L'avete visto "Mixed by Harry" su Netflix? Non l'ho visto, ma la storia la conosco bene, ho letto più e più articoli. Totale, definitivo su questo argomento. Tra l'altro a proposito di questa analisi che si è trattata da Statista, mi ha incuriosito la separazione tra il copyright infringement, quindi lo scaricare i file direttamente, e lo stream ripping. Cioè il fatto che uno si ascolta la canzone su YouTube tipicamente o su qualsiasi altra piattaforma se la memorizza in mp3 e a quel punto se la tiene. Interessante questa divisione dal punto di vista della… Sì, sì, forse. Secondo me sono uguali come concetto, cioè che tu la scarichi direttamente in mp3 o ti scarichi l'audio e lo trasformi in mp3, il risultato è uguale. Quali più avanti su questo argomento, ve lo ricordate, ne parlavamo qualche anno fa i Cubani con il pacchete. Il pacchete, sì. Che adesso si sta aggiornando perché scarica chiaramente tutti i primi album su Spotify, scarica tutte le prime cose ascoltate su Apple Music, quindi si è aggiornato a queste nuove tecnologie. Si è aggiornato, certo, è come i Samis Data dell'Unione Sovietica, certamente. Information wants to be free, l'informazione vuole essere libera, è come, lo dicevamo prima, la stessa similitudine dell'acqua che si infila nei pertugi, puoi cercare di bloccare, di tappare, ma da qualche parte prima o poi si infila. L'informazione è la stessa cosa, l'informazione vuole essere libera e il podcasting è il massimo dell'informazione che vuole essere libera. Capitolo privacy, questa roba, boom, è una roba allucinante, assurda, totale. Questo studio, questi ricercatori dell'Università Carnegie Mellon che hanno trasformato un router Wi-Fi, ma non un modello particolare, sono in grado di trasformare qualsiasi router Wi-Fi in una telecamera. Come? Ma non c'è l'obiettivo? Esattamente, con una precisione, una roba pazzesca, fondamentalmente intervenendo sul software del router e quindi correlando le radiazioni, le onde trasmesse e quelle ricevute come una sorta di radar, di lidar, come qualsiasi meccanismo di sonar, come qualsiasi meccanismo a riflessione, sono in grado di dare in pasto questi dati che tornano indietro a una rete neurale opportunamente allenata, opportunamente istruita e ricostruire l'immagine in movimento con una velocità di multi frame al secondo. Multi frame al secondo perché i router sono lenti come oggetti, perché in realtà dal punto di vista, probabilmente con un router molto potente potrebbero fare decisamente meglio, cioè i router sono tipicamente oggetti abbastanza a basso consumo. La cosa, ammetto che quando l'ho letta mi ha fatto fare OMG, ma non mi ha stupito così tanto perché effettivamente i router oggi hanno un quantitativo di antenne, soprattutto quelli Wi-Fi 5, Wi-Fi 6 ancora di più, il famoso MIMO, quindi questo tentativo di arrivare al tuo device per portargli la maggiore velocità possibile con più segnali che rimbalzano in più lati della rete, però il segnale che rimbalza e torna indietro da tanti punti di vista è triangolazione. E quindi è un qualcosa che l'abbiamo costruito cercando di ottenere questa velocità. Non penso che se ne esca da questo, non c'è un fix. Ha delle implicazioni in termini di pericolo per la privacy che sono veramente terrificanti. Fondamentalmente abbiamo dei dispositivi presenti, in che percentuale di casa secondo voi non c'è o non arriva un segnale Wi-Fi, compreso quello del vicino perché il Wi-Fi attraversa tranquillamente i muri. Siamo sullo zero virgola. Su prime case secondo me siamo sullo zero virgola, magari su seconde case inizia a esserci un po' più di. Sì, ma la seconda casa che ha al vicino la prima casa con il Wi-Fi o il Wi-Fi del bar di sotto, o della cosa eccetera, trovare un posto oggi in Italia, non parliamo di aperta campagna, ma un posto in città dove tu apri la lista dei Wi-Fi e trovi zero è praticamente impossibile. Considerando che questi Wi-Fi arrivano da dei router che sono notoriamente, tranne casi limitati di apparecchiature specialistiche o comunque per appassionati, sono dispositivi certamente non ottimizzati per la sicurezza e quindi acchiarabili e bucabili come il gruviera. Porca miseria! Vi ricordate quando leggevamo tra i leak, non mi ricordo se erano quelli di Snowden, forse sì, di questi strumenti dell'NSAI che riuscivano a ricostruire un testo digitato su una tastiera intercettando semplicemente il suono dei tasti che è diverso a seconda di che tasto stai schiacciando eccetera. Il suono dei tasti dal microfono del computer addirittura, quindi… Esatto, senza senso. Qui significa la possibilità di intrusione globale, che ci sia o che non ci sia, che venga sfruttato o meno, la possibilità c'è, è un vettore di attacco pazzesco. Mi ha veramente stupito che si arrivi a fare con questo tipo di precisione anche. Vi mettiamo l'articolo se volete approfonditelo. Se volete non dormire stanotte. Esatto. Il wifi si può sempre spegnere e vi ricordo, e cito il nostro simpatico collega e amico Luca Zorzi quando dice che il collegamento del vero uomo è la presa di internet, non è certamente il wifi. Ricordatevelo e sottoscrivo in pieno. Il problema è convincere tutti i vicini di casa ad essere veri uomini. Quando ho cablato casa l'ho detto così e con questo tono all'elettricista. È giusto. Mettimi il bocchettone. La voce veramente maschia. Un bello scrambler wifi che smarmella quelle frequenze per due isolati di distanza e rende inutilizzabile il wifi a tutto l'isolato può essere una contromisura, non indifferente. Ciao vicini, spero che non mi siete ascoltando. Punta X. Elon Musk dice che potrebbe. Chiede soldi, incredibile. Potrebbe, potrebbe. Attenzione, però soldi li chiede già, opzionali se volete l'account premium, ma potrebbe arrivare al punto X di chiedere semplicemente per il semplice accesso una fee, un pagamento, misura più o meno ridotta, ma sappiamo che dal punto di vista di Elon Musk la quantità ridotta di denaro non è la stessa che possiamo avere noi. E negli esempi ci sono. Il problema principale che dichiara di voler intercettare è quello dei bot. E dice che i bot esistono perché sono economicamente convenienti e vantaggiosi. Oggi implementare un milione di bot su X ha un costo irrisorio. Se noi ogni account lo facciamo pagare un dollaro o due dollari al mese implementare un milione di bot costa un milione o due milioni di dollari al mese. La questione diventa molto, molto differente. Oltre a dover implementare un milione o due milioni di carte di credito diverse perché possiamo fare in modo che la stessa carta di credito non possa essere associata a più di uno o due account. E su questo certamente non possiamo dargli torto, ma quale della percentuale di utenti di Twitter attuali rimarrebbe a fronte di un pagamento obbligatorio di due dollari al mese? Ci ragioniamo su quelli che non hanno il Wi-Fi a casa. Secondo me siano lì vicini. Io sinceramente li pagherei. Ma per leggere cosa? Visto che tutti gli altri se ne andrebbero. E' lì il problema. Proprio per quello, per aprire Twitter e dire "ah, che silenzio, ho letto già tutto". C'è solo Musk però che continua a scrivere, scrive, scrive. Allora questa cosa che tutti se ne vanno. Non la paga neanche lui i due dollari. Può essere, non ce li ha ormai. Questa cosa che tutti se ne vanno effettivamente è ovviamente un grande rischio, però c'è anche da dire che tutti se ne vanno, tutti se ne vanno e poi stanno sempre tutti lì. Quindi se la community, a me non sembra, di tutte le fonti che io seguivo, ad oggi non ce n'è una che ha smesso di postare. Tutti l'hanno minacciato, "ah perché io di qua grandi cose radical chic bla bla bla", poi tutti la stanno. Però Giulio, perché oggi costa fatica andarsene. Devi scegliere Mastodon, aprirti il tuo account, migrare, sperare che ti seguano. Perché non Blue Sky? O Blue Sky o qualsiasi altra cosa. C'era un altro, non mi ricordo più. Esatto. Il problema è che il momento in cui devi strisciare la carta di credito, ti costa di più strisciare la carta di credito o andare. Sapendo che anche gli altri faranno quel ragionamento. Guarda, nel nostro mondo secondo me lo farebbero in tanti. Probabilmente si ripulirebbe anche un po' l'ambiente. Il mondo generalista forse no. Però 0,99, 1,49. Non lo so, non lo so. Non sono così convinto che sia una scommessa a perdere. Tutto a vedere se lo farà. Io personalmente li pagherei. Io devo dire che sei mesi fa mi sarei dichiarato d'accordo con Giulio. Sì. Oggi sono molto dubbioso, ma non per l'opportunità di pagare un dollaro al mese, che effettivamente, pagare 12 dollari all'anno per un servizio. Ne paghiamo 20 al mese per guardare la cacca che ci propina Netflix ultimamente. Direi che pagarne 12 all'anno per un sistema informativo sarebbe il meno. Ma perché mi rendo sempre più conto che Twitter ce l'ho lì aperto? Perché non lo so neanche. Ho tre finestre di Mastodon con i tre account. Quello mio personale, quello di Castamatica e quello di Digitalia. E li seguo durante la giornata, se sono al computer, abbastanza continuamente. E poi a un certo punto mi rendo conto che sulla finestrata di Twitter devo scrollare 200 milioni di messaggi perché si sono accumulati lì e non li ho letti. Vuol dire che in qualche modo il mio cervello fa una selezione già. E si rende già conto di un peso minore, di una importanza minore, di un contenuto informativo minore sulla piattaforma, su X rispetto a Mastodon. Ovviamente questo sarà molto molto personale e dipenderà molto dalla timeline di ognuno e da quanto ognuno tende a selezionare e a coltivare la propria lista di follower. Aggiungo, io Twitter ce l'ho in modalità, come si chiama, progressiva, cioè quella non algoritmica. Mi fa vedere in successione temporale tutti i post di tutte le persone che seguo e nient'altro se non qualche riquadro ogni tanto che mi fa la pubblicità e dice "Sei su X devi per forza seguire anche John Wayne, John Travolta e Olivia Newton-John". Cose che io ignoro puntualmente. Però devo dire che sì, ho visto perdere molto rilevanza nel mio utilizzo quotidiano a X. Sì, a me è la cosa che in questo momento, ma sicuramente per mio limite nell'approfondimento delle persone che posso seguire, la cosa che mi crea qualche difficoltà nel fare lo switch verso Mastodon è che nella mia timeline di Mastodon tanti, tanti contenuti sono dei repost secondari. E quindi sicuramente per mio limite nel curare le persone che seguo c'è questo tema di avere una fonte ripostata e quindi la fonte originale vedo che in realtà nasce in altre cose, quindi nasce questo interlinking che mi crea un po' di noia. Mi rendo conto che nel momento in cui ti abitui ad avere quel tipo di interazione su un'altra piattaforma la differenza diventa minore. Nel mass market credo che questo ancora non sia avvenuto, vedremo, vedremo. Sicuramente ad oggi per me ancora resta una cosa di abbastanza di interesse. Il mio dubbio era solo l'effetto palla di neve, cioè il momento in cui di tutti gli attuali utenti… diciamo anche che uno su dieci paga questo euro, poi sempre che sia veramente un euro. Già uno su dieci vuol dire che tutti i tuoi follower diventano uno su dieci, vedi un decimo di messaggi, magari sì qualcuno in più. Però se X lo fa per primo lo cominciano a fare anche gli altri. Vero? Come la spunta blu a pagamento e tante altre cose. Il primo che ha il coraggio di farlo lo fa fare anche gli altri sicuro. Lo stiamo vedendo col video, tutti i partiti di a perché di qua perché di là e poi siamo al triplo delle cifre di qualche anno fa. Il primo che fa questa cosa fa bingo. Mi appassiona veramente poco questo argomento. Infatti notavo l'entusiasmo. Perdonatemi, me lo ho introdotto io. Perché Franco ha già strisciato la carta, ha detto "preventivamente". Ah sì, Elon Musk c'ha il mio… Ovviamente sapete che se io mi abbono compro X direttamente. Certamente, cosa vuoi fare? E levi dalle canne il povero Elon Musk. Sì, risolviamo il problema. Che così ricomincia a lanciare razzetti su Marte, bello felice, tranquillo, chiamandola con i nomi più improbabili. Lo sapete l'ultimo figlio di Musk come si chiama? Io ho letto il meme "fisica così ti puoi dire padre della fisica". Sì, bello quello. L'ultimo si chiama Tecnomeccanicus. Si è appassionato al latino. Tecnomeccanicus. A me fa tanto venire in mente, tutte le volte che lo leggo mi fa venire in mente Bigus Dicus dei Monty Python. Poveraccio. C'è da dire una cosa. Quanti ne hai di figli? 11, 12? Inventati il nome. Primo lo chiami Mario, l'ultimo Tecnomeccanicus. Ha deciso di ripopolare la Terra. Ma certo, ma va benissimo, è una cosa bellissima. Ci mancherebbe altro. Poi tutti lo disconoscono come padre. C'è da dire una cosa. Sì, ma considera una cosa. I figli di Elon Musk, anche solo con la cresta sulla spesa, avranno talmente tanto denaro che andare nell'ufficio a dire "guardi io voglio cambiare nome e voglio chiamarmi Francesco Musk" non credo che abbiano nessunissimo problema. D'altra parte. Certo, se la tua paghetta è il PIL della Germania, c'ha sicuramente delle opportunità abbastanza alte. Non ci preoccupiamo per questi ragazzi, che avranno dei grossi problemi, ma molto diversi da quelli del nome. Comunque, questa è la puntata amicizia con la Germania. Non so perché Michele, a proposito di strambezze e stramberie degli ultra ricconi, ci ha messo questo articolo sul tizio che pensa di poter vivere per sempre, che è uno dei fondatori di non so quale cacchio, di impresa, di azienda, di blueprint. Si chiama Brian Johnson, pensa di poter vivere per sempre, fondamentalmente si è rinchiuso nella sua mega villa e ha speso già più di 4 milioni di dollari per mettere a punto con questa blueprint un sistema di sviluppo per, dice, "he outsourced every decision involving his body", cioè ha dato in outsourcing, in delega, qualsiasi decisione riguardante il suo corpo a un team di dottori che utilizzano i dati per sviluppare un regime di salute stretto per ridurre quella che Johnson chiama la sua età biologica. Il sistema include ingoiare 111 pillole al giorno, indossare una specie di cappello da baseball che spara luce rossa sul suo coio capelluto, raccogliere i campioni delle proprie feci e dormire con un piccolo jet pack attaccato al pene per monitorare il numero di erezioni spontanee notturne. Ecco, queste qui sono le persone che hanno in mano il futuro del genere umano. È un tizio col jet pack attaccato al pisello. Che altro dobbiamo dire? C'è ben poco da dire. A me preoccupano più le 111 pillole al giorno del jet pack attaccato al pisello. Non hanno scritto quante supposte, fra l'altro. Peraltro, che potrebbero anche interferire, a seconda dei gusti sessuali, col jet pack perché supposta, erezione, eccetera, non si sa mai. Però, cioè. Beh, direi subito all'analisi medica. No, ma questo. Non è il primo, eh. Non è il primo di questi riconi. Nella sitcom Silicon Valley c'era il tipo che aveva diamanti ventenni e che li vampirizzava. Cioè, parte del loro contratto di fidanzamento. Hai detto sitcom? Sì, non è. Cioè, situation comedy, non realtà. Insomma, prendeva per i fondelli proprio queste storture di questi ricconi da Silicon Valley, eccetera. C'era il tizio che appunto. Quando diremo "nel documentario Silicon Valley" perché secondo me a un certo punto ci siamo molto vicini. Fin dai tempi di Plauto la commedia è sempre stata quello. Castiga Tridente Morris è sempre stata a prendere in giro cose assolutamente reali. Però, porca miseria. Vabbè. Ve lo mettiamo nelle note della puntata, è sul time, è l'articolo, non è che arriva da novella 2000 o robe del genere. E non è l'unico. No. Non è l'unico. Anche la sua assistente. È vero, è vero, anche la sua assistente. Sì, sì, sì. Interessata al jetpack forse. Il vero contratto indeterminato. La Chan Zuckerberg Initiative, che è questa entità filantropica di Mark Zuckerberg e signora, e consorte, che investe non so quanti miliardi per costruire questo data center con mille GPU con cui allenare, con cui addestrare questo modello LLM, ovviamente perché oggi è. che come dati utilizzerebbe gli output delle cellule umane in modo da creare un sistema in grado di prevenire o gestire qualsiasi tipo di malattia umana. Questi sono. Come facciamo a giustificare quest'ordine da mille GPU che ci serviva bene? Volevamo usare quei bitcoin, ma questo era un orrendo. Eh sì, certo. Sono stronzi megalomani, non c'è niente da fare. Sta diventando imbarazzante. Talmente tanto che diventano notizie di secondo ordine. Se fino a qualche tempo fa una delle persone più ricche del pianeta faceva gli investimenti con l'obiettivo di curare X malattie diventava una delle principali notizie. Oggi è talmente ridicolo che va in coda ovunque. È una sparata ancora prima di. La reputazione di questo mondo sta diventando veramente. basta, basta, basta. Ma perché secondo me all'inizio, le vecchie fondazioni c'erano milioni e milioni di dollari dati a scienziati per curare le malattie. C'era una speranza che qualcosa si facesse. Secondo me ora, semplicemente accendere mille GPU, che non sono neanche poi così tante secondo me, erano quelle di scorta che vanno lì. Ma che cosa speriamo di ottenere? Magari, sbaglio per carità, anzi mi auguro, ma non è che mi impressioni così tanto l'idea di mille GPU che fanno calco. È sempre lo stesso che voleva fare una lotta nel fango al Colosseo con quell'altro. E poi sono gli stessi che si scandalizzano perché, oddio, le mucche consumano troppo metano e quindi bisogna ucciderle tutte e metterci a mangiare cibi sintetici. Può pure. I discorsi sono sempre quelli. Ultimo, perché non sogniamo gli smartphone? Giulio, questa è carina. Carina, carina. C'è un approfondimento sul tema di come l'uomo, in qualche modo, concepisce i sogni fin dalle epoche ancestrali e una delle teorie più accreditate, anche se su questo non c'è una coerenza di visione nel mondo scientifico, però, si tende a concordare che il sogno, in qualche modo, è da sempre stato per l'essere umano un modo di allenarsi e prevedere casistiche di rischio e su queste casistiche studiare le proprie risposte o comunque provare ad elaborarle tutte in modo da poter garantire un indice di sopravvivenza più alto. In realtà l'articolo lo pone come la spiegazione dell'attività onirica più chiara e più esaustiva, in realtà non è vero neanche per un paio di palle. È l'opinione di un singolo studioso in questa materia. Non ancora laureato. Forse esatto. Che nel suo cirello gioca con il didò. C'è capito nel suo box. Non ancora laureato all'università della vita di Facebook. Neanche quello. Neanche quello. Per cui, insomma, andiamoci piano. L'osservazione però è vera, hanno fatto delle statistiche, ci sono questi studi che prendono e intervistano diecimila persone, gli dicono di raccontare, gli fanno delle domande specifiche sui sogni, poi vanno a fare statistiche sugli oggetti descritti, eccetera, che cosa c'era nel sogno e statisticamente, se vai a vedere quante volte dicono un treno, un albero, quante volte dicono uno smartphone, il risultato per gli smartphone è molto, molto basso rispetto alla preponderanza che ha come ore di utilizzo nella giornata. Cioè quante ore una persona vede un treno mediamente nella giornata e quante ore fissa uno smartphone, e beh, nei sogni dovrebbe comparire enormemente, tantissime volte di più, lo smartphone del treno. Così non è. E poi ci si arrampica sugli specchi nello spiegare il perché. Sì, la spiegazione del perché, oltre a questa teoria che citavo, viene accennato anche al recente inserimento nella nostra sfera dei consumi dello smartphone, che essendo una cosa che è qui da pochi anni, non è ancora diventata un oggetto di questo tipo, ed effettivamente, non so, ci pensavo, ma altri oggetti, non credo che si sogni neanche il computer. Ma vedi Giulio, io ho una mia teoria. Allora, le conoscenze sull'attività onirica e le teorie più accettate rispetto a questa qui, sono quelle che l'attività onirica sia un'attività cerebrale, come dire, di fondo, che serve in qualche modo a far riposare, dal punto di vista proprio chimico, fisiologico, i neuroni, e a metterli in una condizione in cui si possano in qualche modo fissare meglio, non solo i ricordi, ma le strutture. Infatti, la privazione del sonno, di un certo tipo di sogni, toglie molto all'animale d'esperimento dell'efficienza nel compiere determinati compiti o nel ricordare determinate cose. E delle cose del tipo sogno le puoi generare in maniera sperimentale inducendo stimoli elettrici sulla corteccia, ad esempio durante interventi chirurgici o cose del genere. Insomma, in realtà, il meccanismo grossolanamente è abbastanza compreso quello del funzionamento del sogno. Anzi, hanno fatto sognare anche le reti neurali facendole funzionare al contrario. Non so se vi ricordate, agli albori di queste ricerche sui sistemi generativi e le reti neurali, c'erano queste cose "deep dream", no? Che si faceva, si prendeva la rete neurale, la si allenava a riconoscere i cani e gli elefanti, poi le si buttava, la si girava al contrario, cioè si davano dati di rumore casuale sull'output e si andava dall'input a campionare quello che usciva e uscivano come delle figure strane di rumore bianco da cui apparivano dei pezzi di faccia di cane mischiati, roba del genere che sembrava un'attività onirica. Ah, già, da lì uno? Eh, non so se. Sì, ebbè, avevano fatto. No, ma proprio quando sviluppavano quelle cose lì erano usciti questo tipo di esperimenti. Quindi, di fatto, nel sogno noi facciamo passare dell'attività elettrica attraverso dei circuiti che durante il giorno, durante i mesi precedenti abbiamo fissato e quindi vediamo non delle cose che non abbiamo mai visto ma delle cose che vogliamo vedere. Il fatto, secondo me, è che noi gli smartphone non li vediamo. Gli smartphone sono come un vetro. Vediamo il contenuto dentro. Eh certo, è come dire che noi se osserviamo il mondo attraverso le finestre perché passiamo la maggior parte del tempo chiusi in casa, perché non sogniamo il vetro? Perché non sogniamo le finestre? Sogniamo quello che vediamo oltre, ma quello che è trasparente non lo vediamo. E nella nostra esperienza di utilizzo degli smartphone, alla fine dei conti, non guardiamo lo smartphone, guardiamo i contenuti e quindi possiamo sognare l'interazione con le persone, possiamo sognare le foto che abbiamo visto, i video che abbiamo visto, ma non. È vero, è vero, è vero. È stata bellissima quella vignetta di Onion. C'era probabilmente tutto l'articolo come al solito, ma io ho letto il titolo e la vignetta che diceva in occasione della presentazione dei nuovi iPhone e del fatto che tante persone vanno a comprare l'iPhone nuovo e diceva "Ah, arriva quel momento, una volta sola nell'anno succede, in cui l'uomo si stupisce della precisione, della purezza del disegno che c'è in ogni iPhone". E faccia vedere il tizio che toglieva la cover al telefono, perché di fatto noi il telefono, la bellezza dell'iPhone, non la vediamo mai perché lo compriamo. Lo guardiamo e diciamo "Che figo che è!" Lo sbattiamo nella cover e poi. E scompare. E scompare. Come è il retro dell'iPhone? Boh, è quello di quest'anno che è di vetro o è quello dell'anno scorso? Perché non ce lo vendono già con la cover che fanno prima? Esatto. Perfetto, perfetto. Portogli il mente più arrotondato dell'anno precedente. La mia idea è quella, che gli smartphone per noi sono trasparenti, sono un mezzo per vedere oltre e non sogniamo il trasparente. Vabbè. Gingile del giorno, dai. Signore e signori, i Gingili del giorno. Gingili del giorno, i regali dei digitaliani per i digitaliani. A fine trasmissione, le voci digitali selezionano per voi hardware, software, letteratura, qualsiasi cosa che abbia attinenza digitaliana, che abbia colpito, arrogato curiosità, stravolto la resistenza o qualsiasi sfumatura. Nel mezzo, prima di farvi partire, chiedo scusa ai nostri ascoltatori, quelli con le orecchie più fini, ogni tanto mi arriva qualche segnalazione di questo rumore di fondo bassissimo che si sente ogni tanto su Digitalia, che è dovuto al mio sistema ride casereccio, che ogni tanto fa fermare gli hard disk e poi li rimette in spin ed entra nel microfono e credo che l'uno per mille della popolazione abbia delle orecchie in grado di sentirle. E oggi è uno di quei giorni, mi sono dimenticato di disattivarlo e mi sono accorto di questo. Quindi, non è un problema, mi sono dimenticato di disattivarlo e mi sono accorto di questo. Quindi, congratulazione a voi che ve l'avete ascoltato, siete super giovani da un punto di vista delle orecchie. Sì, più sei giovane più è facile. Un po' tipo il moschito Ton, vi ricordate quello che dicevano? Sì, certo che lo sento. È vero, è vero. Dai, Gingilli, chi comincia? Giulio, vuoi cominciare tu? Volentieri, volentieri. Allora, il mio è un suggerimento per un sistema di allarme domestico. Ne ho visti tanti, ne ho provati tanti, non mi piacciono le soluzioni dove c'è il personaggio che poi può controllarti da remoto tutto quanto perché porta a diverse implicazioni di sicurezza. Non ho trovato situazioni che eliminano e creano un'indipendenza totale del sistema alle cifre a cui guardavo io. E quindi ho trovato una società che si chiama Ring che è stata acquisita da Amazon e Amazon stessa l'ha resa con la seconda iterazione e ha, secondo me, delle piattaforme migliori di sicurezza domotica perché ha due vantaggi principali. Chiaramente parliamo di sensori, tastierino, movimento, tutti quanti quelli che potete immaginare ci sono all'interno del pacchetto infrazione, rottura vetri, eccetera. Ma la cosa interessante è che ha integrato nella centrale di allarme interna una SIM. Questa SIM è anche autoalimentata da una batteria che dura 24 ore e per cui se in tutti i sistemi di allarme che funzionano su questa cifra di prezzo, parliamo di un investimento intorno ai 500/600 euro per fare un pacchetto di questo tipo di fatto il ladro entra, stacca la centrale, se la porta via è bello che è finito tutto quanto. Questo è uno dei pochi invece che avendo l'autoalimentazione, più la SIM, più tutta una serie di funzioni che poi potete approfondire nella scheda del prodotto, diciamo, offre più di quello che costa ed è paragonabile a sistemi un po' più costosi. Molto interessante, funziona bene, la tecnologia dell'app è veramente funzionale e lo consiglio assolutamente. Come entry level all'interno di questo mercato è un ottimo investimento. Ovviamente tema privacy, Amazon, diciamo, non è una garanzia su questo, quindi non consiglio le telecamere, consiglio i sensori, per le telecamere c'è altro, ne parleremo poi in una prossima puntata. Ring, una buona soluzione a me, ha convinto. L'opzione del brigadiere e dei carabinieri che ti può guardare in casa per cosa? Ovviamente facciamo finta che non esista. Le robe che abbiamo letto su Ring negli Stati Uniti e sugli accordi tra Amazon e la polizia, speriamo che in Europa non possano succedere grazie a GDPR e robe del genere. E soprattutto telecamere comunque. Quello è certamente il più di tutti. Va bene, Francesco. Eccomi, allora il mio un gingillino proprio per passare il tempo, di quelli che uno inizia e poi ci passa volendo anche i minuti o le mezz'ore. Si chiama Emoji Kitchen, lo trovate sul sito emojikitchen. ev. Fondamentalmente è un sito che permette di giocare con le emoji unendo due emoji. Qual è lo scopo? Creare delle nuove. Fa parte di quello che è Emoji Kitchen, un sito fondato da Google che ha costruito tutte queste emoji sommate e così si riescono a creare delle emozioni unendole tutto quanto. In realtà è veramente un passatempo sciocco, però è un passatempo divertente. Si possono trovare, poi uno se la salva, se la manda ai propri amici, insomma. Può essere carino, così. Emoji Kitchen, punto dev. Fantastico, è la giornata dei gingilli pressoché inutili o comunque particolari. Gingillini? Il mio è un altro gingillino, è proprio gingino, infatti si chiama Small Site, ed è un meccanismo, è un sito che vi permette di condividere una pagina web tramite un bookmark. Ma come ne direte voi? Tutte le pagine web si condividono tramite bookmark? Sì, ma qui c'è solo il bookmark. Il bookmark non punta a una pagina da qualche parte, ma il bookmark è esso stesso il contenuto della pagina. Fondamentalmente voi create una pagina HTML, ci mettete tutto il contenuto che volete, eccetera. Dopodiché lo zippate, lo codificate Base64, si fa una riga di comando, siete geek, lo sapete come si fanno queste cose. Dopodiché prendete il risultato della codifica Base64, che è un testo, e lo mettete dopo smallsite. ip/ Dopo lo slash mettete, cioè incollate, il testo famoso della vostra pagina codificata in Base64 dopo esser stata zippata, e automaticamente quando questo link viene aperto in qualsiasi browser, smallsite fa tutta l'operazione di ricodificare Base64, dezippare e mostrare la pagina. Per cui la pagina, il link, fondamentalmente, finché esiste smallsite. ip, esiste per sempre, perché il contenuto è distribuito contemporaneamente al bookmark. È ovvio che è un divertismante, è una roba particolare, è un gingilo anche questo, se volete andare ad approfondirlo, smallsite. ip o tutto come sempre. Come tutte le puntate di Digitalia, tutti i link li trovate su digitalia. m/691 Ed oh, poi i gingili del giorno, arriviamo alla fine, non riesco a disattivare 'sti cacchio di harddisc perché sono condivisi, e MacOS non mi lascia, e c'è il sistema write, che secondo me trampola da fuoco, questi harddisc che continuano, zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz è una roba veramente. è ora di comprare un Synology o qualche NAS del genere, anzi, se avete delle esperienze, gingillatele nelle prossime puntate, TrueNAS, System in House autoprodotti, Synology, Drobo, Drobo non esiste più, è andata a bagno, e robe del genere, perché mi sa che presto dovrò andare a mettere in cantina il mio sistema mini-ride, gestito dal Mac Mini, perché questi rumori iniziano a essere veramente troppo, troppo modesti, Francesco mi suggerisce un Knap, Knap è un, cos'è, concorrente di Synology. Yes sir. Direi che per questa puntata 691 è tutto, ci resta solo di raccomandare di portare le orecchiette fresche, quelle dei vostri amici, a ascoltare Digitalia, noi promettiamo di impegnarci per farvi fare bella figura. Dall'EMI Studio Liguria 1 di Sanremo, un saluto da Franco Soleri, un saluto anche dai Castelli Romani da Giulio Cupini, e un saluto anche dallo studio di Milano Centro da Francesco Facconi. Ci sentiamo la settimana prossima, con una nuova puntata di Digitalia.

Dallo studio distribuito di Digitalia

Produttori esecutivi:Alex Pagnotta, Alberto Cuffaro, Andrea Bottaro, Fabio Filisetti, Fabrizio Reina, Alessandro Grossi, Fabio Zappa, Marco Traverso, Ligea Technology Di D'Esposito Antonio, Simone Magnaschi, Paola Bellini, Valerio Bendotti, Giuseppe Marino, Luca Di Stefano, Paola Danieli, Mattia Lanzoni, Giulio Magnifico, Davide Bellia, Carlotta Cubeddu, Andrea Delise, Enrico De Anna, Alessandro Lago, Massimo Pollastri, Roberto Basile, Antonio Manna, Paolo Massignan, Antonio Gargiulo, Giuseppe Fusco, Angelo Travaglione, Marcello Marigliano, Fabrizio Mele, Mario Cervai, Davide Tinti, Manuel Zavatta, Nicola Gabriele D., Corrado Bigliardi, Fulvio Barizzone, Nicola Gabriele D., Capitan Harlock, Anonymous, ftrava, Nicola Fort, Fiorenzo Pilla

Il Network Digitalia